Oggi a Pozzallo arriva un’altra nave carica di grano: nessuno la controllerà!

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Prendiamone atto: il blocco della nave carica di grano duro ammuffito andato in scena nei giorni scorsi nel porto di Pozzallo è stato un ‘incidente di percorso’. I controlli sul grano che arriva con le navi, annunciati con toni roboanti dal Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sono già stati archiviati. Oggi arrivano a Pozzallo 6 mila e 500 tonnellate di grano duro e non sono previsti controlli

E’ in arrivo, nel porto di Pozzallo, l’ennesima nave carica di grano duro. Sono 6 mila e 500 tonnellate di grano duro francese. Questo è quello che raccontano le ‘carte’. La provenienza ‘ufficiale’ – come questo blog racconta da quando ha iniziato questa battaglia di civiltà – conta poco o nulla. Le uniche cose che contano sono i controlli sulla sanità del prodotto. Ma questa volta i controlli non ci saranno.

Perché? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che stamattina, al porto di Pozzallo, nessuno andrà a controllare lo stato sanitario del grano in arrivo con l’ennesima nave.

Non c’è da meravigliarsi. Solo per un caso siamo riusciti a sapere dell’arrivo di questa nave. Ma non sappiamo nulla di quanto è avvenuto ed avviene nei porti di Palermo e di Catania.

I dati ‘politici’ di questa storia – perché le scelte che sovrintendono all’arrivo, in Sicilia, di navi cariche di grano duro che nessuno controlla sono scelte ‘politiche’ – sono due.

Il primo dato politico è che il Governo regionale – che per bocca del Presidente Nello Musumeci, nei giorni scorsi, si era impegnato a controllare le derrate alimentari che arrivano in Sicilia – non controllerà la sanità del prodotto in arrivo a Pozzallo. Se non si controlla la sanità del grano duro, è probabile che anche l’ortofrutta che arriva nella nostra Isola non la controlli nessuno.

Il secondo dato politico è che il blocco del grano ammuffito nel porto di Pozzallo andato in scena nei giorni scorsi è stato un ‘incidente di percorso’. Il TAR Sicilia ha sì restituito il grano sequestrato ai proprietari. Ma questi ultimi non possono utilizzarlo. Un semplice controllo, di fatto, ha provocato un danno di un milione e 200 mila euro.

Certo, è stato evitato che 5 mila quintali di grano duro ammuffito finissero sulle tavole dei consumatori. Ma ricordiamoci che facciamo parte di un’Unione Europea nella quale gli interessi delle multinazionali valgono molto di più della salute di milioni di persone.

Insomma, in questa ‘Grande Europa’ dell’euro non è tollerabile che le imprese perdano soldi per tutelare la salute dei cittadini. 

C’è anche un terzo aspetto tutt’altro che secondario. Il prezzo del grano duro siciliano, proprio grazie all’arrivo di queste navi, si mantiene basso: 18 euro al quintale. Gli agricoltori siciliani, in buona parte, hanno stoccato il prodotto dello scorso anno. In molti si rifiutano di farselo ‘rubare’ ad un prezzo così basso.

Ma è in corso un progetto, ‘pilotato’ con molta probabilità dalle multinazionali, per far fallire i produttori di grano duro della Sicilia. Non si spiega altrimenti l’insistenza con la quale sono riusciti a bloccare, nel silenzio generale, persino il Governo regionale siciliano che aveva annunciato controlli sanitari serrati sulle navi cariche di grano che arrivano nella nostra Isola.

Il messaggio lanciato ai produttori di grano duro della Sicilia è chiarissimo. Tra due mesi inizierà la raccolta del grano nella nostra Isola. Si comincerà a metà giugno nelle aree costiere e si proseguirà fino ad agosto nelle aree alto collinari.

Loro, gli speculatori, non mollano la presa. Hanno bloccato i controlli sul grano estero in arrivo in Sicilia disposti dal Governo regionale. E continueranno a far arrivare il grano duro estero in Sicilia senza alcun controllo. Questo provocherà un aumento dell’offerta e il prezzo del grano duro siciliano rimarrà basso.

Resisterà, è vero, il mercato locale. Soprattutto nel settore dei grano antichi. Ma il grosso dei produttori di grano duro tradizionale, che già non ha commercializzato la produzione dello scorso anno, si ritroverà anche quest’anno con un prezzo del grano duro stracciato.

Con molta probabilità, vogliono creare le condizioni per ‘convincere’ gli agricoltori siciliani a non coltivare più il grano duro e, magari, a vendere i propri terreni. Naturalmente queste cose non si debbono dire: al massimo si possono pensare…

Non ci resta che vedere come reagiranno a queste notizie gli agricoltori siciliani e le organizzazioni agricole.

Sappiamo che una riunione è stata convocata il 28 aprile a Santa Caterina Villermosa. Vi terremo informati.

Intanto non possiamo che augurare ‘buon appetito’ ai siciliani: perché le 6 mila e 500 tonnellate di grano duro ‘francese’ in arrivo a Pozzallo dovrebbero finire sulle nostre tavole sotto forma di pane, pizze eccetera eccetera…

 

 

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