L’ira funesta di Rosario Crocetta che attacca a testa bassa Renzi e Leoluca Orlando

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In effetti gliene hanno combinate di tutti i colori. Il problema è che è stato lo stesso ex presidente della Regione a calare ripetutamente la testa a Renzi. E per obbedire a Renzi ha dovuto cedere anche al sindaco di Palermo. Oggi Crocetta tira fendenti al segretario del PD e a Leoluca Orlando. Perché non si opponeva prima alle prepotenze dei due? Perché, alla fine, Crocetta è la vera ‘anima proteiforme’ di quasi tutta la sinistra siciliana…

Certo che Rosario Crocetta è un tipo strano. L’ex presidente della Regione siciliana, ormai fuori da tutto, non perde occasione per dire la sua. Uno dei suoi obiettivi preferiti è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Ce l’ha con lui, con molta probabilità, perché, alle ultime elezioni regionali gli ha fatto smontare prima la sua ricandidatura a Palazzo d’Orleans e poi addirittura la sua lista!

Per ora Orlando non fa altro che accumulare sconfitte elettorali su sconfitte elettorali. Da quando ha messo piede nel PD – come per magico incanto – questo partito perde e il sindaco di Palermo perde con il PD.

L’immagine del PD siciliano e di Orlando è quella di due che si ritrovano in mezzo al mare non sapendo nuotare: l’uno si aggrappa all’altro, l’altro si aggrappa all’uno e tutt’e due vanno a fondo…

Ebbene, mentre Orlando va a fondo con il PD siciliano Crocetta che fa? Scrive sulla sua pagina facebook un post al vetriolo.

Tema: la sconfitta di Fabio Giambrone, il candidato di Orlando alle elezioni nazionali del 4 marzo.

“Il candidato del sindaco Orlando non è stato eletto – scrive Crocetta -. Coloro che vogliono fare fuori Renzi ringraziano”.

E ancora:

“Coloro che vogliono fare fuori Renzi hanno un grande debito di gratitudine nei confronti di Leoluca Orlando. Anzi, un debito doppio, prima per avere fatto straperdere alle elezioni regionali il centrosinistra attraverso la candidatura di Micari (Fabrizio Micari, candidato alla presidenza della Regione voluto da Orlando e Renzi e sconfitto ndr) ed adesso le elezioni politiche, consegnando al PD la sconfitta più clamorosa d’Italia”.

“Naturalmente per il sindaco di Palermo – prosegue Crocetta – convinto da sempre che i confini della Sicilia siano circoscritti, dentro Palazzo delle Aquile, e da un paio di anni, presso la sede dell’ufficio palermitano di Faraone (Davide Faraone, parlamentare nazionale del PD ndr), è sempre colpa degli altri, in particolare mia… Orlando è così… se non trova un nemico non riesce a vivere. Naturalmente, anche quando Orlando straperse in Sicilia, da candidato alle regionali, contro CUFFARO… forse fu colpa mia…”.

Crocetta fa riferimento alle elezioni regionali siciliane del 2001, quando Orlando venne sconfitto da Totò Cuffaro.

“Peccato, che non può dirlo, visto che la città di Gela, dove ero sindaco, fu l’unica città siciliana che diede allora ad Orlando la maggioranza – scrive sempre l’ex presidente della Regione -. La verità che Orlando è rimasto il solo democristiano superstite, ha sempre odiato la sinistra ed ha sempre cercato di distruggerla, per assorbire in un partito personale Orlandiano la storia del Pci, dei Ds ed adesso del PD. Se ne faccia una ragione… i fatti parlano più chiaramente dei suoi insulti e della sua arroganza. Si faccia un bel bagno di umiltà”.

Sempre su facebook c’è un suo post contro Renzi:

“Renzi ha avuto quello che merita, causando, in prima persona, una sconfitta che lui ed i suoi fedelissimi non riuscivano ad immaginare, poiché completamente distanti dalla società. Renzi voleva i voti a favore di un partito di sinistra, attraverso politiche di destra, candidando uomini di destra, impresentabili e cortigiani. Un Renzi zitto e persino compiacente rispetto a propri candidati abili a prendere i voti con le ‘fritturine’ di pesce. Un Renzi che non si è indignato neppure di fronte ad episodi di grave condizionamento del voto che hanno coinvolto alcun candidati PD, nel corso di questa campagna elettorale. Risultati che avevo previsto, come sanno bene i tanti giornalisti ai quali li avevo comunicati nei giorni scorsi, sia a livello nazionale che regionale. Il voto ha sconfitto il Renzusconismo ed è ora che il PD ne prenda atto”.

Viene da chiedersi: perché questa rabbia contro Renzi Crocetta non l’ha mai manifestata quando ricopriva il ruolo di presidente della Regione?

Crocetta – lo ricordiamo – ha firmato due ‘Patti scellerati’ con l’allora capo del Governo nazionale Renzi che hanno ‘dissanguato’ le finanze regionali. E ha accettato, come assessore all’Economia del suo Governo, una sorta di commissario di Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei.

Che credibilità possono avere, oggi, gli strali di Crocetta contro Renzi? Solo perché non gli ha garantito il seggio a Roma? E Crocetta sarebbe un dirigente della ‘sinistra’ siciliana? Se è così, i siciliani hanno fatto più che bene a non votare in massa per il PD!

Anche la rabbia contro Orlando non sembra giustificata.

Crocetta si era ricandidato alla presidenza della Regione. Il sindaco di Palermo, aggirando i dirigenti locali del PD, si è rivolto direttamente a Renzi. E con Renzi hanno concordato la candidatura del già citato Fabrizio Micari alla presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra.

Crocetta avrebbe potuto restare candidato. Nessuno glielo poteva impedire. Invece, dopo aver parlato con Renzi, si è ritirato. Si è ritirato dopo aver riempito la Sicilia dei suoi manifesti in cui annunciava la sua ricandidatura alla presidenza della Regione.

Dopo di che aveva la sua lista per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. Ma Orlando, che aveva annunciato una ‘lista dei territori’ dai mille successi, non aveva nulla. Così il sindaco di Palermo è tornato da Renzi. E ha convinto il segretario del PD a convincere Crocetta a smontare anche la sua lista per rimpolpare la lista di Orlando.

La cosa incredibile è che Crocetta ha acconsentito!

Riassumendo: prima Crocetta ha obbedito a Renzi ritirando la sua candidatura alla presidenza della Regione per non fare ‘ombra’ al candidato di Orlando; poi è tornato ad obbedire a Renzi ritirando addirittura la sua lista per rimpolpare la lista di Micari e Orlando.

Dopo di che, oggi, Crocetta attacca Renzi e Orlando.

Crocetta attacca Renzi perché non lo ha candidato in un collegio sicuro, come forse gli aveva promesso quando gli ha chiesto il doppio ritiro.

Lo stesso Crocetta attacca Orlando perché gli ha fatto smontare la sua ricandidatura e la sua lista.

Strano personaggio, Crocetta: quando deve dire no, dice sì. Poi, quando capisce di essere stato usato e mollato va su tutte le furie…

La verità è che Crocetta è l’esempio del dirigente del PD siciliano di oggi: proteiforme, poltronista, tornacontista, pronto a obbedire a Roma se in cambio gli danno qualcosa, anche se tale obbedienza penalizza la Sicilia. E pronto a inveire con Roma se, dopo aver sacrificato la Sicilia, non ‘incassa’ le promesse ricevute.

Ricordiamoci che sì, Crocetta ha firmato due ‘Patti scellerati’ con il Governo Renzi che hanno massacrato le finanze regionali. Ma i parlamentari del PD e di tutto il centrosinistra siciliani i due ‘Patti’ li hanno accettati (e il secondo l’hanno pure votato e approvato).

Gli attuali dirigenti del PD siciliano e, in generale, della sinistra che ha governato la Regione dal 2008 fino allo scorso anno non sono diversi da Crocetta: politicamente parlando, sono come lui.

Oggi, nel PD siciliano, sono in tanti a demonizzare Crocetta. Ma, in realtà, Crocetta è il vero paradigma politico non solo del PD siciliano, ma di quasi tutta la sinistra dell’Isola…

 

 

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  • Alla fine della storia resta solo che Crocetta ha tradito la Sicilia come il generale borbonico che, dopo essersi fatto sconfiggere dietro compenso dalle truppe garibaldine, muore di crepacuore quando scopre che Cavour invece di 14.000 ducati gliene dà soltanto 14 per aver contribuito in maniera determinante a distruggere il suo Paese... corsi e ricorsi storici

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