MATTINALE 20/ La relazione annuale della Corte dei Conti sul malaffare della Sicilia

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Come ogni anno, anche quest’anno la Corte dei Conti per la Sicilia ci ha raccontato come nella pubblica amministrazione si calpestano le leggi per consentire alla vecchia politica isolana di continuare a fare il bello e il cattivo tempo, anche ricorrendo alla sistematica corruzione elettorale, proprio come ai tempi di Giolitti

Come ogni anno, in Sicilia l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti si trasforma in un’accusa pesantissima sullo operato delle pubbliche amministrazioni e della Regione in particolare. In sintesi, dicono i magistrati contabili, non c’è un solo settore dell’amministrazione al riparo da corruzione, sprechi e violazione di legge.

Questo sistema generalizzato e collaudato è antichissimo e fu perfezionato addirittura da Giovanni Giolitti, “Il ministro della malavita”, come lo appellava Gaetano Salvemini, e si chiama ricerca scientifica del consenso.

Tutto quello che per la Corte dei Conti è un male per la Sicilia, per certa politica siciliana, è bene. E’ tutta salute. E infatti il risultato di questo schifo è il voto assicurato di un numero sufficiente di elettori che, in questo schifo, ci guazzano e ne ricavano di che vivere e che assicurano alla peggiore politica la sua perpetuazione.

Di fronte a tanto scempio che gli sembra incontrollabile il presidente della Regione Nello Musumeci ha dichiarato forfeit:

“Esiste una necessità ormai non più rinviabile – ha detto -: la riproposizione di un organo di controllo sugli atti degli enti locali” (ovvero Regione, Province e Comuni nell’Isola).

Di andarsene a casa e fare spazio a un altro modo di fare politica e di amministrare la cosa pubblica non se ne parla nemmeno.

QUI UN ARTICOLO SULLE “SCHIFEZZE” DELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA SICILIANA SEGNALATE DALLA CORTE DEI CONTI

Foto tratta da milocca.wordpress.com

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