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Lampedusa, Totò Martello chiama il Governo Conte: “Adesso in pericolo siamo noi”

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Drammatica denuncia del sindaco di Lampedusa: “Da domani mattina a bloccheremo tutte le attività dell’isola: sciopero generale”. Quindi l’affondo verso il Governo nazionale: “Qualcuno può ricordare a #Conte che Lampedusa è italiana?”

Il sindaco di Lampedusa, Salvatore ‘Totò’ Martello – che, lo ricordiamo, è un esponente del centrosinistra (ha un passato nel vecchio Pci siciliano) – passa all’attacco e su Facebook scrive:

“Domattina convocherò i rappresentanti delle associazioni di categoria dell’isola, dichiariamo lo #sciopero generale: abbassiamo le saracinesche, il governo nazionale continua ad mantenere un silenzio che fa paura. Qualcuno può ricordare a #Conte che Lampedusa è italiana?”.

La dichiarazione di martello arriva dopo che nell’isola sono arrivati 450 migranti su una nave da pesca.

“Posso capire che non si vedono arrivare i barchini – aggiunge il sindaco di Lampedusa – ma se un peschereccio di queste dimensioni con centinaia di persone arriva fin qui e nessuno se ne accorge, vuol dire che non c’è alcun controllo nel Mediterraneo. Ma che fanno le navi militari? Mica siamo in guerra, perché non le impiegano per interventi di sicurezza in mare, e per trasferire i migranti? Il Centro di accoglienza è colmo oltre ogni limite di sopportazione umana, e l’Esercito che era stato inviato per evitare che qualcuno abbandonasse la struttura evidentemente non basta dal momento che c’è chi continua ad uscire dal Centro violando le disposizioni di sicurezza sanitaria #Covid19”.

“Domani ci riuniamo con gli imprenditori locali – conclude Martello – dichiariamo lo sciopero sull’isola, questa situazione non ha precedenti. La gente in pericolo va aiutata, ma l’accoglienza umanitaria ha bisogno di regole perché qui adesso ad essere in pericolo siamo noi”.

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