Sul Titanic

Calogero Zucchetto, il poliziotto che non dava tregua ai latitanti

Condividi

Il 14 Novembre del 1982, a Palermo, i mafiosi trucidavano Calogero Zucchetto, poliziotto coraggioso e grande investigatore che operava presso la Squadra Mobile della Questura di Palermo. E’ con grande piacere che nel 37esimo anniversario della sua scomparsa pubblichiamo un ricordo di Pippo Giordano, anche lui poliziotto e amico di Calogero Zucchetto

di Pippo Giordano

I mio ricordo di un giovane Galantuomo siciliano, Calogero “Lillo” Zucchetto, agente della Polizia di Stato, assassinato con numerosi colpi d’arma da fuoco, Palermo alle ore 21,25 in via Notarbartolo. Oltre a essere colleghi, con Lillo ero legato da un affettuosa amicizia.

Lillo, ragazzo bellissimo ed elegantissimo, era eccezionale, intelligente, buono, altruista e soprattutto un investigatore di razza. Io e lui, insieme ad altro collega Ciccio, fummo impegnati per tanti giorni, nell’appostamento poi culminato con l’arresto del capo famiglia di Villabate, Salvatore Montalto.

Per l’omicidio di Lillo, fui chiamato a testimoniare all’aula bunker. Di seguito potete leggere alcuni passi degli atti del maxi-processo. Con l’occasione ringrazio il Gruppo “Fraterno sostegno ad Agnese” Borsellino, per l’encomiabile ricerca e trascrizione degli atti processuali. Infine, evidenzio come prassi comportamentale meschina e aberrante dei cosiddetti uomini d’onore, che nell’immediatezza dell’omicidio di Lillo, misero in giro la “voce” che il movente dell’uccisione era riconoscibile a questioni di “fimmini”. Mettemmo un telefono sotto controllo, proprio per fugare ogni dubbio io e Ninni Cassarà, volammo a Roma per interrogare una donna. Risultò estranea alla menzogna posta in essere da Cosa nostra.

L’OMICIDIO DELL’AGENTE DELLA POLIZIA DI STATO,
CALOGERO ZUCCHETTO

IL GIORNO 14 NOVEMBRE 1982 – ALLE ORE
21,25 – GIUNGEVA AL “113” DELLA POLIZIA LA
SEGNALAZIONE RELATIVA AD UNA SPARATORIA DA POCO
VERIFICATASI IN VIA NOTARBARTOLO. GLI AGENTI
GIUNTI SUL POSTO CONSTATAVANO CHE DA POCO ERA
STATO UCCISO CON NUMEROSI COLPI DI ARMA DA FUOCO
L’AGENTE DELLA POLIZIA DI STATO CALOGERO
ZUCCHETTO, IN SERVIZIO PRESSO LA SEZIONE
INVESTIGATIVA DELLA SQUADRA MOBILE.
LA VITTIMA VENIVA RINVENUTA ACCANTO ALLA
SUA AUTO RENAULT 14 PARCHEGGIATA NEI PRESSI DEL
BAR “COLLICA” E SI APPRENDEVA CHE LA STESSA,
DOPO ESSERSI INTRATTENUTA ALL’INTERNO DI DETTO
LOCALE PER CONSUMARE UN PANINO, NE ERA USCITA E,
MENTRE SI ACCINGEVA A RISALIRE IN AUTO, ERA
STATA RAGGIUNTA DA UNO SCONOSCIUTO, CHE LE AVEVA
ESPLOSO CONTRO DIVERSI COLPI DI ARMA DA FUOCO.
DI PARTICOLARE IMPORTANZA RISULTAVANO LE
DICHIARAZIONI TESTIMONIALI DI EFROSYNI ROMILIA E
DEL SUO FIDANZATO RUGGIERI ROBERTO.

LA PRIMA DICHIARAVA DI ESSERE GIUNTA IN
VIA NOTARBARTOLO CON IL FIDANZATO, A BORDO DELLA
AUTO FIAT 131 DI QUEST’ULTIMO, E DI ESSERSI
FERMATA IN PROSSIMITA’ DEL CITATO BAR.
ELLA ERA RIMASTA NELL’AUTO PARCHEGGIATA IN
VIA NOTARBARTOLO, QUASI ALL’ANGOLO CON VIA
PETRARCA, MENTRE IL FIDANZATO, A PIEDI, AVEVA
RAGGIUNTO IL BAR PER ACQUISTARE DEI PANINI.
DOPO UN PAIO DI MINUTI, AVEVA UDITO UNA
PRIMA SERIE DI QUATTRO COLPI, SEGUITA A BREVE
INTERVALLO DA UN COLPO SINGOLO. PUR NON AVENDO
CAPITO CHE TRATTAVASI DI COLPI DI ARMA DA FUOCO,
SI ERA GIRATA INDIETRO VERSO DETTO LOCALE PER
RENDERSI CONTO DELLA PROVENIENZA DEGLI SCOPPI E,
COSI’ FACENDO, AVEVA POTUTO VEDERE DISTINTAMENTE
UNA PERSONA CON IN MANO UNA PISTOLA PASSARLE
ACCANTO DI CORSA E DIRIGERSI, GRIDANDO, VERSO
UNA FIAT 126 BIANCA POSTEGGIATA IN DOPPIA FILA
ALL’ANGOLO DELLA VIA PETRARCA. LE ERA PARSO CHE
Š L’INDIVIDUO PROVENISSE DAL BAR “COLLICA” E, NEL
MOMENTO IN CUI LE PASSAVA ACCANTO, LO AVEVA
NOTATO OLTREPASSARE UNA AIUOLA UBICATA DI FIANCO
RISPETTO ALL’AUTOVETTURA NELLA QUALE ELLA SI
TROVAVA.

L’INDIVIDUO, COSTEGGIANDO IL MURO DEL
PALAZZO PROSPICIENTE, SI ERA DIRETTO VERSO LA
FIAT 126. CONTEMPORANEAMENTE ELLA AVEVA AVUTO
L’IMPRESSIONE CHE DETTO INDIVIDUO FOSSE SEGUITO
DA ALTRA PERSONA, CHE POI ERA SALITA SULLA 126
PRENDENDO POSTO NEL SEDILE ANTERIORE DESTRO,
MENTRE IL PRIMO SI ERA POSTO ALLA GUIDA
DELL’AUTO STESSA; QUESTA, POI, SI ERA
ALLONTANATA PRECIPITOSAMENTE PER VIA PETRARCA.
DELL’INDIVIDUO ARMATO LA EFROSYNI DAVA LA
SEGUENTE DESCRIZIONE: CORPORATURA SNELLA, ETA’
30 ANNI CIRCA, ALTEZZA MT.1,80 CIRCA, CAPELLI
MOSSI A TAGLIO LUNGO RIGONFI SUL COLLO, CON
GIUBOTTO GRIGIO SCURO E OCCHIALI A LENTI CHIARE.
NON SAPEVA RIFERIRE NULLA DI PRECISO SUL
SECONDO INDIVIDUO.
RUGGIERI ROBERTO CONFERMAVA LE
DICHIARAZIONI RESE DALLA FIDANZATA E RIFERIVA
CHE, MENTRE SI TROVAVA DA CIRCA UN MINUTO NEL
BAR “COLLICA”, AVEVA UDITO DELLE ESPLOSIONI,
SCAMBIATE PER SCOPPI DI PETARDI. TUTTI GLI
AVVENTORI SI ERANO PRECIPITATI FUORI DAL LOCALE,
MA NESSUNO SEMBRAVA AVER PERCEPITO COSA FOSSE

ACCADUTO, DATA LA CALMA CHE REGNAVA NELLA
STRADA.
QUASI DI FRONTE AL CITATO LOCALE AVEVA
NOTATO LA PRESENZA DI DIVERSE PERSONE; UNA DI
ESSE, IN PARTICOLARE, AVEVA ATTRATTO LA SUA
ATTENZIONE PERCHE’ AVEVA ATTRAVERSATO DI CORSA
LA STRADA, SOFFERMANDOSI A GUARDARE SUL
MARCIAPIEDE OPPOSTO. NEL FRATTEMPO AVEVA VISTO
TRANSITARE UNA ALFETTA DELLA POLIZIA A SIRENA
SPIEGATA, CHE AVEVA SUPERATO IL BAR SENZA
FERMARSI.
POCO DOPO, PRELEVATO IL PANINO, ERA
TORNATO FUORI ED AVEVA NOTATO UNA CERTA
CONFUSIONE TRA LE AUTO. AVVICINATOSI, AVEVA
VISTO IL CADAVERE DI UN GIOVANE RIVERSO PER
TERRA CON LA TESTA POGGIATA ALLO SPORTELLO DI
UNA AUTO ROSSA.
LA PRESENZA DELL’ALFETTA DELLA POLIZIA CON
LA SIRENA IN FUNZIONE SI GIUSTIFICAVA CON IL
FATTO CHE, POCO PRIMA DELLA SEGNALAZIONE DELLA
SPARATORIA, VI ERANO STATE ALTRE SEGNALAZIONI DI
Š “SOSPETTI LADRI” E DI ALTRA SPARATORIA –
RISULTATA INESISTENTE – IN VIA CONTE FEDERICO.

CUCCO FLAVIO E VOLUTI ANTONIO,
CONCORDEMENTE, DICHIARAVANO CHE, MENTRE SI
TROVAVANO IN PROSSIMITA’ DELLA RIMESSA
CONDOMINIALE DI VIA NOTARBARTOLO 10, AVEVANO
SENTITO ALCUNE ESPLOSIONI.
DALLA POSIZIONE IN CUI SI TROVAVANO, CON
LA VISUALE COPERTA, NON AVEVANO VISTO NULLA,
ANCHE SE AVEVANO CAPITO CHE LE ESPLOSIONI ERANO
PROVENIENTI DAL LATO DEL BAR “COLLICA”.
TRASCORSI ALCUNI SECONDI, AVEVANO VISTO
TRANSITARE DALL’ALTRO LATO DELLA VIA
NOTARBARTOLO, QUASI RASENTE IL MARCIAPIEDE, UN
INDIVIDUO ARMATO DI PISTOLA. COSTUI SI ERA
DIRETTO DI CORSA VERSO VIA PETRARCA, PRENDENDO
POSTO A BORDO DI UNA FIAT 126 BIANCA CON LA
QUALE SI ERA SUBITO ALLONTANATO IN DIREZIONE
DELLA VIA LAZIO. SECONDO IL VOLUTI, POI,
L’INDIVIDUO IMPUGNAVA LA PISTOLA CON LA SINISTRA
E, PRIMA DI RAGGIUNGERE LA FIAT 126, AVEVA
EMESSO UN URLO INCOMPRENSIBILE. PRECISAVA,
ALTRESI’, CHE A BORDO DELLA AUTO, SEDUTO SUL
SEDILE ANTERIORE DESTRO, VI ERA UN ALTRO
INDIVIDUO.

OLTRE ALL’ETA’ – 25 ANNI CIRCA – E ALLA
CORPORATURA – ALTEZZA 1,70 O 1,75 – NON
FORNIVANO I TESTI ALTRE INDICAZIONI, AVENDO
VISTO L’INDIVIDUO SOLO DI SPALLE.
VISTA ALLONTANARSI LA FIAT 126, I DUE
TESTI SI ERANO DIRETTI VERSO IL BAR “COLLICA”
OVE, PERO’, NON AVEVANO NOTATO NULLA DI
ANORMALE.
SEMPRE PER CAPIRE A COSA FOSSERO DOVUTI
QUEGLI SPARI, SI ERANO DIRETTI VERSO IL
PANIFICIO “SPINNATO” E, TORNATI SUI LORO PASSI,
AVEVANO SCORTO, TRA LE AUTO IN SOSTA DAVANTI AL
LOCALE, IL CADAVERE DI UN GIOVANE CHE GRONDAVA
SANGUE DALLA TESTA.
IL VOLUTI,ALLORA, AVEVA ATTIRATO
L’ATTENZIONE DEGLI AVVENTORI DEL BAR, I QUALI
NON SI ERANO ANCORA RESI CONTO DELL’ACCADUTO.
SI TRALASCIA DI RIPORTARE TUTTI GLI
ACCERTAMENTI SVOLTI AL FINE DI REPERIRE
EVENTUALI TESTIMONIANZE UTILI AI FINI DELLE
INDAGINI, DATO L’ESITO NEGATIVO DELLE STESSE,
MENTRE E’ UTILE PROSEGUIRE NELL’ESAME DEL
RAPPORTO PER DESCRIVERE I MOVIMENTI DELLO
ZUCCHETTO IN QUEL POMERIGGIO.
Š

SECONDO LE DICHIARAZIONI DI GERACI GIORGIO
– APPUNTATO DELLA POLIZIA – E DELLA DI LUI
MOGLIE D’ANNA MARIA TERESA, ENTRAMBI AMICI DELLA
VITTIMA E DELLA SUA FIDANZATA FERLA MARISA, SI
RILEVAVA CHE:
– ZUCCHETTO CALOGERO E FERLA MARISA ERANO
GIUNTI VERSO LE ORE 14 NELLA ABITAZIONE DEI
PREDETTI AMICI E, DOPO POCO, IL PRIMO ERA ANDATO
ALLO STADIO PER ASSISTERE ALL’INCONTRO DI
CALCIO, LASCIANDO LA FIDANZATA IN CASA GERACI;
– AVEVA FATTO RITORNO VERSO LE ORE 20 E,
NONOSTANTE LE INSISTENZE DELLA D’ANNA, NON SI
ERA TRATTENUTO A CENA, DOVENDO RIACCOMPAGNARE A
CASA LA FERLA ENTRO LE 20,30, SECONDO I DESIDERI
DEL FUTURO SUOCERO;
– SEMPRE SECONDO LA D’ANNA, ZUCCHETTO NON
SEMBRAVA AVERE ALTRI IMPEGNI PER QUELLA SERA E
SAREBBE CERTAMENTE RIMASTO A CENA SE NON AVESSE
DOVUTO ACCOMPAGNARE A CASA LA FIDANZATA;
– IL GERACI – IN SERVIZIO ALLA SEZIONE
STUPEFACENTI E BUONCOSTUME – DICHIARAVA DI AVER
INCONTRATO ZUCCHETTO VERSO LE

20,10 DI QUEL GIORNO IN VIA MAZZINI PRESSO UNA
CASA DI PROSTITUZIONE, OVE SI TROVAVA PER
RAGIONI DI SERVIZIO, E DI AVER APPRESO
DALL’AMICO COME AVESSE DA POCO RIACCOMPAGNATO A
CASA LA FIDANZATA DOPO AVERLA PER TUTTO IL
POMERIGGIO LASCIATA IN COMPAGNIA DELLA MOGLIE;
– IN TALE OCCASIONE, LO ZUCCHETTO GLI
AVEVA CONFIDATO DI AVERE INTENZIONE DI FARE UN
GIRO IN CITTA’ E, POI, RINCASARE
DEFINITIVAMENTE.
FERLA ANNA MARIA CONFERMAVA LE
DICHIARAZIONI DEI CONIUGI GERACI E PRECISAVA DI
ESSERE STATA RIACCOMPAGNATA A CASA DAL FIDANZATO
VERSO LE 20. QUESTI, PERO’, NON AVEVA SEGUITO IL
SOLITO TRAGITTO (VIA DEL FANTE – PIAZZA LEONI –
VIALE LAZIO – CIRCONVALLAZIONE), MA AVEVA
IMBOCCATO ALCUNE STRADINE INTERNE. CHIESTOGLI IL
PERCHE’ DI TALE TRAGITTO, IL FIDANZATO AVEVA
RISPOSTO IN MODO EVASIVO E LEI NON AVEVA
INSISTITO OLTRE.
ASSERIVA CHE IL PREDETTO NON AVEVA ALCUN
APPUNTAMENTO E, ANZI, LE AVEVA DETTO CHE SAREBBE
RINCASATO PRESTO PER VEDERE IN TV LA “DOMENICA
SPORTIVA”.

Š APPROFONDENDO LE INDAGINI RELATIVE ALLA
PRESENZA DELLO ZUCCHETTO NELLA CASA DI VIA
MAZZINI QUELLA SERA VERSO LE 20,30, VENIVANO
SENTITI SASALE ANNA – MONDANA -, NAPOLITANO
VITTORIO – DOMESTICO – E LENTINI BRIGIDA –
CAMERIERA -.
LA PRIMA RIFERIVA DI NON AVER VISTO QUELLA
SERA ZUCCHETTO, DATO CHE ERA RIMASTA SEMPRE IN
“CAMERA” CON GLI AVVENTORI.
IL NAPOLITANO CONFERMAVA QUANTO RIFERITO
DAL GERACI.
LENTINI BRIGIDA RIFERIVA CHE LO ZUCCHETTO
ERA VENUTO A FARLE VISITA VERSO LE ORE 20,
INTRATTENENDOSI UN PO’ CON LEI E CON IL
NAPOLITANO E LI’ SI ERA INCONTRATO CON IL
GERACI, CHE ERA GIUNTO PRIMA E CHE, DOPO AVER
SALUTATO IL COLLEGA, SE NE ERA ANDATO.
AGGIUNGEVA COME PIU’ TARDI FOSSE
SOPRAGGIUNTO UN AGENTE IN DIVISA DA LEI
CONOSCIUTO COME “ROBERTO”, IL QUALE LE AVEVA
RIFERITO CHE ZUCCHETTO QUELLA SERA AVEVA
APPUNTAMENTO CON TRE PREGIUDICATI.

LA LENTINI PRECISAVA DI CONOSCERE SIA IL
GERACI CHE LO ZUCCHETTO DA CIRCA UN ANNO IN
QUANTO GLI STESSI, PER RAGIONE DEL LORO
SERVIZIO, ERANO SPESSO VENUTI PER EFFETTUARE DEI
CONTROLLI. CON I DUE ERA SUBENTRATA UNA CERTA
FAMILIARITA’, TANTO CHE ESSI SI ERANO RECATI
SPESSO A FARLE VISITA ANCHE QUANTO ERANO LIBERI
DAL SERVIZIO.
QUELLA SERA, IN PARTICOLARE, ZUCCHETTO
AVEVA PARLATO SOLO CON LEI E CON IL NAPOLITANO E
LE ERA SEMBRATO DI UMORE NORMALE.
L’AGENTE “ROBERTO” VENIVA IDENTIFICATO PER
PAU ROBERTO E QUESTI, CON RELAZIONE DI SERVIZIO,
RIFERIVA DI AVER VISTO – VERSO LE ORE 20 – 20,30
– I COLLEGHI ZUCCHETTO E GERACI ALL’INTERNO
DELLA CASA DI VIA MAZZINI.
TRANSITANDO VERSO LE ORE 21,30 PER LA VIA
NOTARBARTOLO PER RAGGIUNGERE LA VIA SCADUTO, OVE
ERA STATO SEGNALATO UN FURTO, AVEVA NOTATO
NUOVAMENTE LO ZUCCHETTO FERMO, DA SOLO, NEI
PRESSI DELLA SUA AUTOVETTURA.

PRECISAVA DI AVER RIFERITO ALLA LENTINI –
QUELLA STESSA SERA VERSO LE ORE 23,30 –
DELL’OMICIDIO DEL COLLEGA E DI AVER PARLATO,
COME PROBABILI AUTORI DELL’OMICIDIO, DI ALCUNI
PREGIUDICATI CON I QUALI LO ZUCCHETTO AVEVA
APPUNTAMENTO, MA CIO’ SOLO PER DARE UNA RISPOSTA
Š PLAUSIBILE ALLE DOMANDE DELLA DONNA, CHE
APPARIVA DISPERATA.
SI ACCERTAVA, ALTRESI’, COME L’AGENTE
ZUCCHETTO FOSSE ASSIDUO FREQUENTATORE DI LOCALI
PUBBLICI E DISCOTECHE OVE, IN GENERE, SI RECAVA
SOLO.
OCCORRE, A QUESTO PUNTO, INDIVIDUARE IL
PROBABILE MOVENTE DELL’OMICIDIO, SICURAMENTE
LEGATO ALLA ATTIVITA’ DELLA VITTIMA QUALE AGENTE
DELLA POLIZIA.
SI RIFERIVA NEL RAPPORTO COME CALOGERO
ZUCCHETTO FOSSE UN AGENTE DOTATO DI VIVIDA
INTELLIGENZA, CON NOTEVOLE INTUITO ED OTTIMA
CONOSCENZA DEI PREGIUDICATI, COMUNI E MAFIOSI,
DI PALERMO.
CON IL SUO CARATTERE APERTO E GIOVIALE ERA
STATO IN GRADO DI STABILIRE RAPPORTI
CONFIDENZIALI CON GESTORI DI LOCALI PUBBLICI,

PROPRIETARI DI NEGOZI, CON GLI STESSI
PREGIUDICATI, CON PROSTITUTE E CIO’, NELLA
RISOLUZIONE DI VARIE INDAGINI, SI ERA RIVELATO
DI GRANDE AIUTO.
PER LA SUA ESPERIENZA, MATURATA IN OTTO
ANNI DI SERVIZIO PRESSO LA SEZIONE
INVESTIGATIVA, GLI VENIVANO AFFIDATI COMPITI DI
PARTICOLARE IMPORTANZA E RISERVATEZZA: AVEVA,
INFATTI, PARTECIPATO ALLE INDAGINI SFOCIATE NEL
RAPPORTO GIUDIZIARIO A CARICO DI GRECO MICHELE +
161, ALL’ARRESTO DI AGLIERI GIORGIO E SENAPA
PIETRO , ALL’ARRESTO DI SALAFIA NUNZIO, GENOVESE
SALVATORE E RAGONA ANTONINO (OMICIDIO FERLITO
ALFIO), ALL’ARRESTO DI MONTALTO SALVATORE E
CAPITUMMINO FILIPPO. A QUESTA ULTIMA OPERAZIONE
– EFFETTUATA IL 7 NOVEMBRE 1982 – DOVEVA ESSERE
RIPORTATA, SECONDO IL RAPPORTO, L’UCCISIONE
DELLO ZUCCHETTO.
TALE IPOTESI ACCUSATORIA SEMBRA PIENAMENTE
FONDATA: E CIO’, COME SI VEDRA’, PER LE
CIRCOSTANZE TEMPORALI E DI PERSONA CHE EBBERO A
PRECEDERLA.

SULLA SCORTA DI UNA INFORMAZIONE
CONFIDENZIALE RECEPITA DAL DOTT. ANTONINO
CASSARA’, ALLORA COMMISSARIO CAPO DELLA POLIZIA
DI STATO, VENIVANO DISPOSTI SERVIZI TESI ALLA
CATTURA DEL LATITANTE MONTALTO SALVATORE E, PER
GLI STESSI, VENIVANO DELEGATI LO ZUCCHETTO E IL
BRIG.GIORDANO.
E’ ESSENZIALE RIPERCORRERE CRONOLOGICAMENTE LE
VARIE TAPPE CHE HANNO PORTATO ALLA CATTURA DEL
Š MONTALTO, PER COMPRENDERE COME ALLA STESSA SIA
LEGATA LA DECISIONE DI SOPPRIMERE L’AGENTE
ZUCCHETTO.
– APPRESO CHE IL MONTALTO DIMORAVA IN UNA
VILLA COSTRUITA TRA GLI AGRUMETI NELLE IMMEDIATE
VICINANZE DI VILLABATE E CHE SI SERVIVA DI UNA
GOLF BIANCA DI CUI ERANO NOTI I PRIMI TRE NUMERI
DI TARGA, PER UNA DECINA DI GIORNI SI ERANO
AVUTI CONTINUI PATTUGLIAMENTI DELLA ZONA
COMPRESA TRA VIA GIAFAR, VIA CONTE FEDERICO, VIA
MESSINA MONTAGNE, VIA MESSINA MARINE E
VILLABATE;
– LO ZUCCHETTO ED IL COLLEGA GIORDANO, A
BORDO DI VARIE AUTOVETTURE PRIVE DI RADIO (E,
QUINDI, DEL TUTTO “ANONIME”) AVEVANO AVUTO MODO

DI NOTARE UNA AUTOVETTURA DEL TIPO SEGNALATO,
CHE SI INTRODUCEVA DALLA VIA MESSINA MONTAGNE IN
UNA TRAZZERA POSTA A MONTE DELLA STRADA E POCO
DISTANTE DA VILLABATE;
– DA ACCERTAMENTI ESPERITI PRESSO IL
P.R.A. SI ACCERTAVA CHE L’AUTO RISULTAVA
INTESTATA ALLA ZIA DEL MONTALTO E, QUINDI, LA
RICERCA VENIVA CONCENTRATA IN QUELLA ZONA;
– LA MATTINA DEL 28.10.82, LO ZUCCHETTO ED
IL COLLEGA, TRANSITANDO LUNGO LA VIA MESSINA
MONTAGNE, NOTAVANO QUATTRO PERSONE INTENTE A
PARLARE TRA DI LORO NEI PRESSI DI TRE AUTO FERME
ALL’IMBOCCO DELLA TRAZZERA DI CUI SI E’ DETTO;
– DUE DEGLI INDIVIDUI SI IDENTIFICAVANO IN
MONTALTO SALVATORE E GRECO GIUSEPPE FU NICOLA
(“SCARPUZZEDDA”);
– DELLE TRE AUTO, UNA ERA DI GROSSA
CILINDRATA, COLOR ORO METALIZZATO;
– DATA L’IMPREVEDIBILITA’ DELL’INCONTRO,
GLI AGENTI PREFERIVANO NON TENTARE DA SOLI LA
CATTURA DEI LATITANTI, MA RICHIEDEVANO
L’INTERVENTO DI NUMEROSE AUTO DELLA

POLIZIA CHE STAZIONAVANO NELLE VICINANZE,
INTERVENTO CHE, PERO’, NON DAVA RISULTATO
ALCUNO;
– TALE EPISODIO, COMUNQUE, CONFERMAVA COME
IL MONTALTO, GIA’ GRANDE AMICO DI SALVATORE
INZERILLO, SI FOSSE SCHIERATO CON I GRECO DI
CIACULLI – CROCEVERDE;
– NEI GIORNI SUCESSIVI, A MEZZO DI
APPOSTAMENTI E RICOGNIZIONI AEREE CONCENTRATI
NELLA CONTRADA “BALATE” (ALLA QUALE SI ACCEDE
PER MEZZO DELLA TRAZZERA AL CUI IMBOCCO ERANO
STATI NOTATI IL MONTALTO E IL GRECO), SI
Š INDIVIDUAVA LA VILLA DEL MONTALTO STESSO;
– IN TALE VILLA, TRA LE ORE 10,30 E 11,30
DEL 31.10.82, SI ERA SVOLTO UN “SUMMIT”,
CONSIDERATO CHE VI ERANO CONVENUTE UNA DECINA DI
PERSONE A BORDO DI QUATTRO O CINQUE AUTO;
– LO ZUCCHETTO ED I SUOI COLLEGHI,
NONOSTANTE L’IMPIEGO DI POTENTI BINOCOLI, NON
RIUSCIVANO, PERO’, A RICONOSCERE LE PERSONE
SUDDETTE, NE’ AVEVA MIGLIOR FORTUNA UN MASSICCIO
INTERVENTO DI POLIZIA E CARABINIERI, ATTESA LA

DIFFICOLTA’ DI RAGGIUNGERE IN TEMPO UTILE LA
VILLA, UBICATA TRA GLI AGRUMETI;
– IL SUCCESSIVO GIORNO 1 NOVEMBRE, IN
PREVISIONE DELLA CATTURA DEL MONTALTO, IL
COMMISSARIO CAPO DR. CASSARA’ E L’AGENTE
ZUCCHETTO, A BORDO DI UNA MOTO, FACEVANO
UN’AMPIA RICOGNIZIONE DELLA ZONA TRA LE 7,30 E
LE 8,30;
– IN TALE CIRCOSTANZA, TRANSITANDO DAVANTI
ALLA VILLA DEL MONTALTO, I DUE NOTAVANO UNA
MERCEDES COUPE’ ORO METALIZZATO CHE IL SECONDO
RICONOSCEVA COME L’AUTO VISTA IL GIORNO 28
OTTOBRE;
– MENTRE STAVANO PER LASCIARE LA CONTRADA
“BALATE”, PERCORRENDO LA TRAZZERA IN DIREZIONE
DI VIA MESSINA MONTAGNE, LA LORO ATTENZIONE
VENIVA ATTRATTA DA DUE AUTOVETTURE CHE, AD
ANDATURA ABBASTANZA SPEDITA, PROCEDEVANO IN
SENSO CONTRARIO, DISTANZIATE UNA TRENTINA DI
METRI L’UNA DALL’ALTRA;
– POICHE’ ERA INTUIBILE COME L’AUTO CHE
PRECEDEVA FUNGESSE DA STAFFETTA PER LA SECONDA
E, QUINDI, CI SI TROVASSE DI FRONTE A PERSONAGGI
“IMPORTANTI”, IL COMMISSARIO SPOSTAVA LA MOTO

SUL LATO SINISTRO DELLA TRAZZERA E SI FERMAVA,
ONDE AVER MODO DI OSSERVARE MEGLIO GLI OCCUPANTI
DELLE AUTO;
– LA PRIMA ERA UNA “VISA” DI COLORE GRIGIO
CHIARO CON A BORDO IL SOLO CONDUCENTE, LA
SECONDA UNA “RENAULT 14” BIANCA CON A BORDO IL
CONDUCENTE ED UN PASSEGGERO;
– QUEST’ULTIMO, POCO PRIMA DI GIUNGERE
ALL’ALTEZZA DELLA MOTO, SI CHINAVA IN AVANTI,
QUASI DOVESSE PRENDERE QUALCHE COSA DAL VANO
PORTA-OGGETTI;
– SUBITO DOPO IL TRANSITO DEI DUE MEZZI,
LO ZUCCHETTO RIFERIVA AL COMMISSARIO CHE IL
CONDUCENTE DELLA “VISA” ERA IL LATITANTE
PRESTIFILIPPO MARIO GIOVANNI, MENTRE L’UOMO
Š SEDUTO A FIANCO DEL CONDUCENTE DELLA “RENAULT
14” ERA GRECO GIUSEPPE FU NICOLA;
– RIFERIVA, ALTRESI’, LO ZUCCHETTO DI
RITENERE DI ESSERE STATO RICONOSCIUTO DAL
PRESTIFILIPPO E, PROBABILMENTE, DAL GRECO E
SPECIFICAVA CHE IL PRIMO, SE NON FOSSE STATO
RICERCATO, AVREBBE SICURAMENTE TENTATO DI
CONTATTARLO PER CONOSCERE IL MOTIVO DELLA SUA
PRESENZA NELLA CONTRADA “BALATE”;

– LO ZUCCHETTO SPIEGAVA COME, NEGLI ANNI
IN CUI AVEVA ESPLETATO IL SERVIZIO DI VOLANTE
NELLA ZONA DI CORSO DEI MILLE, VIA GIAFAR, VIA
CONTE FEDERICO, AVEVA AVUTO MODO DI CONOSCERE I
PROPRIETARI DEGLI AGRUMETI, ALL’INTERNO DEI
QUALI SPESSO SI SPINGEVA;
– TRA QUESTI PROPRIETARI, AVEVA AVUTO MODO
DI FAMILIARIZZARE CON I PRESTIFILIPPO (NONNO E
PADRE DEI FRATELLI MARIO GIOVANNI E GIUSEPPE
FRANCESCO), MENTRE QUESTI ULTIMI ERANO DA LUI
CONOSCIUTI SIN DA RAGAZZINI PERCHE’
FREQUENTAVANO, INSIEME CON GRECO GIOVANNI
“GIOVANNELLO”, I CASEGGIATI DEL PADRE E DEL
NONNO;
– CON I FRATELLI PRESTIFILIPPO AVEVA
AVUTO, NEGLI ANNI SUCCESSIVI, FREQUENTI INCONTRI
NEI LOCALI NOTTURNI DELLA CITTA’ ED IN TALI
CIRCOSTANZE QUESTI AVEVANO DIMOSTRATO NEI SUOI
CONFRONTI UN ATTEGGIAMENTO AMICHEVOLE, PUR
SAPENDO CHE ERA UN POLIZIOTTO;
– IL GIORNO 7 NOVEMBRE SI PROCEDEVA AD UNA
IRRUZIONE NELLA VILLA DEL MONTALTO E ALL’ARRESTO
DELLO STESSO;

– SIA LO ZUCCHETTO CHE IL GIORDANO, PERO’,
NON COMPARIVANO AL COSPETTO DELL’ARRESTATO, NE’
FIRMAVANO ALCUN ATTO DI SERVIZIO;
– NEGLI ULTIMI GIORNI DELLA SETTIMANA TRA
L’8 ED IL 14 NOVEMBRE, LO ZUCCHETTO RIFERIVA AL
SUO DIRIGENTE DI AVERE INCROCIATO PRESTIFILIPPO
MARIO A BORDO DI UNA FIAT 131; QUESTI, PUR
AVENDO LA PRECEDENZA, SI ERA FERMATO, PER
CONSENTIRGLI DI PASSARE CON LA SUA RENAULT;
– SPECIFICAVA LO ZUCCHETTO DI AVER
INUTILMENTE FERMATO IL PROPRIO MEZZO PER
CONSENTIRE AL PRESTIFILIPPO DI PASSARE, MA,
VISTO CHE QUESTI NON SI MUOVEVA E, ANZI, GLI
FACEVA CENNO DI PASSARE, AVEVA PROSEGUITO,
NOTANDO, POI, COME DETTO PRESTIFILIPPO, DOPO
QUALCHE CENTINAIO DI METRI, AVESSE PRESO UNA
STRADA DIVERSA DA QUELLA DA LUI SEGUITA;
Š – LO ZUCCHETTO ATTRIBUIVA AL CASO QUESTO
ULTIMO INCONTRO E, COMUNQUE, RITENEVA CHE GLI
FOSSE STATA CONCESSA LA PRECEDENZA PROPRIO PER
IMPEDIRGLI DI LEGGERE LA TARGA DELL’AUTOVETTURA;

– ESPRIMEVA, INVECE, IL TIMORE DI SUBIRE
QUALCHE RITORSIONE (COME L’INCENDIO DELL’AUTO)
PER L’INCONTRO DEL PRIMO NOVEMBRE E IL
SUCCESSIVO ARRESTO DEL MONTALTO (7 NOVEMBRE);
– LA RITORSIONE, IN REALTA’, NON SI FACEVA
ATTENDERE, E SI CONCRETIZZAVA NELLA UCCISIONE
DELL’AGENTE.
IL BRIGADIERE GIORDANO GIUSEPPE
(VOL.99 F.262) CONFERMAVA SOSTANZIALMENTE QUANTO
GIA’ RIFERITO CON IL RAPPORTO, MA SPECIFICAVA
CHE, NEL CORSO DEL SERVIZIO DI CUI SI E’ DETTO,
AVEVANO NOTATO TRE PERSONE VICINO ALLA
AUTOVETTURA COLOR ORO METALLIZZATO E CHE LE
STESSE ERANO STATE RICONOSCIUTE DALLO ZUCCHETTO
PER GIUSEPPE GRECO “SCARPUZZEDDA”, MONTALTO
SALVATORE E PRESTIFILIPPO MARIO GIOVANNI
“MARIOLINO”.
RIFERIVA IL GIORDANO COME LO ZUCCHETTO
FOSSE RIMASTO MOLTO SCOSSO DA QUELL’INCONTRO E
GLI AVESSE RACCONTATO DI AVERE – IN PASSATO –
FREQUENTATO IL FONDO DEI PRESTIFILIPPO A
CIACULLI, QUANDO QUESTI NON

ERANO RICERCATI, MENTRE AVEVA PRANZATO, QUALCHE
VOLTA, IN UNA VECCHIA MASSERIA CON IL
“MARIOLINO”.
IL COMMISSARIO CAPO DR. CASSARA’
(VOL.90 F.24) CONFERMAVA, TRA L’ALTRO, GLI
EPISODI SPECIFICI RELATIVI AI SERVIZI PER LA
CATTURA DI MONTALTO SALVATORE, COMPRESO,
OVVIAMENTE, QUELLO DEL 1} NOVEMBRE NEL CORSO DEL
QUALE, MENTRE ERA INSIEME COLLO ZUCCHETTO,
AVEVANO INCROCIATO LE DUE AUTO.
NELL’ESTERNARE LA SUA CONVINZIONE CIRCA LA
FONDATEZZA DELLA MATRICE DEL DELITTO ZUCCHETTO,
ESPOSTA NEL RAPPORTO, RIBADIVA COME QUESTI
CONOSCESSE MOLTO BENE I PRESTIFILIPPO, NONCHE’
GIOVANNELLO GRECO E PINO GRECO “SCARPUZZEDDA”,
PER AVERLI INCONTRATI NELLE PROPRIETA’ DEI
PRIMI, E COME DAGLI STESSI FOSSE ACCOLTO CON
SIMPATIA.
TALI FATTI, AGGIUNGEVA, GLI ERANO STATI
RIFERITI DALLO STESSO ZUCCHETTO E RIGUARDAVANO
CIRCOSTANZE VERIFICATESI ANNI PRIMA, QUANDO
ANCORA I PRESTIFILIPPO E I DUE GRECO NON ERANO
SOSPETTATI DI COMMETTERE AZIONI DELITTUOSE.
Š

IL DR. CASSARA’ RIFERIVA, ALTRESI’, COME
NEL PERIODO IN CUI VENIVANO EFFETTUATI I SERVIZI
TESI ALLA CATTURA DEL MONTALTO, SI IGNORASSE CHE
IL FONDO DI QUEST’ULTIMO ERA CONTIGUO A QUELLI
DEI FRATELLI GRECO MICHELE E SALVATORE, AI QUALI
SI ACCEDEVA ATTRAVERSO LA MEDESIMA STRADELLA.
RITENEVA, IN CONCLUSIONE, IL DR. CASSARA’,
CHE L’OMICIDIO ZUCCHETTO FOSSE STATO CONSUMATO
PER PUNIRLO DELLA INDIVIDUAZIONE DEL MONTALTO,
PER AVER “TRADITO” L’ANTICA OSPITALITA’ DEI
PRESTIFILIPPO E, IN ULTIMO, PER SCORAGGIARE
ULTERIORI INIZIATIVE NELLA ZONA DOVE I GRECO
POTEVANO NASCONDERSI.
TUTTI GLI ALTRI TESTI ((VOL.90 F.11) –
(VOL.90 F.23)) CONFERMAVANO QUANTO GIA’
DICHIARATO ALLA SQUADRA MOBILE E, CONCORDEMENTE
AI CONGIUNTI DELLA VITTIMA, RIFERIVANO COME
QUESTA FOSSE DI UMORE NORMALE NEI GIORNI CHE
AVEVANO PRECEDUTO LA SUA UCCISIONE.

L’ESPOSIZIONE LOGICA E CRONOLOGICA DEI
FATTI CHE PRECEDETTERO L’OMICIDIO DI CALOGERO
ZUCCHETTO PERMETTONO, DUNQUE, DI INDIVIDUARE CON
SICUREZZA IL MOVENTE DEL CRIMINE.
MONTALTO SALVATORE, GIA’ AMICO DI TOTUCCIO
INZERILLO, ERA PASSATO DALLA PARTE DEI GRECO,
TANTO DA DIVENIRE CAPO DELLA FAMIGLIA DI
VILLABATE.
ATTIVAMENTE RICERCATO, AVEVA TROVATO
RIFUGIO NEL SUO FONDO, ATTIGUO A QUELLO DEI
GRECO. TALE ULTIMA CIRCOSTANZA, IGNORATA DAGLI
INQUIRENTI, COME GIA’ DETTO DAL DR. CASSARA’,
TROVAVA UNA CONFERMA NEI SUCCESSIVI
ACCERTAMENTI, COME SI DESUME DAL RAPPORTO IN
DATA 24.3.83 ((VOL.10 F.57) E SEGG.).
LA SUA LATITANZA ERA, QUINDI,
SUPERPROTETTA E INTORNO AL RICERCATO ORBITAVANO
PERSONAGGI DI PRIMO PIANO COME PINO GRECO E
MARIO PRESTIFILIPPO.
PROPRIO L’ANTICA CONOSCENZA CHE DI QUESTI
ULTIMI DUE AVEVA LO ZUCCHETTO PERMETTEVA,

TRA L’ALTRO, DI AGEVOLARE LA CATTURA DEL
MONTALTO.
ALTAMENTE SINTOMATICA E’ LA SUCCESSIONE
CRONOLOGICA TRA DETTA CATTURA (7 NOVEMBRE 82) E
L’OMICIDIO DELL’AGENTE (14 NOVEMBRE 82).
ZUCCHETTO SI ERA RESO “COLPEVOLE” DI UNA
Š AZIONE ALTAMENTE RIPROVEVOLE SECONDO IL METRO DI
GIUDIZIO DELLA SUBCULTURA MAFIOSA, DATO CHE EGLI
AVEVA MESSO AL SERVIZIO DELLA LEGGE QUESTA SUA
CONOSCENZA PER AIUTARE LA POLIZIA A SCOVARE E
CATTURARE IL MONTALTO.
RICONOSCIUTO IN PIU’ RIPRESE DA PINO GRECO
E DA MARIO PRESTIFILIPPO MENTRE CON IL CASSARA’
E CON IL GIORDANO SI AGGIRAVA IN CONTRADA
“BALATE”, AVEVA PER CIO’ STESSO DETERMINATO LE
COSCHE ALLA CONSUMAZIONE DELL’OMICIDIO.
LA CATTURA DEL MONTALTO, POI, AVEVA
SEGNATO UNA COCENTE SCONFITTA PER GLI STESSI
FRATELLI GRECO DI CROCEVERDE, CHE VENIVANO COSI’
PRIVATI DI UN VALIDO ED ATTIVO CAPO – FAMIGLIA,
ED AVEVA DIMOSTRATO COME POCO SICURA FOSSE LA
LORO PROTEZIONE.

UN OMICIDIO COME QUELLO DELLO ZUCCHETTO
NON POTEVA ESSERE DECISO AUTONOMAMENTE DA UNO
QUALSIASI DEGLI ASSOCIATI, MA, STANTI LE
PREVEDIBILI REAZIONI DA PARTE DELLE FORZE
DELL’ORDINE, DOVEVA PASSARE AL VAGLIO DELLA
FAMIGERATA “COMMISSIONE” E DEI CAPI – FAMIGLIA.
NESSUN DUBBIO, QUINDI, CHE DI QUESTO
OMICIDIO E DEL CONNESSO DELITTO DI DETENZIONE E
PORTO DI ARMI (CAPI 237, 238) DEBBANO RISPONDERE
GRECO MICHELE, GRECO FERRARA SALVATORE, RIINA
SALVATORE, RICCOBONO ROSARIO, MARCHESE FILIPPO,
VERNENGO PIETRO, GRECO GIUSEPPE FU NICOLA,
PRESTIFILIPPO MARIO GIOVANNI, PROVENZANO
BERNARDO, BRUSCA BERNARDO, SCAGLIONE SALVATORE,
CALO’ GIUSEPPE’, MADONIA FRANCESCO, GERACI
ANTONIO “NENE'”, SCADUTO GIOVANNI, BUSCEMI
SALVATORE N.28.5.1938, PULLARA’ IGNAZIO, SAVOCA
GIUSEPPE, CUCUZZA SALVATORE, CORALLO GIOVANNI,
BONO GIUSEPPE, MOTISI IGNAZIO E DI CARLO

ANDREA, I QUALI PERTANTO, VANNO RINVIATI A
GIUDIZIO.
NEL CORSO DELLE SUE DICHIARAZIONI,
CALZETTA STEFANO RIFERIVA: “PER QUANTO RIGUARDA
MARIO PRESTIFILIPPO ANCHE LUI FA PARTE DELLA
COMUNITA’ DEI VERNENGO E’ UN KILLER
SPREGIUDICATO. SO CHE ASSIEME A ROTOLO HA UCCISO
LA GUARDIA DI P.S. ZUCCHETTO. NON HO ELEMENTI
PRECISI PERO’ SONO CONVINTO CHE E’ STATO LUI
PERCHE’ IL PRESTIFILIPPO, SE NON SBAGLIO, E’
PARENTE DEI GRECO E SAPEVA CHE ZUCCHETTO DA SOLO
SI RECAVA A CIACULLI PER INDAGARE SUI GRECO”
(FASC.PERS. F.18 E SEGG.).
TALE IMPRESSIONE DEL CALZETTA, PUR SE
Š ESATTA RELATIVAMENTE ALL’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA
DELLO ZUCCHETTO, TALE RIMANE, E NON PUO’ ESSERE
VALORIZZATA PER ESTENDERE LA IMPUTAZIONE AD
ELEMENTI COME I TINNIRELLO, GLI ZANCA ECC..
CON MANDATO DI CATTURA N.372 DEL’8.8.83
VENIVANO INCRIMINATI PER L’OMICIDIO ZUCCHETTO –
TRA GLI ALTRI – ZANCA CARMELO,

SPADARO TOMMASO, LO IACONO PIETRO, SPADARO
VINCENZO, TINNIRELLO BENEDETTO, TINNIRELLO
GAETANO, FEDERICO DOMENICO.
VANNO PROSCIOLTI PER NON AVERE COMMESSO IL
FATTO LO IACONO PIETRO (DETENUTO ALL’EPOCA DEL
DELITTO), SPADARO VINCENZO, TINNIRELLO
BENEDETTO, TINNIRELLO GAETANO E FEDERICO
DOMENICO.
VANNO PROSCIOLTI CON FORMULA DUBITATIVA
SPADARO TOMMASO E ZANCA CARMELO.

*****
GLI ATTI PROCESSUALI RELATIVI ALL’OMICIDIO
ZUCCHETTO SONO RACCOLTI NEL VOL. 1/C
*****

Foto tratta da Antimafia Duemila

Pubblicato da