Sul Titanic

Presidente Musumeci e assessore Scavone: con quale faccia volete privatizzare le politiche del lavoro?

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Tra l’altro, come si legge su ‘Live Sicilia’, i privati che dovrebbero intascare una montagna di fondi pubblici (fondi europei, nazionali e regionali) vorrebbero pure le mani libere nelle assunzioni. E non vogliono assumere gli ex sportellisti. Che replicano a muso duro. Vi anticipiamo una cosa presidente Musumeci e assessore Scavone: questa storia, come si dice dalle nostre parti, rischia di finire ‘a bordello’… ma ‘bordello’ serio! 

Scrive Live Sicilia:

“Nuove regole d’accreditamento per le Agenzie per il lavoro (Apl), ma ai diretti interessati le novità non piacciono. La Regione ha deciso di imporre l’assunzione di almeno un ‘ex sportellista’ per quegli enti che aspirano a essere iscritti negli elenchi dei ‘centri per l’impiego’ privati. Anfop, Asef, Assofor, Cenfop, Forma Sicilia e Cna Sicilia segnalano: regole ‘non sostenibili’. E aggiungono: ‘Rischiamo la paralisi. Se non cambiano siamo costretti al ricorso’. Per questo le sigle hanno chiesto la convocazione di un tavolo tecnico all’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, e al dirigente generale del dipartimento competente, Francesca Garoffolo. In un primo incontro Scavone ha comunque manifestato la sua disponibilità ad avviare un confronto per ascoltare le istanze degli enti” (qui per esteso l’articolo di Live Sicilia).

In primo luogo vorremmo porre domanda al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore Antonio Scavone: per quale motivo, in presenza del Centro per l’impiego pubblico della Regione – che grazie agli uffici periferici regionali in ogni capoluogo di provincia e anche in altre cittadine – il Governo regionale dovrebbe ricorrere ai privati?

Forse perché bisogna spartire tra i partiti di maggioranza e di opposizione i copiosi fondi regionali, fondi nazionali e fondi europei destinati alle politiche del lavoro? I politici pensano veramente di arraffare questa montagna di denaro pubblico a umma umma?

In questa scelta, tra l’altro, c’è una contraddizione in termini: in Sicilia – a parte la parentesi degli Sportelli Multifunzionali che, non a caso, la Regione siciliana ha smantellato – l’incontro tra “domanda e offerta di lavoro” è sempre stata mediata dalle segreteria politiche particolari dei parlamentari regionali, nazionali e, a partire, grosso modo, dal 1980, anche dai parlamentari europei.

Il Governo Musumeci, che dovrebbe mandare in soffitta la vecchia politica, pensa veramente di portare a termine questa spartizione in salsa dorotea di fondi pubblici?

Dopo di che, presidente Musumeci e assessore Scavone, fateci capire: volete che ogni Apl assuma un ex sportellista? Gli ex sportellisti sono circa mille e 800, magari li riduciamo a mille e 500. Bene: ma quante Apl sorgeranno in Sicilia? Un numero pari a più di quattro volte i Comuni della nostra Isola? Ma quanti soldi avete intenzione di erogare ai privati?

Non sarebbe più serio far lavorare gli uffici dell’assessorato regionale del Lavoro? Invece, a quanto pare, volete far nascere un numero imprecisato di Apl, che assumeranno personale senza concorso, lasciando fuori gli ex sportellisti!

Pensate veramente, presidente Musumeci e assessore Scavone, che sia così difficile capire il gioco della parti che state mettendo in piedi? Una società privata non ha alcun obbligo di assumere, per legge, un ex sportellista: ed è chiaro che i privati inoltreranno ricorso e vinceranno: e voi, egregi governanti, questo lo sapete benissimo!

Sulla vicenda intervengono anche, con una nota, gli ‘Ex Sportellisti Liberi’, che a proposito della volontà dei privati di lasciare fuori i lavoratori degli ex Sportelli Multifunzionali scrivono:

“Ledono la libertà d’impresa? Ma questi signori hanno idea di cosa significa impresa? L’impresa si assume i rischi, chiamati appunto rischi d’impresa con il proprio capitale, questi vogliono fare impresa con soldi pubblici senza alcuna restrizione. Il punto che ritengono inaccettabile nella delibera è l’imposizione di assunzione di un ex sportellista dall’elenco unico ad esaurimento, un lavoratore, non 10 o 20: un lavoratore e questi fanno la voce grossa come se tutto gli fosse dovuto. Presidente Nello Musumeci, assessore Antonio Scavone ci rendiamo conto della miserabilità di chi si crede imprenditore con le risorse pubbliche? Qualcuno nutre ancora dubbi sulle nostre posizioni riguardo questi soggetti? È chiaro adesso il perché non abbiamo mai voluto le Apl? Ma poi come si permettono, sono ancora debitori nei confronti dei lavoratori e per giunta ci sputano addosso. Nessun rossore e nessuna vergogna”.

Qui gli ex sportellisti toccano un tema delicato: perché – a giudicare da quello che scrivono – i privati che andrebbero a costituire le Apl sarebbero i soggetti che un tempo gestivano gli Enti di Formazione professionale: proprio quelli che hanno licenziato i circa 8 mila dipendenti di questo settore, compresi gli ex sportellisti.

Non solo: a questo punto gli ‘Ex Sportellisti Liberi’ danno una notizia che ci lascia basiti:

“Se questo atteggiamento spocchioso – si legge nella nota – ha la finalità di utilizzare lavoratori, già vessati da sei anni, come arma di mediazione per farsi togliere il paletto del 30% di capitale proprio è vergognoso, è ancora più deprecabile delle stesse mortificazione verso lavoratori ormai alla fame. Comunque fanno un buco nell’acqua perché a noi delle Apl non ce ne frega nulla, semmai possiamo sostenere e siamo in accordo con un punto della piattaforma rivendicativa che ha altre finalità più nobili e non certamente le pretese di quattro datoriali che sono solo una parte irrisoria di tutti coloro i quali aspirano all’accreditamento dei servizi per il lavoro”.

Foto tratta da Il Gazzettino di Sicilia

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