Formazione professionale: una nuova pioggia di ricorsi potrebbe abbattersi sul settore

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Anche il nuovo Governo non riesce a mediare tra posizioni diverse. Servirebbe un punto d’incontro tra vecchi e nuovi Enti. Ma l’assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla, non riesce proprio a non farsi tirare per la giacca. Risultato: un possibile, nuovo stallo. Mentre i giovani siciliani rimangono senza formazione e i lavoratori rimangono disoccupati, distratti da un cervellotico questionario… 

Come avevamo previsto, le attività di Formazione Professionale sono ancora ferme e, purtroppo, non si intravede all’orizzonte nulla di nuovo e di buono!
Saltate a piè pari le promesse elettorali del Presidente della Regione, Nello Musumeci, che in campagna elettorale si era riempito la bocca con l’Agenzia regionale e con le tutele per gli operatori del settore (sembra di risentire l’eco del suo predecessore), ad oggi si è abbondantemente superato il fatidico giro di boa dei 100 giorni e la realtà è sotto gli occhi di tutti.

Promesse, rassicurazioni, proclami, ma tutto platealmente virtuale. Era stato presentato il Bando a catalogo che, in prima istanza, sembrava aver messo d’accordo Enti, sindacati, lavoratori e fruitori del sistema, ma siamo nuovamente al punto di partenza.

Infatti, dopo diverse riunioni con organizzazioni sindacali e con le associazioni datoriali, sembrava fosse stato raggiunto il gentlemen’s agreement di cui l’assessore Roberto Lagalla si era impegnato spasmodicamente quale garante. Vale la pena, però, rammentare ai lettori che strana coincidenza avvenne quando per “colpa” di un Ente ricorrente naufragò miseramente l’Avviso 3.

Ad onor del vero siamo ancora in attesa – anche se, a nostro modesto avviso,la conclusione è ovvia – delle sorti del famigerato Avviso 8. Nel frattempo, ricordiamo a chi per caso si fosse distratto che le attività formative sono ferme da più di due anni, negando il diritto/dovere ai giovani siciliani di formarsi, rappresentando una gravissima omissione da parte dell’amministrazione regionale.

Ci eravamo illusi, o almeno per una volta ci eravamo convinti, che il cambio di guardia del Governo potesse restituire dignità al sistema formativo siciliano ma, evidentemente ci siamo palesemente sbagliati. L’assessore Lagalla, seppur animato di buona volontà, ignora e continua ad ignorare la normativa che governa l’intero sistema formativo siciliano e, sempre a nostro modestissimo avviso, si è abbondantemente incartato nell’intraprendere una strada senza uscita che tragicamente si arresterà davanti all’ennesimo blocco delle attività a causa di una pioggia di ricorsi che farà impallidire anche l’uragano Harvey.

Ma che cosa è accaduto? In data 13 marzo 2018 è stata emanata la deliberazione 125/2018 dove, sostanzialmente, veniva approvato il Bando a catalogo con un finanziamento massimo richiedibile da ciascun Ente pari al doppio dell’importo, riferito all’anno solare più favorevole nel periodo 1 gennaio 2010-31 dicembre 2017 derivante da decreti di finanziamento emessi da Amministrazioni pubbliche per attività formative, ad esclusione di quelle relative ai corsi OIF, ITS/IFTS, alta formazione, apprendistato, formazione continua con fondi interprofessionali e quelli per i quali non sono previsti esami finali…

Questa deliberazione era stata salutata come lo starter utile alla ripartenza dell’attività formativa. Ma così non è stato. Infatti sono cominciati a volare gli stracci tra Enti “giovani” – nel particolare Anfop e Assofor – e gli Enti “storici” che fanno capo alle associazioni Forma e Cenfop. L’oggetto del contendere sarebbe stato rappresentato dai paletti collocati dall’amministrazione regionale in relazione ai finanziamenti massimi contemplati dalla delibera 125/2018.

Nello specifico, le due associazioni Anfop e Assofor chiedevano di calibrare i limiti dei contributi sulla base del fatturato totale dell’ente stesso, comprensivo delle attività autofinanziate, OIF, ITS/IFTS, etc., paventando nuovi ricorsi nel caso in cui non fossero stati accolti tali correttivi.

E l’assessore Lagalla? Che dire: sembra abbia mostrato il muso duro con il debole e il muso dolce il forte…

In tempi rapidissimi è stata emanata la deliberazione 132/2018 del 22 marzo dove, sostanzialmente, sono state accolte, le osservazioni delle due associazioni Anfop e Assofor. C’è da osservare che, oltre alla presa di posizione delle associazioni Forma e Cenfop che raggruppano i superstiti degli Enti storici cancellati dalla ”macelleria sociale’ del precedente Governo di Rosario Crocetta, nemmeno l’ASEF – che raggruppa diversi enti “giovani” – si dichiara d’accordo con quanto rappresentato dalle due associazioni che hanno battuto i piedi e i pugni!

Riportiamo un post che abbiamo estratto da Facebook in risposta ad un intervento dell’Avv. Francesco Menallo in merito ad alcune indiscrezioni trapelate:

“Asef Italia. Gentilissimo Avv. Menallo, solamente per rappresentarLe che non sono state le Associazioni degli Enti ma solamente la gran parte degli enti gestori di IefP, capitanati, forse, da chi nutre interessi che non riportano certo a condotte comprensibili. Saluti. Benedetto Scuderi“.

Peraltro le associazioni Forma e Cenfop non vanno per il sottile, inviando una lettera aperta all’assessore Lagalla in cui non si dichiarano imprese con la precisazione del Presidente dell’associazione Cenfop che chiosa:

“A chiarimento di quanto detto nell’articolo e a tutela della buona formazione è necessario fare alcune precisazioni alle argomentazioni esposte. Non si tratta della guerra tra vecchi e nuovi, ma tra chi vuole applicare le regole e chi invece tenta di indirizzare Governo e deputati verso una interpretazione di parte. Uscendo dalla legge 24/76 si è superata la logica del consolidato, che nessuno al momento rivendica, ma non è detto che si debba entrare nella logica del mercato delle vacche. Fare formazione non è alla stessa stregua di gestire un’azienda che fa utili. Il servizio essenziale di formazione professionale è un servizio senza scopo di lucro. Attualmente esistono tre percorsi per accreditare le strutture che corrispondono alla verifica di abilità differenti: esiste l’obbligo scolastico e formativo, la formazione per inoccupati e disoccupati e formazione permanente e la formazione autofinanziata, ossia i corsi a pagamento”.

“Nessuna di queste esperienze – prosegue il presidente del Confop – può essere cumulabile perché indaga ambiti differenti ed evita l’incauto affidamento a soggetti che non hanno dimostrato attendibilità nella gestione della cosa pubblica. Al di là delle polemiche passate che hanno infangato il lavoro di soggetti sani che hanno subito le illegalità del sistema al pari dei lavoratori e degli utenti, oggi parlare di fatturato equivale ad introdurre il principio del lucro in un settore che lucrativo non è. Se poi qualcuno si ritiene imprenditore del settore può limitare la sua azione alle attività autofinanziate dove prevalgono altre logiche”.

Per concludere, non si prevede nulla di buono e si riprofila un epilogo simile allo sciagurato Avviso 8.

Ci corre l’obbligo di porre una domanda all’assessore Lagalla: come mai tutte le osservazioni inviate dalle organizzazioni sindacali e associazioni dei lavoratori sono cadute nel vuoto mentre, così repentinamente, come ad accontentare una piccola bimba che batte i piedi e frigna, ha immediatamente accolto i rilievi mossi dai rappresentanti di Anfop e Assofor?

E gli (ex) lavoratori che fanno? Sono impegnati ad arrovellarsi il cervello nella redazione del “questionario conoscitivo” i cui termini di consegna scadranno il 31 marzo. Una perfetta strategia della distrazione degna della migliore manipolazione mediatica per distogliere l’attenzione dall’ennesima situazione di stallo in cui si trova la Formazione Professionale siciliana.

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