Acqua in Sicilia: due mesi fa si temevano inondazioni, ora manca l’acqua…

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La siccità c’è per davvero, perché in Sicilia, da un trent’anni, è in corso un processo di desertificazione. Le piogge si concentrano in periodi brevi e sono spesso torrenziali. Ma nella nostra Isola ci sono 50 dighe che, se fossero gestite bene, darebbero acqua a iosa a città e campagne! Invece l’acqua di molte dighe finisce in mare così c’è emergenza idrica-elettorale 

Può una Regione – leggere la Sicilia, la nostra isola – passare, nel giro di due mesi, da un eccesso di acqua, tale da temere inondazioni, a una crisi idrica con il razionamento dell’acqua? Sembra una barzelletta, invece questo succede in Sicilia.

Non ci credete? Seguiteci.

11 novembre dello scorso anno, Gela, provincia di Caltanissetta, storicamente una delle aree più aride della Sicilia. Le precipitazioni, di carattere torrenziale, non sono mancate. tanto che due invasi artificiali Comunelli e Disueri si sono riempiti d’acqua e rischiano di inondare entri agricoli e strade.

Sul quotidiano La Sicilia leggiamo:

“Le abbondanti piogge cadute nelle ultime 48 ore in Sicilia, hanno fatto scattare, a Gela, l’allarme-dighe negli invasi ‘Comunelli’ e ‘Disueri’, dove, per motivi di sicurezza, sono state avviate manovre di alleggerimento mediante lo scarico a mare dell’acqua in eccesso. I tecnici del settore lavori pubblici del Comune, addetti alla Protezione Civile, e la polizia municipale stanno circoscrivendo le aree interessate a possibili ‘onde di piena’ o esondazioni dei canali di scarico, per interdirle al traffico veicolare. Raccomandazioni alla prudenza sono state rivolte tramite i mezzi di informazione agli automobilisti che si troveranno a transitare nelle zone in allarme. Il tratto che desta maggiore apprensione è stato individuato in contrada Grotticelle, all’altezza dello sbarramento Prisa”.

“La diga Comunelli (tra Gela e Butera) risulta da anni interrata per il 90% della sua capacità e l’arrivo delle piene potrebbe portare l’acqua a superare lo sbarramento artificiale, tracimando a valle in maniera incontrollata. Da qui la decisione di aprire sin da ora gli scarichi, come si fa da tempo. Stessa decisione per la diga Disueri che necessiterebbe di interventi di manutenzione e di consolidamento della struttura portante che presenta lesioni pericolose. La situazione – dicono alla Protezione civile – è in continuo monitoraggio per tutelare l’incolumità pubblica”.

Può la Sicilia passare, in due mesi, dal pericolo di inondazioni alla grande sete? A quanto pare, sì. Per crederci, basta portare il cervello all’ammasso…

E allora? E allora succede quello che I Nuovi Vespri ha già raccontato più volte: in Sicilia il clima è cambiato e, come ha raccontato il professore di Ecologia all’università di Palermo, Silvano Riggio, la nostra Isola è entrata nella bolla sahariana: poche piogge, spesso torrenziali, concentrate in alcuni periodi dell’anno (COME POTETE LEGGERE QUI).

Ma le piogge, anche se torrenziali, riempono le circa 50 dighe presenti in Sicilia. Il problema è che le dighe della nostra Isola sono in massima parte o gestite malissimo (leggere mancanza di manutenzione), o lasciate a metà.

Così quando si riempono d’acqua, per evitare danni – è il caso delle due dighe della provincia di Caltanissetta – vengono svuotate. 

Dopo di che, però, in Sicilia manca l’acqua e c’è emergenza idrica!

Oltre alle dighe abbandonate ci sono altri disservizi: come la follia di gettare in mare l’acqua dei depuratori. Come succede a Palermo, città che getta in mare 500 litri di acqua al secondo (COME POTETE LEGGERE QUI) e, contemporaneamente, aspetta in queste ore da Roma l’ok per dichiarare lo stato di calamità naturale! (a un mese e mezzo dal voto delle elezioni politiche: chissà perché).

Le province che registrano siccità, oltre a Palermo, sono Trapani, Agrigento ed Enna.

Gli “esperti” dicono che non piove da tre anni. Non è così. Intanto l’indice di piovosità si è ridotto negli ultimi due anni e non negli ultimi tre anni.

La siccità c’è per davvero, perché in Sicilia, come ci corda sempre il professore Riggio è in atto una desertificazione. Fenomeno noto non da tre anni, ma da trent’anni almeno!

Le piogge torrenziali se concentrate in brevi periodi creano grandi problemi all’agricoltura: che è infatti, quello che sta succedendo, perché le piante vanno in sofferenza.

Ma se in Sicilia funzionassero i circa 50 invasi di acqua ce ne sarebbe a volontà, per le città e per l’agricoltura!

Il vero problema è che in Sicilia si registra una pessima amministrazione delle risorse idriche. Il resto sono chiacchiere.

E, con molta probabilità, sono anche scuse per chiedere lo stato di calamità e gestire appalti miliardari con le procedure della somma urgenza, cioè senza evidenza pubblica. Insomma, il solito mangia mangia a ridosso delle elezioni…

ARTICOLO DE LA SICILIA

Lo strano caso delle dighe siciliane a perdere, con i Governi regionali che non chiedono fondi a Roma…

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