Brutte notizie per il PD e per Piero Grasso: in Sicilia oggi nasce la lista Je so’ pazzo

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Dovrebbe essere la prima, vera esperienza di sinistra lontana dai ‘magheggi’ del PD (alla fine i ‘Liberi e Uguali’ di Piero Grasso, appena Renzi verrà ‘disarcionato’ da segretario del partito, dovrebbero rientrare nel PD). Oggi primo appuntamento a Palermo di un’esperienza politica nata dal basso 

Brutte notizie per il PD siciliano e per Liberi e Uguali di Piero Grasso. Anche nella nostra Isola sta per vedere la luce l’esperienza di Je so’ pazzo ex OPG Potere al Popolo. Si tratta di un’esperienza di sinistra nata dalla base e non tra le risse, tutte interne al PD, tra chi vuole Renzi e chi non lo vuole. Il primo appuntamento di questa nuova formazione politica, già lanciata per prendere parte alle elezioni politiche nazionali del marzo prossimo, è per oggi a Palermo.

Alla fine, se ci ragioniamo, si tratta del migliore modo per accogliere renzi che oggi è in Sicilia… Cose che capitano.

Oggi sarà di scena la prima assemblea cittadina di Je so’ pazzo. Appuntamento a Palermo, alle 17,00, presso la Sala Valdese di Via dello Spezio, 43.

“L’assemblea – si legge nel comunicato diramato dall’Ufficio Comunicazione
Potere al Popolo Palermo #accettalasfida – che lancerà il progetto di una lista Potere al Popolo vedrà la partecipazione ed il contributo di una rappresentanza di Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo”.

“Alle prossime elezioni politiche – si legge sempre nel comunicato – nessuno si farà carico delle esigenze della stragrande maggioranza del nostro Paese, (…) se nessuno ci rappresenta e se noi siamo la maggioranza di questo Paese perché non provare a Rappresentarci da soli?” .

Così, con queste parole, circa tre settimane fa il Collettivo Ex OPG
Occupato-Je so’ pazzo di Napoli ha lanciato una assemblea nazionale a
Roma che, organizzata in pochissimi giorni, ha fatto il pieno di
partecipanti (COME POTETE LEGGERE QUI).

“Da quei giorni in poi – prosegue il comunicato – la voglia di partecipazione si è diffusa in tutta Italia con un crescendo di adesioni al progetto ed un proliferare di assemblee in tante città lungo tutto lo stivale. Anche Palermo #accettalasfida”.

All’appello hanno aderito singoli cittadini, associazioni, studenti, lavoratori,
precari, disoccupati, associazioni e collettivi impegnati nel sociale e collettivi che oggi si incontreranno a Palermo per iniziare una nuova avventura al di fuori da una sinistra officiale fallimentare.

Non funziona, almeno a sinistra, il PD siciliano, che ormai è una specie di tragedia politica centrista: basti pensare che, su undici deputati eletti nella nuova Assemblea regionale siciliana, sono due arrivano dalla tradizione del vecchio Pci, mentre gli altri hanno storia politiche che nulla hanno a che vedere con la sinistra.

Non va meglio per la lista Cento Passi di Claudio Fava, che era nata come un’esperienza nuova, ma che poi ha finito col diventare la voce di Articolo 1 MDP, di Sinistra Italiana e di Possibile: in pratica, una parte del PD (i cui veri leader sono Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani) in rotta di collisione con Renzi che nei giorni ha designato come leader il già citato Piero Grasso.

Alla fine, il solito già visto, pronto a rientrare nel PD nel momento in cui Renzi verrà disarcionato dalla segreteria nazionale (cosa che avverrà se il PD, com’è molto probabile, perderà le elezioni politiche nazionali del prossimo marzo.

Un’altra mezza tragedia politica di quanto resta della sinistra siciliana è rappresentata da Rifondazione Comunista di Palermo e da SEL, che nel capoluogo siciliano si ritrovano ad amministrare il Comune con Leoluca Orlando, di fatto il ‘leader’ del centrosinistra renziano sconfitto alle elezioni regionali.

Dal marasma renziani, trasformista e poltronista della sinistra siciliana, o presunta tale, si salva soltanto Rifondazione Comunista regionale che, giustamente, ha sempre rifiutato di ‘mescolarsi’ con i cacciatori di poltrone e che, alla fine, ha subito solo la lista Cento Passi alle elezioni regionali, esperienza che, in verità, non era nata per fare da ‘sgabello’ politico ed elettorale a D’Alema e Bersani, ma che tale è diventata.

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