I governi in Sicilia? Il giornale come un nonno felice che perdona tutto al nipotino…

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Anche nelle ore più buie i governi regionali possono contare sul Giornale di Sicilia, una mater pietosa che, con il suo manto di carità, copre tutti i peccati, facendo diventare veniali quelli mortali e derubricando a semplici scappatelle quelli meno odiosi. Amen… 

Non è di tutti i governi, di destra, di centro, di sinistra avere un giornale per amico, e dico amico, non servo o vassallo, non voce o portavoce. Un giornale che non è un giornale di partito, ma proprio di governo, che ha nel suo DNA la tipica svisceratezza servile di chi sa che il pane viene da quella parte. O destra o centro o sinistra, è sempre la stessa parte.

In tutti i frangenti, anche nelle ore più buie, i governi regionali possono contare sul Giornale di Sicilia, una mater pietosa che, con il suo manto di carità, copre tutti i peccati, facendo diventare veniali quelli mortali e derubricando a semplici scappatelle quelli meno odiosi.

Alla naturale sudditanza psicologica verso la politica, tipica della maggioranza della stampa italiana, il giornale che fu di Roberto Ciuni, Piero Fagone e Mario Francese aggiunge un mix di complicità benevola, come uno zio affettuoso, o un nonno felice che tutto sopportano da un nipotino scavezzacollo, ma che pure dà tante soddisfazioni.

Se il governo regionale sbaglia merita il perdono, ed ecco pronta una sfilza di attenuanti e di esimenti; se il governo immora, ritarda, non decide, elude, è certo che prima o poi si rifarà, recupererà, e comunque non è stata colpa sua.

Le cavallette, il terremoto, il funerale della nonna. Guai ad indignarsi! Non è stata colpa sua. Uno strumento di educazione del cittadino a piegare la schiena, ad accettare tutto quello che gli fanno subire come se venisse dalle stelle, che governano, loro sì, i nostri miserevoli destini, i nostri umori, le nostre vicende.

Sopire, chetare. Dormire, forse morire.

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