J'Accuse

I grillini senza limiti di mandati: poltrona mia venitinni cu mia!

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Che tradotto per i non siciliani significa: poltrona mia vieni via con me, come la frase di un personaggio di una celebre novella di Giovanni Verga. E verghiani, a tutti gli effetti, sono ormai gli esponenti del Movimento 5 Stelle, alla disperata ricerca del mantenimento delle poltrone che non arriverà. E che dire degli infelici che gli vanno ancora dietro? La fiera dell’infelicità…

Dovevano aprire l’Italia come si apre una scatoletta di tonno. Invece… Invece, alle scatolette di tonno da aprire, i grillini ormai preferiscono le poltrone. La politica, nel Movimento 5 Stelle versione originaria, doveva essere servizio in favore dei cittadini. Con un preciso limite di mandati. Ma, adesso, per il sindaco di Roma, Virginia Raggi, c’è la ricandidatura, dato che meno di 40 mila iscritti alla piattaforma Rousseau hanno eliminato il limite dei mandati.

Noi non conosciamo le regole dei grillini, così poniamo la domanda: per caso la fine del limite dei mandati vale anche per i parlamentari nazionali? Significa che Luigi Di Maio e compagni si potranno ricandidare? Da quello che leggiamo sembrerebbe di sì. O magari ci sbagliamo.

Del resto, alle giravolte di questo Movimento ormai privo di credibilità politica siamo abituali. Non dimentichiamo che i grillini erano quelli che dicevano:

“Mai con il PD” e adesso governano l’Italia con il PD.

Erano quelli che dicevano:

“No all’Unione europea” e oggi sono favorevoli all’Unione europea.

Erano quelli – sempre i grillini – che dicevano:

“No all’euro” e invece ora sono favorevoli all’euro.

Erano quelli che dicevano:

“No alla TAP”, il folle gasdotto che sta sventrando le spiagge del Salento, in Puglia, e oggi sono favorevoli alla TAP.

Erano quelli che dicevano:

“Ci batteremo per la chiusura dell’ILVA”,a super-inquinante acciaieria di Taranto, e oggi sono per il mantenimento dell’ILVA, in barba ai cittadini di Taranto massacrati dall’inquinamento dell’ILVA che nel marzo del 2018 li hanno votati per risultare gabbati.

Erano quelli che dicevano:

“No agli F 35” e ora sono favorevoli agli aerei F 35.

Erano quelli che dicevano:

“No alle alleanze” e ora sono favorevoli alle alleanze.

Erano quelli che dicevano:

“No al 5G” e ora sono favorevoli al 5G.

Erano quelli che dicevano:

“No con gli indagati” e ora va bene tutto.

Erano quelli che dicevano:

“Sì allo streaming”, oggi le streaming non gli piace più.

Erano quelli che dicevano:

“No ai clandestini”, ora invece sono favorevoli ai clandestini.

Erano quelli che dicevano:

“Sì alla difesa del grano duro del Sud Italia”, ora hanno dimenticato tutto, in barba agli agricoltori del Sud Italia che li hanno presi sul serio.

Adesso li rivedremo candidati a Camera e Senato per la terza volta? Ribadiamo: su questo punto ancora non abbiamo capito come stanno le cose, ma abbiamo il dubbio che ‘sti ‘campioni’ si ricandideranno.

Le facce, dovete osservare le facce dei vari Di Maio, Crimi e compagnia bella. Come se nulla fosse accaduto. Come se essersi rimangiati gli impegni assunti con gli elettori fosse un dovere d’ufficio.

Ora, però, sarà interessante capire quanto voti torneranno a prendere.

Ma il vero problema non sono loro, ma quei pochi che, ancora oggi, gli vanno dietro. Se gli chiedete il perché, nemmeno loro lo sanno. Sulla rete, al massimo, si rifugiano nel:

“Ma gli altri che sono migliori di loro?”.

Insomma, senza argomenti. Come i ‘terzomondisti’ di quello che resta della sinistra italiana (molto poco, in verità), che difendono i migranti che arrivano in Italia al tempo della pandemia: migranti economici e non migranti che fuggono da Paesi dove sono in corso guerre e carestie. Chi non la pensa come loro, la pensa come il ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini.

Ma mentre i pochi che vanno ancora dietro ai grillini, alla fine, sono espressione dell’infelicità permanente, dei traditi sì ma che ci possiamo fare?, dei meglio loro che gli altri, del rifiuto categorico di essere parte, ancora oggi, di un fallimento politico ormai chiaro a tutti, il ‘terzomondismo’ della sinistra senza sinistra è un fenomeno che merita un’analisi più attenta: quello che faremo in un prossimo articolo.

P.s.

Dicono che l’eliminazione dei imiti dei mandati sia una sconfitta per Alessandro Di Battista e per Casaleggio. Ma – politicamente parlando – esistono ancora?

AGGIORNAMENTO

Ci dicono che per i parlamentari grillini rimane la regola che, dopo due mandati, si va a casa. Bene. Vedremo come andrà a finire.

 

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