Il ‘coraggio’ di Giletti: attacca i tetti retributivi dell’Ars, ma tace su Camera e Senato!

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Detto questo, ieri sera, il capogruppo di Forza Italia al Parlamento siciliano, Giuseppe Milazzo, non ha fatto una grande figura. Anzi. Il bello è che si rende conto che ‘Non è l’Arena’ è una “trasmissione televisiva impiantata sulla demagogia e sulla disinformazione”. Se pensa questo perché vi prende parte?

Uno ‘scoppiettante’ comunicato stampa di Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, prova a mettere una ‘pezza’ alla figura non eccelsa che ieri sera ha fatto in Tv. Ospite della trasmissione di Massimo Giletti – la solita Non è l’Arena, che dalla Rai si è trasferita su La 7 – Milazzo ha dato prova di essere un po’ pasticcione e molto confusionario.

“Nella trasmissione di Giletti – si legge nel comunicato – si è dato del pagliaccio alla Sicilia, di certo non al sottoscritto, il cui operato, sia sul piano politico che personale è ineccepibile. Del resto, non sono io che devo rispondere di vicende passate. È conosciuta la strategia di una trasmissione televisiva impiantata sulla demagogia e sulla disinformazione”.

Domanda: se Milazzo pensa che la trasmissione di Giletti sia “impiantata sulla demagogia e sulla disinformazione”, perché vi prende parte? Pensa, facendosi mettere ‘a giro’, di acquisire visibilità e notorietà?

Milazzo e i siciliani che vanno, con la loro presenza, a tenere in piedi una trasmissione televisiva scialba, priva di spessore, non si rendono conto che è proprio la loro presenza a dare forza a Giletti. Basterebbe ignorarlo.

Ma certi politici siciliani – e anche certi siciliani che politici non sono – non resistono alla tentazione della notorietà, o presunta tale.

Non si può non segnalare che, di fatto, dopo le ‘sparate’ infelici del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè – esponente di Forza Italia come Milazzo – alla fine il Parlamento siciliano sta ripristinando i tetti retributivi ai propri dipendenti.

Cosa che, invece, non sta avvenendo al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati. A rigor di logica, dovremmo invitare Giletti ad ospitare nella sua ‘colta’ trasmissione televisiva il presidente uscente del Senato, Piero Grasso, Piero Grasso, e la presidente uscente della Camera dei deputati, Laura Boldrini.

Giusto per chiedere a questi due eminenti esponenti della ‘sinistra’ italiana cosa pensano dei tetti retributivi sbaraccati a Palazzo Madama e a Montecitorio.

Invece che fa il torinese Giletti? Invita il politico siciliano di turno – espressione di una Sicilia politica oggi debole – e tutela i forti.

Se non abbiamo capito male, infatti, la ‘notizia’ che viene fuori da questa storia è che al Senato e alla Camera dei deputati i tetti retributivi non debbono essere ripristinati.

Mentre nel Parlamento siciliano i tetti retributivi debbono essere ripristinati.

La logica che sta dietro a questo epilogo è stessa che ha portato Roma è calpestare lo Statuto siciliano, tenendosi le entrate che spettano alla Regione siciliana, oggi in sostanziale default a causa di questi scippi finanziari.

Applicando questa logica colonialista, i dipendenti dei due rami del Parlamento nazionale hanno diritto a vedere eliminati i tetti retributivi.

Mentre il Parlamento siciliano – considerato di serie B – ha dei dipendenti che non hanno il diritto all’eliminazione dei tetti…

 

 

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