Il marchio ‘Qualità sicura’ del Governo Musumeci: ma se non controllate nemmeno le navi cariche di grano!

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Il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, è troppo giovane per ricordare che il marchio la Regione lo ha istituito già a metà anni ’80 del secolo passato: ed è stato un fallimento. Sbagliatissimo, poi, consegnare l’agricoltura siciliana nelle mani della Grande distribuzione organizzata. Agli agricoltori siciliani servono i Mercati locali, non i commercianti che hanno sempre penalizzato le aziende agricole della nostra Isola 

Invece di accorciare la filiera tra agricoltura e consumatori siciliani il Governo regionale vorrebbe ‘accorciare’ la filiera tra agricoltura siciliana e Grande distribuzione organizzata! Invece di avviare una campagna per verificare la salubrità dei prodotti agricoli che arrivano in Sicilia – per esempio, i controlli sul grano che arriva con le navi, ma anche sull’ortofrutta che arriva nella nostra Isola dall’universo mondo – l’attuale Governo regionale rispolvera un progetto fallimentare tentato dalla Regione oltre trent’anni fa: il solito ‘marchio’ regionale che non serve assolutamente a nulla!

Ci siamo presi qualche giorno prima di scrivere, per riflettere sulla superficialità con la quale l’attuale Governo affronta problemi delicatissimi. Superficialità e presunzione. Pensare di risolvere i problemi dell’agricoltura siciliana con la Grande distribuzione organizzata è un errore gravissimo. E ora proveremo a motivare il perché sulla base di esperienze già note.

Prima di illustrare la debolezza politica ed economica di questo ennesimo ‘scivolone’ dell’attuale Governo di Nello Musumeci e dell’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, leggiamo (e commentiamo) assieme il comunicato diffuso dal Governo regionale qualche giorno addietro:

“Un ‘Accordo di rete’ tra i produttori agricoli dell’ortofrutta siciliani e la Grande distribuzione organizzata, sotto l’egida della Regione. Un Patto che eviti le iperproduzioni in alcuni periodi dell’anno, concentri le offerte, favorendo così l’aggregazione delle imprese, e stabilisca un prezzo medio o minimo garantito, che contemperi le esigenze di tutti”.

Intanto che significa “che eviti le iperproduzioni in alcuni periodi dell’anno”? Si intimerà agli agricoltori siciliani di non produrre con la logica fallimentare delle “quote latte”? Si reintrodurrà il “ritiro” del prodotto, secondo le più che fallimentari politiche agricole europee? Ma come si possono dire ancora certe cose alla luce di fallimenti storici?

Nel comunicato si legge del “Tavolo di crisi per il settore agricolo”, una riunione “tenutasi a Palazzo d’Orleans, sotto la presidenza del governatore Nello Musumeci. Presenti l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, il dirigente generale del dipartimento, Carmelo Frittitta, le Associazioni di categoria, esponenti della Gdo, i Comitati spontanei anticrisi e il sindaco di Vittoria, in rappresentanza dei primi cittadini della zona Ragusana”.

“Per la prima volta – spiega il presidente della Regione – abbiamo fatto sedere attorno allo stesso tavolo i produttori siciliani e la quasi totalità dei rappresentanti delle aziende nazionali della distribuzione che operano nell’Isola. Siamo convinti che solo attraverso il confronto si possa tentare di arrivare a migliorare l’attuale situazione, orientando al meglio le scelte merceologiche, così come richiede il mercato, evitando, quindi, merce invenduta e prezzi bassi”.

“Evitando merce invenduta e prezzi bassi”: come, con la bacchetta magica?

“Già nei prossimi giorni – prosegue il comunicato – attraverso alcuni incontri tecnici, verranno definiti i termini dell’Accordo e il risultato sarà successivamente condiviso tra tutti i componenti del Tavolo di crisi. L’obiettivo è di creare una rete ortofrutticola siciliana – con la partecipazione della Grande distribuzione – che verrà sostenuta dalla Regione con azioni di promozione sui vari mercati”.

“Vari mercati”: e quali sarebbero ‘sti vari mercati?

“L’apprezzamento dell’iniziativa manifestato da tutti gli attori della filiera – sottolinea l’assessore Bandiera – dimostra che la strada intrapresa dal governo è quella corretta per raggiungere un risultato concreto. Andiamo avanti in maniera spedita, senza dimenticare, però, che a fare la differenza deve essere la qualità del prodotto, perché è quella che premia”.

Chi sarebbero “tutti gli attori della filiera” che avrebbero apprezzato l’iniziativa? In questi casi – almeno per ciò che riguarda l’agricoltura – non ci dovrebbero essere i nomi e i cognomi?

Quindi il finale che è tutto un programma (purtroppo già noto, visto che la ‘solfa’ la conosciamo già):

“In tal senso, la Regione sta procedendo a definire il disciplinare per la creazione di ‘Qualità sicura’, un marchio che identifichi e renda, quindi, più facilmente rintracciabili i migliori prodotti siciliani proprio sugli scaffali della rete di vendita”.

Il Presidente Musumeci e l’assessore Bandiera si dovrebbero chiedere come mai, dalla fine degli anni ’80 del secolo passato ai nostri giorni, il ‘matrimonio’ tra Grande distribuzione organizzata e agricoltura siciliana non è mai stato ‘celebrato’. Se prima di lanciarsi in comunicati auto-celebrativi, magari con un pizzico di modestia, si fossero informati un po’ meglio, avrebbero scoperto, tanto per cominciare, che non ci sono stati “Bravi” di manzoniana memoria che si sono opposti a tale ‘matrimonio’.

Avrebbero scoperto che i tentativi di far incontrare agricoltura siciliana e Grande distribuzione organizzata non sono mancati, ma non hanno mai avuto successo. Il motivo è semplice: perché gli interessi dell’agricoltura non coincidono, a tutti i livelli, con gli interessi dei commercianti e, meno che mai, con gli interessi della Grande distribuzione organizzata. 

Di questo – pensate un po’ – si era già reso conto un grande politico italiano che, tra gli anni ’50 e gli anni ’60 del secolo passato, anticipando il dibattito di 70 anni, fece varare una legge per mettere direttamente in contratto i produttori agricoli con i consumatori.  Parliamo di Amintore Fanfani che, quasi 70 anni fa, era più avanti del Presidente Musumeci e dell’assessore Bandiera!

In Sicilia – e citiamo solo questo esempio – a trattare con la Grande distribuzione organizzata, con circa 30 anni di anticipo rispetto all’attuale Governo, hanno provato i produttori di arance bionde di Ribera, in provincia di Agrigento. Ma il successo non deve essere stato grande, se è vero, da quanto ci risulta, che gli agricoltori di Ribera – che, detto per inciso, sono bravissimi sia come agricoltori, sia come imprenditori in senso lato – le arance provvedono a commerciarle da sé.

Quello che cerchiamo di dire al Presidente Musumeci e all’assessore Bandiera è che la strada – a nostro avviso fallimentare – che vorrebbero far percorrere agli agricoltori siciliani è già stata battuta e non ha sortito gli effetti sperati. Anzi.

Quindi, quando parlano di rapporto tra agricoltura e Grande distribuzione organizzata possono senz’altro evitare di scrivere “Per la prima volta…”.

Insomma, vogliamo ‘rassicurare’ il Presidente Musumeci e l’assessore Bandiera che, prima di loro, ci sono stati amministratori regionali che, sull’agricoltura, hanno fatto cose molto più conducenti dell’annuncio della nuova sceneggiata sulla Grande distribuzione organizzata.

Oggi la via da percorrere non è il rapporto tra agricoltura e Grande distribuzione organizzata. Se si vuole salvaguardare il reddito degli agricoltori – soprattutto della piccola proprietà contadina, che in Sicilia, storicamente, è nettamente prevalente – bisogna privilegiare il Km zero e i rapporti diretti tra agricoltori e consumatori.

E’ questa l’unica via per evitare che una parte – peraltro consistente – del reddito venga sottratta agli agricoltori dai commercianti.   

La via da percorrere, semmai, è il potenziamento dei mercati locali – dei mercati contadini – la cui nascita va facilitata e incentivata nei piccoli, nei medi e nei grandi centri della nostra Isola.

E cosa combinate, invece, voi, Presidente Musumeci e assessore Bandiera? Provate a consegnare l’agricoltura siciliana alla Grande distribuzione organizzata! Siete dei geni!

Una domanda, così, tanto per capire: il piccolo produttore di ortofrutta, che opera su un ettaro o due ettari di terreno, come fa a fare arrivare la propria produzione in un supermercato che dista, magari, 10 Km dal luogo dove produce? Qualcuno andrà a prendere la produzione per portarla al supermercato.

Quindi state creando le condizioni per allungare la filiera invece che per accorciarla! Per fare guadagnare i soliti intermediari a scapito degli agricoltori. Complimenti vivissimi!

Ultima notazione sul marchio ‘Qualità sicura’. Anche su questo punto, Presidente Musumeci e assessore Bandiera, non siete affatto originali.

Forse siete troppo giovani e quindi non sapete che, nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, la Regione – per la precisione assessorato alla Cooperazione – deliziò la Sicilia con un marchio che non ebbe grande fortuna.

E sapete perché non ebbe fortuna, Presidente e assessore? Perché venne concepito con le stesse modalità con le quali, voi, avete annunciato la nascita del marchio ‘Qualità sicura’.

Ma poi, se proprio la dobbiamo dire tutta, di quale qualità parlate, Presidente Musumeci e assessore Bandiera se, in quasi sei mesi, non siete riusciti nemmeno a organizzare i controlli sulle navi cariche di grano duro che arrivano a ritmo continuo nei porti di Pozzallo, Palermo, Catania e persino Mazara del Vallo?

Avete disposto i controlli su una sola nave, avete verificato quello che questo blog denuncia da due anni, e vi siete fermati…

E ora ci venite a parlare di marchio ‘Qualità sicura’? Ma per cortesia!

Presidente Musumeci, sa come si dice a Sciacca in certi casi?

“Bonu ‘u venti ‘chiesa, ma no p’astutari i cannili!”. 

Foto tratta da siciliarurale.eu

 

 

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