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La Listeria anche nel prosciutto cotto: che dobbiamo fare?

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Quello che dobbiamo fare è semplice: mangiare, fin dov’è possibile, solo quello che è prodotto dalle nostre parti. Evitando i cibi che arrivano da altri Paesi. Ricordatevi che le imprese, pur di guadagnare, non esitano ad acquistare i prodotti che costano meno: e per ora i prodotti alimentari che costano meno arrivano quasi tutti dai Paesi esteri  

Giornali e Tv ci dicono che dobbiamo stare tranquilli: che la situazione è sotto controllo: che non ci sono problemi: che i provvedimenti sono stati adottati per precauzione. Il fatto è che, per paura di contaminazioni della Listeria, sono già stati ritirati lotti di minestrone surgelato, mais e, adesso, anche di prosciutto cotto venduto in vaschette di 90 grammi (il lotto richiamato è il numero 8278001840 con scadenza 05/08/2018).

Leggiamo in un lancio dell’ANSA:

“Il mais e probabilmente altri ortaggi surgelati prodotti in un’azienda in Ungheria sono la probabile fonte di un focolaio di Listeria che dal 2015 ha provocato 47 casi, tra cui 9 morti in 5 Paesi europei, ovvero Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Ma, ‘nonostante il ritiro del prodotto ordinato dall’Ungheria, nuovi casi potrebbero ancora emergere’. A renderlo noto sono il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA)”.

Dobbiamo stare tranquilli, anche se in tre anni, in Europa, ci sono stati 47 casi non nove persone morte…

Un particolare che va segnalato è che, in questa storia della Listeria monocytogenes, batterio che può provocare seri problemi, soprattutto per certe categorie di persone, la Sicilia viene citata tre volte: due volte per i lotti di minestrone e una volta per il prosciutto cotto.

C’è una coincidenza a nostro modesto avviso importante. In queste ore si stanno muovendo tutti gli ‘europeisti’ per provare a convincere il Governo nazionale a dire sì al CETA, l’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea che i grillini e i leghisti hanno sempre contestato.

Si è mobilitata Confindustria, il solito PD (con il solito ex Ministro Carlo Calenda, già esponente di Confindustria oggi esponente di spicco del Partito Democratico, una sorta di ‘sacerdote’ della globalizzazione dell’economia) e via continuando con i lobbysti della politica.

Noi, invece, ci permettiamo di fare notare ai nostri lettori che è proprio la logica della globalizzazione che sta portando la Listeria in Europa. Perché? Semplice: perché è andando ad acquistare le verdure dove produrle costa meno che la Listeria è finita anche in Italia.

Le pubblicità ci mostrano rigogliosi campi di verdure del nostro Paese dove verrebbero raccolti i migliori ortaggi del mondo: tutte fesserie col botto!

Gli ortaggi per preparare i minestroni surgelati le imprese li vanno a prendere dove costano meno, perché sono prodotti con la manodopera che costa pochissimo e con gli stessi ortaggi trattati con chissà quali pesticidi!

Non solo. Siccome devono risparmiare su tutto per aumentare i profitti, là dove questi ortaggi vengono prodotti si ‘risparmia’ pure sui controlli sanitari: ed ecco che la Listeria fa la sua comparsa in Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito e, adesso, anche in Italia.

Allora che dobbiamo fare? Mangiamo, fin dov’è possibile, a Km zero. Il minestrone prepariamolo noi. E, soprattutto, evitiamo di mangiare prodotti che arrivano dal Canada senza controlli in stile Granosalus.

Non dimenticate il grano duro che arriva dal Canada; e – l’abbiamo scritto oggi – attenzione pure ai legumi (NOI OGGI ABBIAMO PARLATO DELLE LENTICCHIE) che arrivano dal Canada.

Altro che sì al CETA!

Ricordatevi che noi consumatori abbiamo una grande arma tra le mani: siamo noi che scegliamo i prodotti. E allora, fin dov’è possibile, mangiamo tutto quello che si produce nella nostra terra. Facendo così assestiamo un colpo ai ‘banditi’ che cercano di prenderci in giro con la pubblicità ingannevole.

QUI UN NOSTRO ARTICOLO SULLA LISTERIA 

QUI IL LANCIO DELL’ANSA SULLA LISTERIA IN EUROPA

Foto tratta da trapanioggi.it

 

 

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