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L’Europa dell’euro dei nani e gli avvertimenti del Premio Nobel per l’economia, Stiglitz

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In queste ore l’Unione Europea dell’euro tira la corda con l’Italia. Ma i “nani” di Bruxelles non si illudano di poter sfuggire all’appuntamento con la storia: o una nuova Europa integrata e solidale, liberata dai fondamentalisti di mercato o, prima o poi, la dissoluzione. Con costi umani e sociali incredibili

di Antonio Piraino

Mentre le classi dirigenti europee discutono animosamente dei nuovi assetti di potere, sembra che l’unico problema vitale dell’Europa sia l’apertura o meno della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

Quanti siano i miliardi in gioco (4? 6? 10?), in termini di minor deficit per l’anno in corso ed il prossimo, non è chiaro. Almeno per me!
In ogni caso, meno dello 0,5% del PIL.

Eppure ben altre sono le questioni sulle quali si gioca il nostro futuro!

Osserva Joseph Eugene Stiglitz (cfr “L’EURO” pagg. 31 e 34-35), Premio Nobel per l’economia nel 2001:

“L’Europa deve muoversi in una di queste due direzioni: ‘Più Europa’ o ‘meno Europa’. Ciò significa compiere una scelta: a) realizzare le riforme necessarie perché l’euro funzioni per tutta l’Europa… Introducendo, per esempio, un sistema comune di garanzia dei depositi o alcune forme di prestito comune, come gli eurobond (che per l’Italia potrebbero determinare un risparmio annuo di interessi superiore a regime a 40 miliardi!). Oppure, b) ridimensionare gradualmente il progetto della moneta unica… (attraverso) un’uscita della Germania. In alternativa… potrebbero uscire alcuni Paesi della periferia. Una terza possibilità consisterebbe nella formazione di due blocchi, con un euro del Nord e un euro del Sud. La quarta opzione è l’euro flessibile… Ma l’attuale via di mezzo è insostenibile, e qualsiasi tentativo di mantenerla cercando di tirare avanti alla meno peggio avrà costi economici, sociali e politici enormi”.

Per tale ragione “l’Eurozona subirà altri scossoni e i Paesi più deboli potrebbero conoscere nuove crisi…”.

In estrema sintesi, se l’Unione Europea non avrà il coraggio di “cambiamenti più sostanziali e profondi di quelli attualmente in discussione… allora occorrerà ripensare alla radice l’intera questione dell’euro”.

Parola di Joseph Eugene Stiglitz, come già ricordato, Nobel dell’Economia!

L’Europa vuole “cazzeggiare” con il povero Giuseppe Conte? Si diverta pure.

Ma i “nani” di Bruxelles non si illudano di poter sfuggire all’appuntamento con la storia: o una nuova Europa integrata e solidale, liberata dai fondamentalisti di mercato o, prima o poi, la dissoluzione.

Certo non domani, ma dopo costi umani immani!

Foto tratta da dagospia.com

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