Sul Titanic

Nell’isola del tesoro della Cmc (leggere strada Palermo-Agrigento) arrivano le ‘ferie forzate’…

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L’attuale ‘copione’ delle grandi opere pubbliche in corso di realizzazione in Sicilia, programmate sul modello dei rotoloni che non finiscono mai, prevede, per questo Natale, scene da ‘Libro Cuore’, con gli operai posti in “ferie forzate”. Il tutto in attesa che si trovino altri copiosi fondi pubblici per andare avanti senza arrivare mai alla fine. La recita dei sindacati sulla Palermo-Agrigento in attesa di cimentarsi sulla Caltanissetta-Agrigento e sulla metropolitana di Catania. E poi dicono che il Teatro è in crisi…  

La Cmc, gruppo che fa capo alla Lega delle cooperative, dà il ‘Buon Natale’ alla Sicilia. Il colosso è in crisi, avendo già nei giorni scorsi depositato in Tribunale un’istanza di concordato preventivo per la ristrutturazione del debito. Così arrivano i contraccolpi negativi anche nella nostra Isola, dove il gruppo gestisce gli ‘eterni’ lavori della strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento, della strada Caltanissetta-Agrigento e la metropolitana di Catania. Lavori eterni, dicevamo, perché non finiscono mai come certi rotoloni di carta…

Dopo di che c’è la ‘recita’ delle organizzazioni sindacali, che fanno finta di non sapere che i lavori pubblici, in Sicilia, non servono a completare le opere e metterle a disposizione dei cittadini, ma a fare ‘ingrassare’ all’infinito le imprese – ormai da anni non più siciliane – che le gestiscono.

In un comunicato della CGIL siciliana leggiamo:

“I primi segnali negativi sono giunti a una delle sue controllate, la Bolognetta Scpa, che ha in corso il cantiere della Bolognetta-Lercara sulla Palermo-Agrigento. A partire dal 17 dicembre l’azienda vuole sospendere i 130 dipendenti, mettendoli in ferie obbligate. In Sicilia, dove la Cmc gestisce opere che valgono circa due 2 miliardi, tra cui il primo lotto della Caltanissetta-Agrigento e la metropolitana di Catania, sono a rischio più di mille lavoratori”.

I Nuovi Vespri si è occupato più volte dei disastri della strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento. Abbiamo lascito la parola ad Alfio Di Costa, ingegnere, leader del Movimento ‘Insieme si può’, che a proposito dei cantieri aperti sulla Bolognetta-Lercara Friddi scrive:

“Quest’opera ha visto impegni di spesa spropositati con risultati scadenti. Basti pensare che solo per il rifacimento del tratto che va da Lercara Friddi a Bolognetta – è storia di questi anni – è stato speso oltre un miliardo di euro!” (QUI POTETE LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO DI ALFIO DI COSTA).

Pensate un po’: un miliardo di euro già speso e ancora ci sono i lavori! Che vengono addirittura ‘sospesi’, mettendo in “ferie forzate” i lavoratori che – questo va detto – hanno trovato un lavoro che sta durando e che durerà molto più del previsto, se è vero che tutta la nuova strada Palermo-Agrigento avrebbe già dovuto essere pronta nel 2016: invece ci sono ancora i cantieri, di modo che arrivino tanti, tanti altri fondi pubblici: olè!

La ‘recita’, ovviamente, deve continuare. E’ già andata in scena, proprio come in un teatro, “un’assemblea dei lavoratori con i sindacati degli edili di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Si è stabilito che il 13 dicembre ci sarà una manifestazione lungo la statale, nei pressi dello svincolo di Villafrati. I sindacati chiedono l’adesione dei sindaci del circondario e dei lavoratori di tutto l’indotto collegato all’appalto. E hanno spedito una lettera all’assessore alle Infrastrutture, per avviare un confronto con Anas e con l’impresa”.

Insomma, la ‘festa’ non deve finire: questa sceneggiata, in verità piuttosto costosa (ma che importa? non è che paga lo Stato centrale: ci sono i fondi europei destinati alla Sicilia che, con questo giochetto, là dove vengono spesi, finiscono ai grandi gruppi imprenditoriali del Centro Nord Italia: vi pare poco?).

“Netto il no dei sindacati degli edili alla sospensione dei lavoratori”, si legge sempre nel comunicato dei sindacati: e ci mancherebbe: la ‘festa appaltizia’ della Palermo-Agrigento deve continuare, possibilmente senza completare l’opera in tempi brevi: che fretta c’è?

“Non accettiamo la richiesta – dicono baldanzosi i sindacalisti -. I lavoratori non hanno più ferie da smaltire. E, soprattutto, si tratta di una sospensione al buio, senza la certezza di tornare al lavoro”. parola dei segretari provinciali di Fillea, Filca, Feneal Ignazio Baudo, Filippo Ancona e Francesco Piastra.

“Per i sindacati – prosegue il comunicato – ci sarebbero tutte le condizioni per continuare i lavori dal momento che, allo stato attuale, la società Bolognetta Scpa, di cui la Cmc detiene l’80 per cento delle quote (il 20 per cento appartiene al consorzio Integra), non è stata assoggettata alla procedura del concordato.

“Questo cantiere – leggiamo sempre nel comunicato – ha ancora autonomia e grosse potenzialità: l’Anas ha da poco contrattualizzato la perizia di variante da 60 milioni di euro, che si aggiungono ai 40 milioni di lavori residui già finanziati. Esistono le condizioni per tutelare i lavoratori con il ricorso agli ammortizzatori sociali, dal momento che per le opere oggetto della variante è pendente un nulla osta del ministero dell’Ambiente. Bisogna trovare una soluzione per dare continuità al cantiere e per recuperare anche i lavoratori delle aziende affidatarie. La piena attività può garantire un’occupazione a circa 400 lavoratori”.

Abbiamo trovato il modo per creare occupazione in Sicilia: opere pubbliche che non finiscono mai, che danno le briciole alla manovalanza in Sicilia e che fanno ingrassare i gruppi del Centro Nord. Perfetto, non credete?

“Per noi – aggiungono Baudo, Ancona e Piastra – opere come la Bolognetta-Lercara, o le altre opere che la Cmc sta realizzando nel territorio siciliano, equivalgono con le dovute proporzioni quelle del Nord come il Terzo valico e la Tav. Sono opere strategiche per il territorio, per l’occupazione e per il tessuto imprenditoriale locale, che altrimenti rischia un definitivo tracollo. Occorre il coinvolgimento del governo nazionale, del ministero dello Sviluppo economico e del ministero delle Infrastrutture, per attivare un tavolo per il superamento della crisi”.

E come si supera la crisi, vediamo se indovinate? Via, ve lo suggeriamo noi: mettendoci un’altra bella ‘carrettata di fondi pubblici. Ma, ovviamente, non di fondi statali, ma i fondi europei destinati alla nostra Regione ad ‘Obiettivo Convergenza’ (nel senso che i fondi europei destinati alle infrastrutture siciliane ‘convergono’ verso le imprese del Centro Nord Italia), per la gioia degli stessi gruppi del Centro Nord che, in Sicilia, è il caso di dirlo, hanno trovato l’Isola del tesoro…

 

P.s.

La vera domanda è: come ha fatto la Cmc ad accaparrarsi le più grandi opere pubbliche in corso di realizzazione in Sicilia? La risposta potrebbe arrivare dall’ANAS, dalle Ferrovie e dalla ‘sinistra’.

 

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