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Coronavirus: all’ospedale ‘Cotugno’ Napoli farmaco sperimentale sta dando buoni risultati/ MATTINALE 454

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Dal Sud Italia – e in particolare da Napoli – arriva un raggio di luce nella lotta al Coronavirus. Un farmaco sperimentale è stato utilizzato su due pazienti affetti da #Covid-19. Il farmaco è il Tocilizumab e viene normalmente usato per curare l’artrite reumatoide. E’ la prima volta che una cura del genere viene sperimentata in Italia grazie alla collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera dei Colli e Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale Napoli

Impossibile non dedicare il Mattinale di oggi all’emergenza Coronavirus. Tra le tante notizie – alcune brutte, dalla situazione sempre grave in Lombardia alla fuga, dalla stessa Lombardia, di persone verso il Sud, fino alla rivolta nelle carceri del nostro Paese – ce n’è una incoraggiante. La leggiamo in un post della pagina Facebook Terroni di Pino Aprile. E’ un articolo nel quale si parla di una possibile cura contro il Coronavirus.

Leggiamo nel post che accompagna l’articolo:

“Napoli, farmaco sperimentale contro il Coronavirus, due pazienti affetti da #Covid-19 sono stati trattati con un farmaco normalmente usato per curare l’artrite reumatoide. Si chiama #Tocilizumab. Ed è la prima volta che una cura del genere viene sperimentata in Italia. È stato possibile grazie alla collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera dei Colli e Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale Napoli”.

Leggiamo adesso l’articolo pubblicato da Informare on line:

“Due pazienti affetti da Covid-19 sono stati trattati con un farmaco normalmente usato per curare l’artrite reumatoide. Si chiama Tocilizumab. Ed è la prima volta che una cura del genere viene sperimentata in Italia. È stato possibile grazie alla collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera dei Colli e Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale”.

“La somministrazione – prosegue l’articolo – è avvenuta nella giornata di sabato. «Già a distanza di 24 ore dall’infusione, sono stati evidenziati incoraggianti miglioramenti soprattutto in uno dei due pazienti, che presentava un quadro clinico più severo» spiegano i medici Montesarchio e Ascierto. «Nell’esperienza cinese – aggiungono – sono stati 21 i pazienti trattati che hanno mostrato un miglioramento importante già nelle prime 24-48 ore dal trattamento, che si effettua con un’unica somministrazione e che agisce senza interferire con il protocollo terapeutico a base di farmaci antivirali utilizzati».

“Sulla scorta di questi primi elementi – conclude l’articolo – si sta valutando la possibilità di trattare altri pazienti in condizioni critiche”.

Per la cronaca, il Tocilizumab è un farmaco che blocca l’attività dell’IL-6 (Interleuchina 6), molecola di trasmissione dati che opera tra le cellule del sistema immunitario stimolando l’attività dei linfociti. Questo farmaco serve a bloccare le risposte anomale ed eccessive del sistema immunitario.

“Recentemente (2016) – leggiamo su Wikipedia – è stato oggetto di un trial, con riscontri positivi, per il trattamento di gravi casi di asma con componente immunodegenerativa. Tuttavia non è stato ancora approvato per il trattamento di tale patologia. E’ stato sperimentato in Cina e anche in Italia contro il virus SARS-CoV-2 nell’epidemia di COVID-19 del 2019-2020. La collaborazione tra Azienda Ospedaliera dei Colli e Fondazione IRCCS Istituto nazionale dei tumori Fondazione Pascale, due pazienti affetti da polmonite severa da Covid-19 sono stati trattati con Tocilizumab. Per la prima volta in Italia, è stata possibile grazie a una stretta collaborazione tra il direttore della UOC di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, il direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto “Pascale” di Napoli e studiosi di virologia italiani e cinesi della University of Science and Technology of China. A distanza di 24 ore dall’infusione, sono stati evidenziati incoraggianti miglioramenti. In Cina sono stati 21 i pazienti trattati che hanno mostrato un miglioramento importante già nelle prime 24-48 ore dal trattamento, che si effettua con un’unica somministrazione e che agisce senza interferire con il protocollo terapeutico a base di farmaci antivirali”.

Il resto lo lasciamo  agli scienziati: a noi interessa intravedere un raggio di luce tra le tenebre di questa malattia.

QUI L’ARTICOLO DI INFORMARE ON LINE

Foto tratta da 2aNews

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