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Proposta per combattere la delinquenza: introdurre la continuità della flagranza di reato/ MATTINALE 146

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Detto in parole semplici, si tratta di estendere a tutti i casi la cosiddetta flagranza differita prevista per determinati reati quando non sia possibile procedere immediatamente all’arresto per ragioni di sicurezza, e la flagranza indiretta (arresto a seguito di inseguimento)

In un tempo come il nostro, in cui tra telecamere, telefonini, videotelefoni, videocitofoni e strumenti similari, la vita di ciascuno di noi diventa un set cinematografico, l’istituto giuridico della flagranza di reato può diventare il sistema principe per assicurare immediatamente i malfattori alla giustizia e nello stesso tempo il deterrente più sicuro alla commissione di tantissimi reati. Vediamo come.

In atto la flagranza di reato, nell’ordinamento giuridico italiano, è un istituto disciplinato dall’art. 382 del codice di procedura penale.

Determinare lo stato di flagranza permette alla polizia giudiziaria di avviare immediatamente procedure di limitazione della libertà personale di colui che ha commesso il reato, una su tutte l’arresto in flagranza.

Si considera comunque in stato di flagranza (ai sensi dell’art. 382 c.p.p.) colui il quale, sulla base di documentazione video fotografica o di altri elementi dai quali emerga con evidenza il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le 48 ore dal fatto.

Ecco la prima proposta: introdurre la continuità della flagranza: la flagranza non cessa se non in conseguenza dell’arresto del soggetto.

Si tratta insomma di estendere a tutti i casi la cosiddetta flagranza differita prevista per determinati reati quando non sia possibile procedere immediatamente all’arresto per ragioni di sicurezza, e la flagranza indiretta (arresto a seguito di inseguimento).

Altra salutare modifica sarebbe la previsione di una carcerazione preventiva per un tempo pari alla metà pena edittale prevista per il reato commesso cui dovrebbe far seguito senza soluzione di continuità l’emissione, da parte del giudice, di un decreto penale di condanna “inaudita altera parte”.

Vediamo qualche effetto della proposta.

Un criminale che viene ripreso in video e in voce mentre richiede il ‘pizzo’ deve sapere che, appena uscito dal negozio, lo attende il carcere, dal quale uscirà sono a fine pena.

Credo che gli estorsori ci penseranno due volte, e nessun altro si farà male.

Dov’era il punto debole della proposta? Nel fatto che ci vuole una legge e che questa legge la devono votare i politici. E dico era perché oggi ci sono il leghista Matteo Salvini agli Interni e il grillino Alfonso Bonafede alla Giustizia, i quali non mancheranno di inserirla nel pacchetto sicurezza.

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