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Lasciamoli duellare, questi nobilissimi cavalieri, presto cadranno disarcionati dalle loro stesse miserie!!

Nonostante il duello verbale tra Macron e Salvini si sia svolto a distanza, il fetore dei concetti di cui entrambi sono imbevuti e delle parole con cui li hanno espressi è arrivato lontano.

Macron, il figlio prediletto dei Rothschild e di PariBas, ormai isolato e depotenziato, si autodefinisce “l’unica diga europea al populismo”, e sui migranti fa il pesce in barile, consapevole, come lo sono stati i suoi predecessori, da De Gaulle a Holland, passando per Mitterand e Sarkozy, che la politica di sfruttamento schiavista e razzista in Africa, attuata senza soluzione di continuità dalla fine, sulla carta, del colonialismo dalla Francia dei diritti e dell’egalitè, fa vivere la Francia stessa senza honneure ma comodamente al di sopra delle sue possibilità. Sa anche che se ogni tanto qualche figlio di quelle terre disperate, avvelenato e pieno di rancore, compie atti terroristi in territorio francese, ci può stare e che bisogna fare buon viso a cattivo gioco e pagare il tributo di morti.

Anche Salvini queste cose le sa. Infatti la frase cretina che i cretini suoi seguaci avevano fatto diventare uno slogan, ovvero: “Aiutiamoli a casa loro”, frutto di un ignoranza rozza e trucida, Salvini non la usa più, perché, da quando è diventato “uomo delle istituzioni” qualcuno al Viminale gli ha spiegato perché dall’Africa arrivano in Europa tutti questi disperati e che “aiutarli a casa loro” significherebbe fare la guerra alla Francia.

Anche ai tempi d’oro, però, Salvini ha fatto il razzista a convenienza. Che vuol dire? Razzista si definisce chi ritiene che la propria razza (sic) sia superiore a tutte le altre indistintamente. Invece il truce ha sempre aizzato la feccia solo contro i poveri, neri o bianchi che fossero, dimenticando che la sua Milano è letteralmente invasa dai “musi gialli”, i cinesi. Nulla mai di ingiurioso è uscito dalle bocche infami di Bossi, Borghezio e company contro i cinesi. Perché? Perché i cinesi hanno i dané, i soldi, gli dei a cui i lumbard si inchinano senza se e senza ma. Quanti miserabili bottegai sono diventati pensionati d’oro, di quelli che Di Maio manco sa dove sono, avendo venduto ai cinesi le loro azienducce per il triplo del loro valore!

Lasciamoli duellare, questi nobilissimi cavalieri, presto cadranno disarcionati dalle loro stesse miserie!!

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