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Incredibile: c’è ancora qualcuno che crede nel raddoppio ferroviario Pa-Me…

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Nel lontano 1978 si parlava del raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina. Sono passati 42 anni e non c’è una mazza! La cosa incredibile è che, in Sicilia, ci sono ancora persone che credono che tale opera verrà realizzata! Ed è solo uno dei tanti esempi: in Sicilia ci sono decine e decine di opere pubbliche lasciate a metà che servono solo per fare sparire montagne di fondi pubblici!

Correva l’anno 1978. Chi scrive iniziava la gavetta di giornalista. Già allora si parlava del raddoppio ferroviario Palermo-Messina. Ebbene, 42 anni dopo il raddoppio di questo tratto di ferrovia della Sicilia è ancora di là da venire. Può sembrare incredibile, ma è così.

Le cronache di queste ore registrano – niente poco di meno! – una presa di posizione ‘muscolare’ dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone:

“Prendiamo atto della presa di posizione di Rfi nei confronti di Toto costruzioni e la condividiamo. L’impresa dopo due anni venga allo scoperto e dica se ha un reale interesse o è nelle condizioni di portare a compimento la più importante opera pubblica della Sicilia”.

Il gruppo Toto costruzioni dovrebbe realizzare quello che, dagli anni ’60 del secolo passato, nessuno ha mai realizzato: il citato raddoppio ferroviario tra la ‘Capitale’ della Sicilia e la Città dello Stretto.

In Sicilia, ovviamente, le persone che conoscono un po’ di storia delle ferrovie italiane non ci credono. E infatti è stata annunciata la sospensione dei lavori.

“Vorrei ricordare – aggiunge il ‘muscolare’ assessore Falcone – che la Regione siciliana è stata parte diligente con Rfi per una piattaforma contrattuale che riconoscesse o che venisse incontro alle richieste della Toto e tutto ciò nell’interesse al riavvio del cantiere e alla realizzazione opera. A distanza di otto mesi dalla ripartenza del cantiere, purtroppo, prendiamo atto che molto poco è stato fatto. Ci siamo stancati: o la Toto riprende i lavori in maniera concreta oppure vada via. Convocheremo un tavolo tecnico, giovedì 9 gennaio a Palermo, per definire la vertenza”.

Chi non conosce lo stato delle grandi opere pubbliche in corso di realizzazione in Sicilia – che ci sono, sono tante e stanno costando una barca di soldi pubblici, molto, ma molto di più delle somme previste nei capitolati di appalto – potrebbe anche prendere sul serio questa storia e i suoi protagonisti.

Ma chi conosce, anche un po’, lo stato delle grandi opere in Sicilia, non può che sorridere: magari un sorriso amaro: ma sorriso!

A Catania c’è la Circumetnea che è in corso di realizzazione dai tempi di Omero: non ci chiedete quanto sia costata fino ad oggi perché non lo sa nessuno.

A Palermo c’è il Passante ferroviario: opera costata oltre un miliardo di euro e ancora incompleta. Non potete immaginare i danni e i disagi che quest’opera ha creato.

Sempre a Palermo c’è l’Anello ferroviario: circa 150 milioni di euro i fondi pubblici spesi fino ad oggi. Lavori realizzati? Sì e no il 20%. Con una città devastata: basti pensare a Piazza Politeama – che un tempo era la Piazza più importante di Palermo – sfregiata, con gli alberi tagliati in attesa di una grottesca stazione ferroviaria in stile Godot…

Per non parlare di via Emerico Amari, di via Sicilia: disagi e devastazioni per un’opera che non verrà mai completata. E sapete, a nostro avviso, perché non la completeranno? Perché nessuno vorrà gestire un minuscolo tratto di ferrovia di pochi Km.

Poi c’è il collettore fognario: un’altra barca di soldi pubblici. Opera interrotta.

Stanno per arrivare altre sette linea di Tram e i parcheggi: soldi di qua e soldi di là. Quanti? Dicono 450 milioni di euro. Altri disastri.

Il nostro amico Pino Aprile, leader del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, pensa che la Sicilia sia come il resto del Sud: senza infrastrutture. E ha ragione: le infrastrutture non ci sono.

Però, dagli anni ’90 del secolo passato il nostro amico Pino Aprile non può nemmeno immaginare quanti miliardi di vecchie lire e oggi quante centinaia di milioni di euro sono arrivati in Sicilia per opere pubbliche mai completate!

Un altro esempio? Sì due esempi: la sistemazione della strada Palermo-Agrigento e la nuova strada Agrigento-Caltanissetta: in circa dieci anni sono stati spesi 3 miliardi di euro e ancora siamo a nulla, nel senso che i lavori sono ancora in corso, in corso, in corso…

E ci fermiamo qui per carità di patria: perché si potrebbe continuare all’infinito: i lavori eterni sull’autostrada Palermo-Catania, la Nord-Sud (che dovrebbe collegare la riviera tirrenica, partendo da Mistretta, con Gela), in costruzione da 70 anni… e via continuando.

Qualcuno potrebbe chiedere: ma come può succedere tutto questo? Come mai non interviene nessuna autorità? Noi, questa domanda, ce la portiamo dietro dagli anni ’80 del secolo passato…

Foto tratta da Wikipedia

 

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