Minima Immoralia

La vendita dell’aeroporto di Catania? Come Totò Truffa che vendeva la Fontana di Trevi a un americano!

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Questa intervista al vulcanico Mario Di Mauro è tratta dal giornale ‘Contropiano’. La pubblichiamo con piacere perché affronta un tema spinosissimo: il possibile capolavoro dell’ascarismo siciliano, ovvero la vendita dell’aeroporto di Fontanarossa-Catania. Mario Di Mauro è contrario, come sono contrari tutti i Siciliani di buon senso

di Orazio Vasta

Incontrare Mario Di Mauro di persona o al telefono o in rete significa, come si dice dalle nostre parti, “salutarsi ca famigghia”. Ti cattura, con il suo sapere – è un siciliano coltissimo e resistentissimo – e con la sua simpatia. Dal 1978, in Sicilia non c’è movimento di autentica “resistenza civile” al quale non abbia dato un contributo concreto. Da un quarantennio difende la TERRA e la VITA da ogni inquinamento e sfruttamento predatorio, spesso, con risultati positivi di cui non vuole parlare:

“Non ho tempo per commemorarmi, non c’è un minuto da perdere …”.

E chi lo conosce sa che è così. Nessuna etichetta “novecentesca” gli può essere attaccata: si scollerebbe subito! La rete comunitaria di “TerraeLiberAzione”, che ha cofondato nel 1984, è indubbiamente l’organizzazione più radicata nella “Questione Siciliana come irrisolto problema dell’Autodeterminazione del Popolo siciliano sul proprio Terramare di appartenenza e di vita”: si è strutturata anche nella diaspora siciliana nel mondo; non fanno “proselitismo”, rifiutano la visibilità inutile, animano attività produttive, sociali, culturali, sportive…

Nel 1994-’97, furono parte del motore indipendentista di quel movimento “Noi Siciliani”, una bella cosa da “centomila voti”, quando la Bannera siciliana era irrisa: “Arrivaru gli ultras romanisti!”. Giallorossa, la bandiera. TerraeLiberAzione, in realtà, sdoganò la Bannera con la Triskeles e ripulì la “Questione Siciliana” dalle mascariate maf & antimaf… “quell’operazione elettorale fu una esperienza educativa e autoeducativa: al momento la consideriamo una utile parentesi: semu Simenza!”.

Ne riparleremo. Ora lo incontro e lo intervisto sulla questione della privatizzazione dell’Aeroporto di Catania-Fontanarossa di cui è (da un decennio) oppositore intransigente e oggi animatore del movimento di resistenza.

Aeroporto Fontanarossa. Al momento chi è il “padrone”?

“In teoria Fontanarossa – che è la principale ‘industria strategica’ siciliana – è una infrastruttura a ‘padronanza pubblica’, dunque è di tutti. Per una serie di vicende la sua gestione è oggi controllata a larga maggioranza dalla neonata CamCom del Sud-Est (con quote minori al Comune e ad ex-Provincie regionali confluite nel caos di una riforma amministrativa demenzial-populista alla ‘Città metropolitan” ecc…: si sono accodati tutti a CamCom, rinunciando a contare alcunché: il Nulla). In Realtà, il ‘nostro’ Aeroporto internazionale è come la Fontana di Trevi nel film ‘Totò truffa’… Il ‘Padrone’ è chi se lo sta vendendo e incasserà direttamente un Miliardo+. Nell’omertà generale: nessuno deve capirci niente! Dopo la grande privatizzazione cuffariana delle Acque pubbliche (SiciliAcque: un regalo a ENEL&Bollorè, che solo TerraeLiberAzione ha denunciato, mentre accadeva, fin dal 2003!)- quella di Fontanarossa è la più grande privatizzazione dell’intera storia siciliana: e viene trattata come Cosa Loro. A ‘decidere’ è l’ambiente massonico catanese che ha vinto una lunga faida contro il partito Antimaf-confindustriale (Lo Bello-Montante) per spennare la ‘gallina dalle uova d’oro’, l’Aeroporto: questa definizione pennuta è contenuta in una informativa della Squadra Mobile della Questura di Catania nell’ambito di una inchiesta della Procura: 159 pagine che fotografano un intero pollaio della borghesia mercenaria siciliana. Ma ne potrei rivendicare il copyright!”.

Dunque, la “testa dell’acqua”, come scrivi nel tuo libro “L’Isola senza Cielo”, è CamCom …

“La Camera di commercio è un ente che associa le imprese di un determinato territorio per tutelare i loro interessi collettivi, creare opportunità di affari e fornire studi e servizi che ne facilitino l’attività produttiva. Se non serve a questo va chiusa. Qui, al più, spacciano franchising neocoloniali & sagre paesane: altro che Via della Seta! E svendono aeroporti (manco fossero cosa loro!). La neonata super CamCom del Sud-Est, la Camera di Commercio unificata di Catania-Siracusa-Ragusa, al di là di ogni imposizione euro-romana, è la sintesi di un decennio di Faide che hanno lacerato diverse frazioni della borghesia mercenaria che domina sulle Paludi coloniali della sicilietta italienata, in modalità sempre più precarie, miopi e intrallazziste. Combattuta nelle nebbie spettacolari del circo AntiMaf, il vero obiettivo strategico della Faida (a Sud-Est) – come da soli abbiamo denunciato per anni – era ed è la privatizzazione miliardaria dell’Aeroporto di Catania-Fontanarossa, la cui società di gestione, la S.A.C., è controllata da CamCom: è la ‘gallina dalle uova d’oro’, l’ultima vera industria siciliana ancora svendibile all’asta global. Nella Faida decennale abbiamo registrato di tutto, anche una induzione al suicidio: ci manca solo l’omicidio eccellente (ma ormai è fuorimoda, perfino Cosa Nostra, rinomata agenzia di servizi cimiteriali, si è fatta furba!): carte false e coltellate giudiziarie, cene romane ruffiane e trasversali (anche all’Hotel Bernini, a due passi dal Quirinale) e protezioni massoniche e alto-confindustriali, ma non si sono fatti mancare, nel ‘Traffico di Influenze’, neanche una ministra ‘cornificata’, né intrallazzi di petrolio & rottami nelle nebbie del porto petrol-militare di Augusta, e perfino il pizzo sui cannoli aeroportuali a Punta Raisi. Di tutto e di più, all’ombra del controllo di interi assessorati regionali con tanto di bollino AntiMaf, più o meno ricattatorio (anche verso presidenti di Regione)… Sti banditi hanno anche trovato il tempo di espellere dai vertici CamCom l’intero mondo della pesca, che puzzava di lavoro vero in quest’Isola senza Mare! Hanno salato male i loro conti: sul nostro Fronte del Porto -a Catania- la pelle è dura e la Memoria è lunga. Il super-partito della borghesia mercenaria di questa sicilietta italienata è la sintesi sociale di uno Spettacolo neocoloniale secolare: il Consalvo descritto da De Roberto nei Vicere ha figliato come peggio non poteva e si riproduce nelle nebbie tricolorate dell’Isola del Tesoro trasformata in Isola di Miserabili: la regione più povera d’Europa, il cui metabolismo sociale – nelle nebbie e nei campi minati delle sue ‘riserve indiane – è devastato dalla C.E.M., la Coercive Engineered Migration che la svuota di ogni energia vitale: dalle culle alle scuole, dal mondo del lavoro alle strade della vita quotidiana, fino ai pranzi domenicali in famiglia… È il terzo ciclo di deportazione C.E.M.: se ne vanno e si riproducono Altrove. Ora lo stanno scoprendo in tanti, ma l’abbiamo rilevato sul nascere e descritto già 25 anni fa”.

Dove erano le CamCom mentre una intera nuova Generazione veniva svuotata delle sue Energie più dinamiche?

“Non voglio fare polemiche inutili: è urgente l’istituzione di una CamCom siciliana unificata, rappresentativa, federativa e democratica; capace di parlare al Mondo, di sviluppare sinergie e sostenere filiere produttive: di socializzarle e internazionalizzarle in forme virtuose. Oppure è meglio scioglierle queste Cam Com per esaurimento della loro funzione storica: di zombi, in questa sicilietta italienata, ne abbiamo già fin troppi. E giù le mani dall’Aeroporto di Catania: non è un bankomat privato, ma una leva strategica per il decollo del sistema-Sicilia nel Mondo del Secolo asiatico, nell’Epoca del volo aereo a costo d’autobus! Intanto ricordiamoci che una Camera di commercio è un ente che associa le imprese di un determinato territorio per tutelare i loro interessi collettivi, creare opportunità di affari e fornire studi e servizi che ne facilitino l’attività produttiva. Se non serve a questo va chiusa. Noi non giochiamo a CamCom!. Punto”.

Quale è l’importanza strategica di Fontanarossa?

“Nell’epoca del volo aereo, lo spazio aereo è un campo di battaglia. E’ territorio strategicamente conteso. E come ogni altro spazio siciliano (terrestre o marino) anche lo spazio aereo è un territorio a multiforme dominio neocoloniale: civile e militare. Lo spazio aereo siciliano è dominato nella relazione strategica tra Roma e Washington contro il popolo siciliano. Il mercato mondiale nell’epoca del volo aereo è determinato da strategie politiche sofisticate sulle quali interi Stati investono con lungimiranza: gli Emiratini del Golfo, con un aeroporto e una compagnia aerea, in appena trent’anni, vi hanno costruito una nazione! Quanto agli investimenti necessari allo sviluppo dell’Aeroporto, gli ricordiamo che esistono anche la B.E.I. (Banca Europea per gli Investimenti) e la C.D.P. (Cassa Depositi e Prestiti, che è stata consolidata dai cinesi ‘elettrici): basta chiedere. Per non dire dell’art. 41 (senza bis) del nostro defunto Statuto di Autonomia, lasciamo stare (per ora): a parte noi, nessuno lo ha mai capito? Ci basta dire che non serve nessuna banca Rothschild &C, neanche per la due diligence. Senza offesa, ma questi privatizzatori ci ricordano Totò Truffa che vendeva la Fontana di Trevi a un turista americano! L’Aeroporto di Catania appartiene al Popolo Siciliano! E non è in vendita! Qui ci manca solo il Comune dissestato che si vende Villa Bellini per farne un agriturismo! Punto. Il Futuro della Sicilia – l’Isola senza Cielo – nel Secolo XXI dipende da questa battaglia strategica: anche sulla Via della Seta. Altro discorso sarebbe cercare – per la gestione e lo sviluppo dell’Aeroporto – un socio privato qualificato, ma di minoranza: meglio se cinese (altro che affaristi tricolorati e n-europei!). Alitalia, per dirne una, con le sue tariffe coloniali, ci ha rapinati per 50 anni! Nell’epoca del volo aereo, l’isola senza cielo è un’Aquila senza Ali. E’ l’Isola remota di Bruxelles che elemosina sconticini sui ticket impugnando la sua insularità handicappante. E’ la sicilietta italienata che rinuncia ai suoi Aeroporti con motivazioni straccione. Li dobbiamo FERMARE SUBITO! Nel Secolo asiatico è tempo di volare! Altro che ponti ideologici per andare a Reggio Calabria! C’è l’aliscafo! E per Berlino? C’è l’aereo, e ci mette meno del treno lumaca Catania-Palermo! Per non dire dell’Isola senza Mare, priva di una qualunque sovranità sulle proprie acque territoriali! Avaja!”.

Nell’inchiesta lunga un decennio che l’Istituto TerraeLiberAzione conduce su “Fontanarossa” ne avrete viste tante … C’è un episodio particolare?

“Ce n’è per farne un film, anche con scenette tragicomiche. Ne dico una recente: il 25 marzo 2019, il ministro M5s Toninelli, che decollò da Roma contro la privatizzazione e per la statalizzazione tricolorata di Fontanarossa (altra minkiata coloniale!) … atterrò a Catania che era già a favore: ‘Ma vigileremo sulla privatizzazione … pancia a terra!’. In una saletta riservata dell’Aeroporto venne ‘catechizzato’ dai capi di SAC che lo convertirono sulla via di … un pubblico convegno dei grillini siciliani schierati contro la privatizzazione… Fu una serata demenziale! Mi sono ricordato perfino dei vecchi tempi in cui da Botteghe Oscure, ribaltando la posizione, partiva il ‘contrordine compagni!’, ché tanto obbedivano tutti, poiché ‘il partito non sbaglia mai’. Il gruppo parlamentare grillino all’ARS è stato umiliato dal loro ministro e perfino sfottuto da Agen, il ‘Padrone di Fontanarossa. E stiamo parlando di un partito che all’ARS rappresenta oltre un milione di Siciliani!”.

Per la difesa dell’aeroporto etneo si è costituito da mesi un Comitato, animato da TerraeLiberAzione, Federazione del Sociale USB, CUB e diverse associazioni, in particolare gli emigrati siciliani de “L’Altra Sicilia”. Perché ha poca visibilità sui media?

“Che ci siamo e cosa vogliamo, nelle redazioni che contano lo sanno tutti. La risposta è semplice: a chi appartengono questi massmedia? Lo Spettacolo coloniale in Sicilia è totalitario, magari ci facciamo un’altra intervista … ma non farò nomi di giornalisti e politici ‘venduti’, mi fanno pure pena e la Legalità coloniale da ragione a iddhi: ti dico solo che la malaprivatizzazione di Fontanarossa è gestita nell’ambiente massonico: quanto agli altri che contano… si ‘vendono’ per molto meno delle briciole del Miliardo+ che frutterà la malaprivatizzazione della più grande industria strategica dell’Isola più strategica e cruciale dell’intero spazio euro-mediterraneo: altro che periferica! Comunque possono farlo impunemente: le masse colonizzate sconoscono perfino la carta geografica; la borghesia mercenaria  – specie gli accademici- conosce invece assai bene questa ‘carta’ e la traduce in altra ‘carta’ inseguendo l’odore dei soldi! Il Nemico è a casa nostra! Quanto alle masse colonizzate… se gli togli il biberon tricolorato vanno in crisi di astinenza: l’essenza politica dell’Isola del Tesoro ridotta a Isola di Poveri è tutta qui. La Sicilia è la regione più povera d’Europa… e tale resterà se non insorge per la sua Indipendenza culturale: qui serve una Ri-Evoluzione antropologica! Ma se, in questa tragicommedia coloniale, glielo spieghi … diventi un nemico pubblico, ben che vada ti censurano, poi ti mascarìano”! Intanto abbiamo fatto saltare il tappo omertoso sul vincolo militare che incombe su Fontanarossa e sullo Spazio Aereo siciliano, ostacolandone la valorizzazione civile”.

Parlami delle minacce che hai ricevuto fino a casa tua e di notte dalla NSA americana, proprio per le posizioni che il movimento TerraeLiberAzione ha preso contro il MUOS e sullo Spazio Aereo siciliano. Non hai paura a dire queste cose?

“Sì. Se in quest’Isola cerchi la Verità e lavori per la Giustizia hai tutto da perdere e con la Signora Paura devi imparare a convivere. E’ una cara amica la Paura, almeno è sincera. E da Devoto di Sant’Agata, martire siciliana indipendentista, ho anche l’obbligo etico-religioso ad andare avanti: la Verità delle Cose ha la testa dura e va studiata e comunicata con ogni mezzo possibile, anche ‘salendo sui tetti e urlandola a tutti’ (Vangelo di Matteo): in uno studio dell’ Istituto TerraeLiberAzione la Sovranità sullo Spazio Aereo, nell’Isola contesa, l’abbiamo stimata in 45.000 kmq. Al centro del Corridoio mediterraneo che collega l’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano, sul quale scorre, in valore, circa 1/3 del commercio e dell’informazione globali la colonizzazione dello spazio Aereo dell’Isola contesa, tanto nella sua dimensione civile quanto in quella militare, proietta in Cielo i conflitti del suo TerraMare. Come in Terra così in Cielo. La Sicilia confina con sé stessa. Ma è nel Mondo. In questo Mondo ci può stare in due modi: da colonia o da Isola-Nazione. Nella lezione magistrale di Karl Schmitt, l’insularità è luogo privilegiato di accumulo della potenza geopolitica”.

Ma a chi appartiene questa “potenza” nell’Arcipelago di Sicilia?

“Certo non appartiene alla CamCom Sud-Est che controlla S.A.C., la società ‘pubblica’ che gestisce l’Aeroporto di Catania e che lo sta mettendo all’Asta Global per intascarsi ‘ben oltre un Miliardo’ (lo dicono loro!)”.

Se vendono “Fontanarossa” cosa accadrà?

“All’inizio niente. Fontanarossa è un caso pazzesco di industria strategica in piena salute che viene privatizzata all’asta global! Ormai, quasi per inerzia, sta superando il milione di passeggeri al mese. E’ il Mondo che ci cerca. Fatto sta che si stanno vendendo all’asta global un gioiello che avevano ricevuto in custodia-affidamento… Una casa che possiedi in affitto te la puoi vendere? Se mi presti la tua auto… me la posso vendere? Secondo la legalità coloniale-liberista si può fare. Ora mettiamo all’Asta le loro case e pure il palazzo della borsa che è sede di CamCom!? Atterriamo. Poi  – l’acquirente dell’Aeroporto – deciderà quali flussi alimentare e quali ignorare; deciderà quali compagnie aeree favorire e quali ignorare…Quanto alle tariffe del biglietto le deciderà l’insindacabile Dio Mercato e sappiamo già come ci finirà, a noi Siciliani! Senza una Compagnia Aerea siciliana, a controllo pubblico, faranno come sempre quello che gli pare… Il nuovo Padrone deciderà, prima o poi, dopo cinque anni prevedo (e ne avrebbe il pieno Diritto), di fare dell’Aeroporto un asset da giocare liberamente per i suoi interessi…che non saranno del tutto gli interessi del POPOLO SICILIANO”.

Intanto, anche sul piano sindacale, le migliaia di lavoratori e lavoratrici, ma anche le piccole imprese dell’Aeroporto e dell’indotto (che è enorme) avranno tutto da perdere dalla mala privatizzazione…

“Oggi, bene o male, hai un interlocutore-controparte a kilometro zero… domani lo dovrai andare ad assicurare, inseguire, in chissà quale Fondo lussemburghese con cassaforte in chissà quale paradiso fiscale. Prendete appunti e arrusbigghjiativi! Stanno tutti a sbraitare contro un Mondo che non capiscono, o a negoziare piccole rendite corporative: è una Palude di miseria politica, sindacale, culturale. U Sicilianu Novu deve alzare uno sguardo profetico e realista, ri-evoluzionario e scientifico, sul Mondo del Secolo XXI… qualcuno ha una idea migliore? La soluzione storica alla questione tragica dell’Isola del Tesoro ridotta a Isola di Poveri è tutta qui. Il resto è riciclaggio di vuote parole… L’Istituto TerraeLiberAzione comprese nel 1995, sul campo, la nuova emigrazione che avrebbe svuotato il demos siciliano in un ciclo generazionale. E’ la C.E.M., Coercive Engineered Migration: pianificazione demografica colonialista, che ci lascia anche un milione di case vuote: cosa ce ne facciamo? Ben che vada milioni di turisti verranno dirottati in 3-4 divertimentifici industriali di qualche multinazionale – attipu Sharm – che trasformerà la Sicilia in una Disneyland turistificata, con alcuni centri gentrificati… Questo va impedito, a prescindere.

E sul piano occupazionale?

“Tutto si ridurrebbe a qualche decina di manager a capo di un piccolo esercito di poveri servitori locali e poverissimi lavapiatti immigrati, per non dire delle guide turistiche che della GeoStoria della Trinakria trasmetteranno la versione coloniale variamente tricolorata! E vissero tutti felici e contenti! Come in Cielo, così in Terra. Qui non vedono a un palmo dal naso. Cosa ci devono rapinare ancora, grazie alla borghesia mercenaria & intrallazzista che ci ritroviamo?”.

Sullo Spazio Aereo siciliano incombe un pesante “vincolo militare”. In breve, cosa ci dici?

“In breve. Sorvoliamo sul danno generale che questo vincolo produce, un“vincolo che definiamo coloniale a 360 gradi, inclusa la protezione civile, per capirci… Restiamo ‘sul pezzo’: la possibilità di operare sull’aeroporto di Catania si stabilisce attraverso un numero di voli per ora. La cifra viene calcolata con vari parametri: capacità dell’aerostazione, pista e altri standard internazionali. Scrive il mio amico giornalista Mario Barresi (La Sicilia): «Attualmente – si legge in una nota riservata che Sac ha inviato ad alcuni interlocutori istituzionali – la criticità bloccante è determinata dal sistema del controllo del traffico aereo», che a Catania viene coordinato in sinergia tra la torre di controllo gestita da Enav e AERONAUTICA MILITARE. Quest’ultima ha fissato i movimenti per ora a un massimo di 20 fra Catania e Comiso. «Il che significa che qualsiasi sviluppo dei due aeroporti non potrebbe comunque avere luogo per più di questi movimenti e dunque del numero di passeggeri conseguente», scrive l’amministratore delegato di Sac, Nico Torrisi. E il numero di 20 voli viene ridotto in alcune fasce orarie: ad esempio, appena 9 movimenti l’ora dalle 21 alle 7. Un freno all’attività di questa stagione; una zavorra nei periodi di picco di traffico estivo. E non solo, perché “rispetto alle previsioni di crescita del traffico negli aeroporti della Sicilia Orientale (triple rispetto alla media nazionale), il protrarsi di una tale situazione renderebbe incompatibile la crescita e vani gli investimenti già previsti nel contratto di programma», fra i quali la nuova pista e l’interramento ferrovia”. Lampi di Verità nelle Nebbie del vincolo militare. Ora è un segreto di Pulcinella: e ci fanno pure le gite scolastiche con l’alternanza scuola-lavoro, adescando i giovani terroni dei licei e dell’istituto aeronautico di Catania, il cui unico futuro è quello di arruolarsi nelle Truppe alate che ‘difendono la pace nel mondo’ bombardando al servizio degli Alleati: perfino con la Francia contro la Libia, che avrebbero invece dovuto difendere. Che poi un aereo civile possa decollare o atterrare a Catania-Fontanarossa solo a controllo militare – droni americani permettendo – è un dettaglio irrilevante: è la normalità coloniale in quest’Isola senza Cielo. Non lo capisce nessuno?. La banalità del Male è come l’Inferno coloniale: non ha fondo”.

Cosa si muove in quel mondo che da un quarantennio definisci “Sicilia profonda”?

“E’ una Palude che sprofonda, il metabolismo sociale è anemizzato dall’emigrazione giovanile: ora anche migliaia di cinquantenni che hanno resistito in attività varie hanno le valigie pronte … e perfino i neopensionati progettano Tunisie, Canarie e Portogalli! Ma c’è un risveglio generazionale che attraversa realtà assai diverse: nella Sicilia profonda rileviamo e diamo una mano – dove possibile – a una R/Esistenza diffusa… E’ generazionale: cu resta arrinesci! Ma tra il dire e il fare… c’è da lavorare”.

Cosa ne pensi dei “sicilianisti”?.

“Guai alle derive sicilianiste interclassiste sistemiche. Quasi solo in certe metanarrazioni epiche esiste un popolo tutto buono e un mondo tutto cattivo che lo sfrutta e umilia. E’ nebbia. Il nostro indipendentismo, da un quarantennio, è altra-cosa. Il Nemico principale è a casa nostra: prima lo si comprende e meglio è. Il nostro modello di sviluppo indipendente ed eco-sociale del Sistema Sicilia ha un potenziale quantitativo e qualitativo 100 volte superiore al modello neocoloniale che ci hanno imposto: ma il Nemico principale è a casa nostra. E non se ne deve parlare. In fondo, questa censura totalitaria è un segno di debolezza dello Spettacolo coloniale tricolorato, un sintomo evidente di ignoranza o malafede. Ma i nodi sono già al collo: ci tengo a precisare che la resistenza generazionale sta assumendo carattere trasversale, per sintesi comunicativa: dai centri sociali orfani di ideologie sessantottine fino a decine di giovani di Confindustria, Confagricoltura ecc… orfani di quel partito Antimaf intrallazzista che ha preso in giro pure loro. E – come Istituto TerraeLiberAzion e- ne conosciamo e incontriamo tanti. Sta accadendo qualcosa, ma dobbiamo aiutarla ad accadere per il Bene Comune del Popolo Siciliano nel Mondo del Secolo XXI. Ma si deve comprendere il quadro in cui tutto accade. Roma è padrona dell’Isola del Tesoro e regola il traffico della flotta corsara dell’imperialismo nordico che la saccheggia nelle nebbie fitte dello Spettacolo coloniale e nello sprofondamento mentale di massa, alimentato dall’Accademia della Sicilia risorgimentata, che da quasi 160 anni gestisce sofisticate serrecoloniali che riproducono frutti marci e semi avvelenati: alienazione e sradicamento. Ci vuole un Miracolo! La Sicilia di Sigonella e del MUOS – gestita dall’Entità romana (e vigilata da GLADIO &C.) – è l’ultimo vero rottame geopolitico della seconda G.M. nell’emisfero occidentale. E la Sicilia è condannata a diventare una grande batteria elettrica dell’imperialismo italiano ed europeo. Ma il nemico principale è a casa nostra e perfino nei nostri cervelli. Che la crisi di squilibrio del sistema-Italia avrebbe riproposto ciclicamente  – da Nord a Sud- una ridiscussione della stessa forma-Stato (oggi ritornano le Autonomie differenziate a trazione padana, per via non casualmente extra-parlamentare) lo abbiamo previsto regolarmente fin dagli anni Ottanta. L’attuale crisi ideologica dell’Unione Europea ha indebolito il vincolo esterno che si traduceva anche nel meccanismo doppio del neocentralismo romano e della cessione negoziata di quote di sovranità a Bruxelles. Resta il fatto che  – al netto dell’inevitabile disastro italiano sul ciclo dell’impagabile Debito pubblico – le leggi reali, i regolamenti effettivi e perfino la moneta che usiamo sono made in U.E.- Lo ripeto: la crisi dell’UE è ideologica, non (ancora) strutturale. E quanto ai sedicenti nazional-sovranisti, pompati anche dai massmedia dei loro nemici, verranno usati e metabolizzati: non prevarranno infine da nessuna parte. A complicare la Questione siciliana c’è anche il Muro sull’Acqua che spacca i popoli del Mediterraneo e che si traduce, tra l’altro, nella demenza razzista di una italietta sterile, cafona, provinciale e destinata a sparire del tutto come soggetto della scena geopolitica mondiale: altro che sovranisti, questi sono accattoni, e ben che vada la loro italietta sarà un parco a tema per turisti asiatici ed europei: altri invasori? (Ridiamo, che è meglio!)”.

Un’ultima domanda. Cosa è Catania?

“Catania è figlia dell’Etna, ma da mezzo secolo cementifica le sue sciare laviche come fossero vuoti da riempire. Quelle lave che non riuscirono a travolgere il Castello di Federico – Rex dei Siciliani e Stupor Mundi – che la fantasia cafonal-borghese ha però dedicato a un inesistente casato degli Ursin”! Ecco un esempio sintetico di dissesto psico-storico. Ma neanche lo capiscono. Perfino la nostra surreale serie ‘C’ calcistica, in fondo, è il risultato dello sciattonaggio (sciatteria&accattonaggio) in cui sono riusciti a comprare partite non vinte facendosi fottere pure i soldi: stamu avvulannu! (parlando da un telefono che si era voluto controllato contro fantomatiche minacce degli ultras, peraltro disprezzati con arroganza manco fossero loro gli intrusi al Cibali!). Ed è inutile evocare il mito di una Catania che risorge sempre dalle sue ceneri: non si vedono nuovi Biscari in giro, né altri Vaccarini…e neanche l’ombra di un Filosofo del Diritto come Mario Cutelli (1589 –1654) in grado di negoziare con abilità consuetudini autonòmiche e sacrosanti Diritti di una città perfino con l’uomo più potente del Mondo, il re di Spagna. Ci fosse almeno un poeta rivoluzionario come Micio Tempio, a sputtanarli tutti, li seppelliremmo a risate! Sia chiaro: nel Secolo XXI una metropoli euro-mediterranea come Catania non si può amministrare, né tanto più governare con gli strumenti arrugginiti e avvelenati di un centralismo statalista fuori dalla storia, con o senza le nebbie di una falsa e pure azzoppata Autonomia regionale. La Catania che vogliamo è quantomeno una città-stato come Amburgo, non una cavia dissestata e scafazzata in serie C. La Catania che vogliamo prefigura una Sicilia sovrana e solidale, ricca e serena. E perché no?”.

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