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Prescrizione: se i grillini perderanno anche questa battaglia faranno la fine del PD/ MATTINALE 183

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Il Movimento 5 Stelle è nato per cambiare l’Italia. Ma la sensazione è che la vecchia politica italiana stia cambiando il Movimento 5 Stelle. Che ha già ceduto sull’ILVA, sulla TAP e sul MUOS. E tentenna anche nella battaglia per fermare la TAV. Se cederanno anche sull’eliminazione della prescrizione dal “mondo giuridico”, beh, significherà che ormai sono totalmente Carrocciodipendenti. E allora…

Mala tempora currunt! I 5 Stelle hanno cominciato a scarrocciare pericolosamente, e non soltanto in senso marinaresco (scarrocciare, riferito a un natante, significa deviare dalla rotta prestabilita), ma anche nel senso che diventano ogni giorno che passa sempre più di Carrocciodipendenti.

In questo momento di mare agitato e di oscurità tempestosa, tra errori, sconfitte e abiure (QUI UN ARTICOLO CHE RACCONTA COME I 5 STELLE HANNO CAMBIATO OPINIONE SU ILVA, TAP, MUOS E FORSE ANCHE TAV), l’unico faro di orientamento è la proposta del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, di eliminare dal “mondo giuridico” uno dei mostri che vi si agitano, la prescrizione.

Contro questo atto di civiltà giuridica, che per tanti invece configura un vero disegno “criminoso”, si sta scagliando la meglio società, corrotti e corruttori, avvocati e procuratori, tutti a difendere la “natura etica” della prescrizione, ovvero, per alcuni, il “diritto” dei furbi di farla franca e per gli altri la pagnotta assicurata.

Persino il ‘capo della Lega, Matteo Salvini, che va caccia di delinquenti, difende la prescrizione, perché a lui importa di finire sulla stampa e sui i social quando si prendono i “delinquenti” e non che scontino ineluttabilmente la pena.

La battaglia sulla prescrizione è l’ultima frontiera, per i 5 Stelle. Persa anche questa battaglia si aprono due strade.

Prima strada. Restare sulla friggitrice il più a lungo possibile, arrivare alla fine della legislatura e fare la fine che ha fatto il Partito Democratico: un ridimensionamento robusto, anticamera della scomparsa. Il perché è ovvio: il Movimento 5 Stelle è un’unione di scopo: la rivoluzione. Se lo scopo non si raggiunge, l’unione finisce.

Seconda strada. Aprire la crisi di governo. I presupposti ci sono tutti: da un lato il sacrificio di tante parti del programma elettorale, sacrificio resosi necessario per potere sottoscrivere un contratto di governo con la Lega, e dall’altro il mancato rispetto del contratto da parte dell’alleato. A quel punto Salvini perde la carica propulsiva, torna a contare in Parlamento per il suo 17% e torna nel centrodestra, dove lo aspettano per fargli la festa.

I grillini potrebbero avviare la trattativa col PD “derenzizzato” e, magari, ipotizzare un governo bicolore col PD, salvando, ovviamente, la riforma della prescrizione.

Oppure puntare su un governo del Presidente Mattarella, che non aspetta altro, e che duri una legislatura. Il tempo giusto per fare “cose di sinistra”, e disinnescare con le buone pratiche le pulsioni e i rigurgiti destrorsi.

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