Sul Titanic

Guido Silvestri: il Covid-19 in Italia è in fase calante. In Africa fanno più morti AIDS, malaria e tubercolosi

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Abbiamo cominciato a seguire – mettendole a disposizione dei nostri lettori – le riflessioni sul COVID-19 di Guido Silvestri, uno scienziato italiano che vive e lavora negli Stati Uniti d’America. Oggi guidati da Silvestri facciamo il punto della situazione della pandemia in Italia e nel mondo. Il caso Singapore e il caso Equador. Il  Remdesivir

Abbiamo già pubblicato due riflessioni del professor Silvestri. In questa terza riflessione lo scienziato traccia un quadro sintetico ma molto efficace del Covid-19 in Italia e nel mondo.

Leggiamo insieme:

SITUAZIONE ITALIANA
Sulla situazione italiana posto il grafico che vedete qui sotto generato con dati della Protezione Civile. Si riferisce al numero totale in Italia dei ricoverati in terapia intensive con diagnosi di COVID-19, dal 29 febbraio al 18 aprile. Da diversi giorni ho iniziato a seguire più di tutto questo numero perché sembra intercettare meglio di ogni altro indice l’andamento dell’epidemia in Italia. Il messaggio è chiarissimo: siamo in FASE CALANTE. Quanto ci vorrà per uscirne del tutto? Nessuno ovviamente può dirlo con certezza, ma estrapolando dalla curva, si dovrebbe arrivare a zero ricoveri nelle prossime 3-4 settimane.

 

 

 

 

 

2. SITUAZIONE NEL MONDO
Pur con diversi andamenti temporali, le curve di incidenza (i.e., nuovi casi confermati) di COVID-19 sembrano essere ormai oltre il picco quasi ovunque in Europa e Nord America. Situazione tutto sommato sotto controllo in Cina, Corea e Giappone. Si conferma il numero relativamente basso di casi e soprattutto di morti in Europa Meridionale (Italia del Sud, Spagna del Sud e Grecia), South East Asia, Africa, America Centrale e Caraibi, Paesi del Golfo e Oceania. Situazione però da tenere d’occhio in Brasile ed Ecuador (vedi #4).

3. SINGAPORE
Singapore è una città stato che sorge su un isola nella punta meridionale della penisola malese. E’ una regione molto popolata, con 5.7 milioni di abitanti in 275 km2 (i.e., un settimo della provincia di Ancona). Dopo che l’infezione è stata a lungo sotto controllo grazie a provvedimenti aggressivi di isolamento e tracciamento dei contatti, Singapore ora vive una seconda ondata di infezioni con 5992 casi, molti dei quali diagnosticati negli ultimi giorni. Al momento però ci sono solo 11 morti (letalità cruda 0.2%, molto bassa quindi). Ricordo che la teoria secondo cui il clima caldo protegge da COVID-19 – teoria che, come sapete, io ritengo molto plausibile –    prevede che le alte temperature portion non solo meno infezioni, ma anche un decorso clinico meno grave, in quanto inoculi virali più piccoli sono meno capaci di raggiungere i polmoni.

4. IL CASO ECUADOR
L’Ecuador è oggetto di discussioni in quanto, a fronte di dati ufficiali di ~450 morti per COVID-19, circolano notizie di un disastro umanitario a Guayaquil (città costiera di 3 milioni di abitanti), ma non a Quito (la capitale, a 2.800 metri di altitudine). Una grande mortalità da COVID-19 in Ecuador sarebbe un’eccezione alla “legge del caldo” e quindi merita attenzione. Purtroppo la situazione nel paese è confusa e molto politicizzata, con il presidente Lenin Moreno che accusa l’opposizione di “sfruttare” l’epidemia per cercare di farlo cadere. Grazie ad una lettrice nei prossimi giorni sarò in contatto coi responsabili della sanità di quel paese e potrò darvi notizie più attendibili.

5. RIAMMALARSI IN COREA?
In Corea finora ci sono stati ~10.000 casi di COVID-19 e “solo” 232 morti – un quadro positivo attribuito ad isolamento e tracciamento dei contatti. Le istituzioni sanitarie coreane hanno ritestato col tampone ~6,000 guariti, trovando che 163 (2.6%) erano positivi. Nessuno dei 163 aveva sintomi importanti al momento del secondo test positivi. Molte cose non si conoscono in questo studio: (i) stato sierologico dei pazienti (cioè se avevano anticorpi); (ii) tempo passato tra tampone negativo e positivo; e (iii) sensibilità dei test PCR. Inoltre, non c’è evidenza virologica che si sia trattato di vera re-infezione (i.e, virus diverso nei due isolati positivi). Ovviamente l’interpretazione parsimoniosa è che in una piccola minoranza dei pazienti la guarigione clinica avviene prima della guarigione virologica (anche tenendo presente che il virus in Corea circola poco, e le possibilità di re-infettarsi sono basse a priori). In altre parole: l’interpretazione catastrofico-sensazionalista secondo cui COVID-19 non darebbe immunità (vedi titoloni su CNN e HP) è ingiustificata.

6. COVID-19 IN AFRICA
I soliti catastrofisti adesso esprimono grande preoccupazione per i danni che potrebbe fare COVID-19 in Africa, citando la scarsità di risorse sanitarie di molti paesi africani. In realtà questo virus in Africa sta facendo pochi danni per due motivi molto semplici: la popolazione è molto giovane e fa molto caldo. Sono questi due fattori che proteggono dai danni di COVID-19, ma che non aiutano minimamente i milioni di persone che ogni anno, in Africa, muoiono di AIDS, malaria e tubercolosi. Tutte morti delle quali, scusatemi la franchezza, a questi catastrofisti di COVID-19 non frega assolutamente nulla, visto che non li ho mai sentiti dire una parola di allarme o preoccupazione su queste malattie. Siccome non ci sono morti di serie A e morti di serie B, inviterei chi scrive questi articoli sensazionalisti a darsi una bella calmata.

7. SPERANZE PER REMDESIVIR
Due forti segnali di speranza su Remdesivir, l’antivirale che blocca la RNA polimerasi RNA-dipendente di SARS CoV-2. Il primo arriva tramite una comunicazione a dir poco non-ortodossa: si tratta di un video “rubato” durante una analisi preliminare via teleconferenza degli effetti di Remdesivir su oltre 100 pazienti trattati open label a Chicago. Si può discutere a lungo dei metodi, ma in realtà sono dati molto promettenti. Il secondo viene da uno studio del Laboratory of Virology del NIH (Williamson et al, Clinical benefit of remdesivir in rhesus macaques infected with SARS-CoV-2, BioRxiv 2020). Dodici macachi sono stati infettati con SARS-CoV-2, sei trattati con remdesivir e sei senza, con i macachi del gruppo remdesivir che hanno avuto una malattia polmonare molto meno severa. Conclusione: il Remdesivir sembra sempre più promettente, ed è davvero un peccato che sia così difficile usarlo in Italia al posto di altri regimi di dubbia efficacia (clorochina, anti-retrovirali, etc). Ecco il link: https://www.biorxiv.org/…/10.1101/2020.04.15.043166v1.full.…

8. DICHIARAZIONI DI MONTAGNIER SU COVID-19
Dico solo che non mi sembra giusto infierire su un collega di 88 anni che ha fatto cose importanti in passato ed ora è in condizioni di salute non buone. Per cui suggerirei di ignorare queste dichiarazioni senza ulteriori commenti.

Buona Domenica a tutti!

Foto tratta da KONGNews

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