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Coronavirus/ Monta la protesta: oltre 10 mila bar e ristoranti consegnano le chiavi al Governo / MATTINALE 500

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L’Italia è l’unico Paese industriale del mondo in cui, in piena emergenza Coronavirus, famiglie e imprese, invece di essere aiutate, vengono tartassate. “Chi è seduto nelle stanze del ‘Palazzo’ non ha cognizione del mondo reale. Conte ci sta facendo correre una maratona, con gli occhi bendati e una gamba sola. All’arrivo c’è un burrone e nessuno può giocare con la nostra pelle. La situazione sta degenerando, non abbocchiamo al tranello delle riapertura accontentandoci di incassare due spicci…” 

“Un metro di distanza dal bancone, due metri tra i tavoli. Guanti e mascherine, sono queste le prime indiscrezioni sulle modalità di apertura degli esercizi al 18 maggio prossimo. Noi non accettiamo la condizione del distanziamento, vi immaginate cosa può voler dire ridurre la potenzialità di un ristorante, di un bar pur continuando a sostenere gli stessi costi e le stesse spese che dovremmo sostenere in condizioni normali. Chi accetta queste condizioni, evidentemente non capisce nulla di questo lavoro. Tanti di noi falliranno, non potremo pagare le spese con una riduzione al 30 percento delle potenzialità. E poi chi verrà nei nostri locali? Chi sta trattando su questi punti ha abdicato al governo e ha già accettato le proposte giocando sulla pelle delle nostre aziende. Ecco perché chiediamo ai sindaci di darci una mano e di consegnare al governo le chiavi dei locali che noi stessi il 29 aprile metteremo nelle loro mani”.

A parlare è Paolo Bianchini, un ristoratore di Viterbo che ha dato vita a un movimento spontaneo di titolari di esercizi commerciali. Come leggiamo sul giornale on line Giamma sono 10 mila i titolari di ristoranti e bar italiani che hanno aderito a questo movimento.

“Il 28 aprile – prosegue Bianchini – in segno di protesta, apriremo per l’ultima volta i nostri locali. Accenderemo le luci e tireremo su le saracinesche. Quella che ci viene proposta non è una situazione di sicurezza per i nostri dipendenti e di tranquillità per i nostri clienti”.

Bianchini se la prende con l’attuale Governo nazionale di Giuseppe Conte che, dice, scarica “sulle nostre spalle tutti gli oneri, un atteggiamento di menefreghismo nei nostri confronti che non possiamo accettare. Noi in queste condizioni il 18 maggio non apriremo. Siamo al 24 aprile e nessuno dei nostri dipendenti ha preso un euro di cassa integrazione, cosa aspetta il Governo: che qualcuno si uccida?”.

“Noi non riprenderemo – dice sempre il leader del movimento di ristoratori – avendo il 30% del locale aperto e il 100% dei costi. Non è vero che andrà tutto bene, la metà delle nostre aziende in queste condizioni fallirà. E con noi tutto l’indotto, i nostri fornitori. Chi è seduto nelle stanze del ‘Palazzo’ non ha cognizione del mondo reale. Conte ci sta facendo correre una maratona, con gli occhi bendati e una gamba sola. All’arrivo c’è un burrone e nessuno può giocare con la nostra pelle. La situazione sta degenerando, non abbocchiamo al tranello delle riapertura accontentandoci di incassare due spicci. Noi diciamo che così non si può riaprire, che ognuno si faccia due conti. Aspettiamo il 4 maggio, poi vedremo cosa potremo fare. Ma qualcosa deve cambiare”.

COSA FANNO IN ALTRE PARTI DEL MONDO? – Pensate un po’ che cosa succederebbe se la televisione italiana decidesse di informare che cosa stanno facendo per sostenete le imprese negli Stati Uniti , in Giappone, in Canada, in Cina e, in generale, nei Paesi industriali liberi. In questi Paesi i rispettivi Stati, oltre ad aver sospeso tasse e imposte, sostengono non soltanto i ristoratori, ma tutti i commercianti e tutte le imprese con contributi a fondo perduto con il solo obbligo, per ristoratori e imprenditori in generale, di tenere le saracinesche aperte.

In Italia, invece, nella testa del signor Giuseppe Conte che nessuno ha eletto e nella testa degli esponenti di PD, Movimento 5 Stelle, renziani e Liberi e Uguali i ristoratori, i commercianti e, in generale, gli imprenditori dovrebbero continuare a pagare le stesse tasse e le stesse imposte di prima incassando, però, un terzo (se andrà bene) rispetto a prima!

In più – questo va da sé – dovranno continuare a pagare luce, acqua, gas, telefono come stanno facendo tutte le famiglie italiane (a proposito: quando si esce per pagare le bollette multe non ce ne sono?).

LA MORTE LENTA DEL TURISMO ITALIANO – La presa di posizione dei ristoratori non è un caso isolato. Tutto il settore turistico italiano – con il relativo indotto – è nelle stesse condizioni. Si parla di riapertura in sicurezza, ma i medici – ieri abbiamo riportato la dichiarazione del dottore Paolo Ascierto – invitano alla prudenza. Ormai è chiaro che, in Italia, i cittadini, nei mesi estivi, faranno i turisti ognuno nella propria Regione.

Ovviamente, se gli operatori turistici non verranno sostenuti con contributi a fondo perduto – non 600 euro al mese, ma venti volte tanti – addio alle imprese!

La situazione non è drammatica solo per il turismo. Pensiamo al mondo delle partite IVA: circa 4 milioni di persone e forse più, chiuse in casa, nell’impossibilità di lavorare: molti di loro, ancora, aspettano i 600 euro, una miseria in confronto agli aiuti che i cittadini di altri Paesi industriali del mondo stanno ricevendo dai rispettivi Governi.

Pensiamo agli artigiani che operano nei più svariati settori dell’economia: anche loro, Presidente del Consiglio Conte, anche se non incassano un euro da due mesi, dovranno pagare tasse e imposte?

Pensiamo alle industrie automobilistiche: ma chi è che, in questo momento, pensa ad acquistare un’automobile? A Marzo il calo del consumo dei carburanti, nel nostro Paese, è stato pari all’80-90%; idem per i benzinai; e per i riparatori delle stesse automobili (meccanici, carrozzieri e venditori di pezzi di ricambi. Anche queste imprese dovranno fare tutto da sole e pagare magari tasse e imposte?

MA CHI LI PRENDERA’ I TRENI? – Pensiamo ai treni, pubblici e privati. Fino a quando non ci sarà una cura efficace contro il Coronvirus con che stato d’animo si potranno prendere i treni? Lo stesso discorso vale per i Tram (tranne in Tram di Palermo, che viaggia quasi sempre vuoto, anche se costa alla collettività una barca di milioni di euro all’anno).

Precisazione: per ora i finestrini di treni e Tram sono aperti. Ma in inverno, quando farà freddo e i finestrini saranno chiusi, se il virus sarà ancora in circolazione, che si farà?

Lo stesso discorso vale per i mezzi gommati privati pubblici: se si dovrà convivere con il virus in che condizioni dovranno operare? Veramente il Governo pensa che la gente – soprattutto sui bus cittadini – si terrà a distanza di tre metri?

Idem per gli aerei. Non a caso già qualche compagnia aerea ha fatto sapere che non lavorerà con una riduzione dei passeggeri.

Il tema dei trasporti è serio: treni, aerei e navi – se andrà bene, cioè in assenza di nuove ondate di Coronavirus – dovranno trasportare un numero molto ridotto di passeggeri sostenendo gli stessi costi. E’ o no la stessa cosa denunciata dai ristoratori?

CHI AIUTERA’ GLI ARTISTI? – E che dire dei Teatri, dei cinema, dei concerti e, in generale, di tutte le attività artistiche e culturali? Anche in questo caso le restrizioni, se si dovrà convivere con il virus, saranno molto penalizzanti. Anche loro senza aiuti, Presidente del Consiglio Giuseppe Conte? Tutti a pane e acqua perché “ce lo chiede l’Europa”?

IL LAVORO NERO: CHE VERGOGNA! – Pensiamo al mondo dei lavoratori saltuari, ovvero al lavoro nero, diffusissimo nel Sud. Pochissime le voci che affrontano questo tema spinoso. A questo mondo oscuro, di cui non parla nessuno, appartengono tanti extracomunitari che vivono nelle città. Noi, nei giorni scorsi, abbiamo raccontato la storia di uno di loro che sopravvive a Palermo: chissà quanti sono in Italia le persone che si ritrovano nelle sue stesse condizioni.

Non ci riferiamo solo agli extracomunitari. Nel Sud ci sono milioni di persone che vivono arrangiandosi. E che – così abbiamo capito – dovranno restare ancora a casa. Aiuti per loro niente, Presidente Conte?

C’è anche l’agricoltura – oggi forse il settore più importante in questa stagione di crisi -: tema che tratteremo in un altro articolo nel quale dimostreremo, matematicamente, l’inconsistenza dell’attuale Governo nazionale e, in buona parte, delle Regioni italiane.

Il Governo e le Regioni, nei primi di Maggio, cominceranno piano piano a dare il via per la riapertura delle attività. Sarà così, più o meno, in tutti i Paesi del mondo. Va da sé, ovviamente, che la riapertura è un punto interrogativo. Che succederà? Il Codid-19, come dicono gli ottimisti, scomparirà? O dovremo abituarci a conviverci? Ci saranno altre ondate, tra alti e bassi?

E SE ARRIVERANNO ALTRE ONDATE DI CORONAVIRUS? – Forse la tesi più veritiera è che dovremo abituarci a convivere con il Covid-19, o Coronavirus, tra alti e bassi, con nuove ondate. Con restrizioni e con molta attenzione fino a quando non ci sarà una cura efficace, il vaccino (cosa non semplice, se già si contano oltre 30 ceppi di Coronavirus, come hanno reso noto gli scienziati cinesi) o i farmaci.

E mentre si pensa alla riapertura in un’atmosfera complicata, se è vero che l’evoluzione del Coronavirus resta imprevedibile, facciamo finta di non vedere e di non sapere quello che sta succedendo nel mondo. E’ la prima volta che i virus ci spaventano? Non esattamente.

Negli anni ’80 del secolo passato abbiamo cominciato a fare i conti con l’Aids: virus allora mortale (oggi non è più mortale, o quasi) che non aveva una grande capacità di diffusione.

GLI OTTO VIRUS SEGNALATI DALL’OMS – Ricordiamo anche la Sars, l’influenza Aviaria, l’influenza Suina e la Mers. Poi i virus Zica e il virus Ebola. per non parlare del virus Nipah (forse uno dei più insidiosi). Tutte malattie virali gravi, ad alta mortalità, ma con un basso indice di contagiosità.

La novità arrivata con il Covid-19 è che si tratta di un virus ad alta mortalità e con una grande capacità di diffusione.

Era inatteso? No. L’ex presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, aveva istituito una commissione speciale che si sarebbe dovuta occupare proprio del pericolo pandemie. Questo perché, già da anni, l’OMS segnala la presenza di virus (almeno otto) molto pericolosi, cioè ad alta mortalità, che potrebbero manifestare un’alta capacità di diffusione: proprio quello che è avvenuto con il Covid-19, o Coronavirus.

Se l’attuale presidente Trump non avesse sbaraccato la commissione speciale per le pandemie oggi l’America non si troverebbe nelle difficili condizioni in cui invece si trova: questo è un dato oggettivo.

In tutti i Paesi industriali del mondo, ad eccezione dell’Unione europea, i Governi, come già accennato, sono intervenuti direttamente in aiuto di famiglie e imprese con contributi a fondo perduto. La stessa cosa, di fatto, sta facendo la Germania, che ha dato mandato alle proprie banche pubbliche di immettere nel proprio ‘sistema’ quasi 600 miliardi di euro garantiti dallo stesso Stato tedesco.

La Germania, grazie all’euro, ha drenato tanti di quei soldi ai Paesi che hanno aderito alla moneta comune europea che può permettersi di tirare avanti per almeno un anno (tra il 2011 e il 2015 le banche tedesche, con il solo gioco dei diversi tassi d’interesse, hanno scippato alla Grecia quasi 250 miliardi di euro!).

Francia, Spagna, Portogallo e Grecia non hanno la possibilità di intervento della Germania.

L’ALTO GRADIMENTO DI CONTE? – E l’Italia? E’ messa malissimo. La televisione continua a dire che l’attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, gode dell’appoggio del 70% degli italiani. Ma se la stragrande maggioranza degli italiani, oggi, è in grandissima difficoltà, per quale motivo gli stessi italiani dovrebbero plaudire a un Governo che, nella gestione della pandemia, non solo ha inanellato un errore dietro l’altro, ma che continua a inchiodare 60 milioni di italiani a un’Unione europea di strozzini?

Sono i misteri dei ‘sondaggi’, che in Italia, in verità, fanno sorridere. Come dimenticare, nel 2015 o giù di lì, il partito dell’allora Ministro-Mare Nostrum, Angelino Alfano, dato al 15%? Partito scomparso, visto che non ha raggiunto il quorum.

Conte si era presentato in Europa dicendo “mai MES”, spalleggiato dal Movimento 5 Stelle. Ora Conte tergiversa, mentre il grillino che ride sempre, Luigi Di Maio – che in queste ore ha sostituito mediaticamente il numero uno del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi – dice che sul MES “bisogna essere pragmatici”.

“CONTINUA AD ESSERCI SOLTANTO IL MES” – La verità su quello che sta succedendo, senza tema di smentite, la scritta Stefano Fassina, esponente della sinistra (la sinistra vera, non il PD), in un articolo il cui titolo dice tutto:

Continua ad esserci soltanto in MES“.

Il capo del Governo Conte, gli esponenti del PD, del Movimento 5 Stelle, i renziani, gli esponenti di Liberi e Uguali possono continuare a raccontare favole in televisione. La realtà è che, a parte il MES, c’è solo fumo. Forse, se andrà bene – ma dovrà andare veramente bene! – con il Recovery Fund, per ogni 100 miliardi che l’Italia riceverà dall’Europa, 30 miliardi saranno a fondo perduto, mentre gli altri 70 miliardi di euro dovranno essere restituiti.

Fatti quattro conti, lo scenario è il seguente. Se in Italia la situazione sanitaria del Coronairus rimarrà stazionaria, con un trend dei contagi in lieve discesa o con piccole variazioni ora verso su, ora verso giù, l’Italia, per provare a far ripartire la propria economia, avrà bisogno di circa 400 miliardi di euro.

Ciò significa che dovrebbe restituire circa 280 miliardi di euro. Una cifra elevata, per la quale la nostra cara Europa chiederà garanzie: e le garanzie, MES o non MES, Recovery Fund o non Recovery saranno a carico dei cittadini italiani. Attaccheranno il risparmio degli italiani conti correnti, fondi comuni d’investimento e altro?

Ma questo se andrà bene. E se, invece, ci dovesse essere una seconda ondata di Coronavirus che succederà? Cerchiamo di essere “pragmatici”, come dice il ‘genio’ di Di Maio: ci vorrebbero 600, forse 800 miliardi di euro: con l’impegno di restituire più di 500 miliardi di euro! Oltre ai risparmi si prenderebbero porti, aeroporti e beni culturali, proprio come in Grecia!

Questi sono i fatti.

Un Paese come l’Italia, che aveva – e in buona parte ancora ha – l’industria manifatturiera più importante del mondo ridotto alla fame da un Governo che ci sta consegnando a un’Unione europea di parassiti (basti pensare all’Olanda che, se non fosse un paradiso fiscale, ai propri cittadini darebbe da mangiare fiori…).

Un Paese – sempre l’Italia – che aveva le Partecipazioni statali tra le più importanti del mondo, e che adesso rischia, dopo aver perso l’IRI e abbandonato le proprie autostrade, di perdere anche l’ENI e la Finmeccanica.

E dell’Italia dei Comuni ne vogliamo parlare? Dei Comuni che chiedono a famiglie e imprese di pagare l’IMU e la TARI?

Signori sindaci perché invece di pensare ai vostri partiti di appartenenza, non fate una capatina al Quirinale e a Palazzo Chigi per spiegare a questi signori che i cittadini non ce la fanno più e che non sono nelle condizioni di pagare nulla?

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI GIAMMA 

Foto tratta da MALPENSA 24

 

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