Ecco i collegi siciliani di Camera e Senato: alla Sicilia hanno rubato due seggi per darli alla Lombardia

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Ci avevano detto che il numero di parlamentari scelti dagli elettori sarebbe stato maggiore dei parlamentari-camerieri ‘nominati’ dai ‘capi’ dei partiti. Tutto falso: è vero l’esatto contrario. I collegi della nostra Isola di Camera e Senato sono stati ‘ridisegnati’ dopo le elezioni regionali siciliane per favorire il centrodestra in generale (e Forza Italia in particolare) a scapito del Movimento 5 Stelle 

Ieri sera abbiamo pubblicato un articolo in cui raccontiamo dell’accordo romano tra Renzi e Berlusconi sulla nuova legge elettorale per Camera dei deputati e Senato della Repubblica per fregare i grillini (QUI L’ARTICOLO). Oggi entriamo nel dettaglio del come sono stati ‘ridisegnati’ i collegi in Sicilia. Dicendo subito che la nostra Isola, rispetto alla precedente legge elettorale, perderà due collegi.

Perché perderà due collegi? La scusa è pronta: perché la popolazione della Sicilia si è ridotta. E’ vero? Assolutamente no! Vero è che, grazie all’Unione Europea dell’euro e grazie, soprattutto, ai tagli del Governo nazionale, la povertà in Sicilia è cresciuta (VE LO RACCONTIAMO IN QUESTO ARTICOLO CON I DATI DELLA SVIMEZ). Ma i 40 mila giovani laureati che sono andati via sono stati sostituiti da un numero molto più altro di immigrati che la Sicilia ha accolto.

Se a questo aggiungiamo che il Parlamento nazionale vuole approvare la legge sullo Ius Soli prima della chiusura della legislatura – legge che darebbe l’opportunità a tanti emigrati di votare – il taglio di due collegi alla Sicilia alla Sicilia non è giustificato affatto dalla riduzione della popolazione.

Perché, allora, il taglio di due collegi alla Sicilia? Perché, con molta probabilità, togliendo i due collegi alla nostra Isola e dandoli alla Lombardia (perché di fatto è questo che è stato fatto), Renzi e Berlusconi hanno la certezza quasi matematica che i due seggi non andranno al Movimento 5 Stelle.

Agli osservatori attenti non sfuggirà un altro particolare che, per la Sicilia, è tutt’altro che secondario. Il Governo nazionale, per ‘ridisegnare’ i collegi di Camera e Senato, ha atteso i risultati delle elezioni regionali siciliane dello scorso 5 novembre.

I collegi di Camera e Senato della nostra Isola sono stati ‘disegnati’ proprio sulla base dei risultati elettorali delle elezioni siciliane. Con un obiettivo preciso: sfavorire il Movimento 5 Stelle e favorire i candidati del centrodestra in generale e di Forza Italia in particolare, dal momento che il centrosinistra viene dato per sconfitto in quasi tutta la Sicilia. 

Vediamo, adesso, nel dettaglio, come sono stati distribuiti i collegi in Sicilia.

Cominciamo col dire che il Rosatellum – la nuova complicata legge elettorale – presenta un sistema misto: una parte dei parlamentari verrà eletta nei collegi uninominali, un’altra parte con le solite liste bloccate dove i ‘capi’ dei partiti piazzeranno i propri ‘camerieri’, personaggi senza voti che possono essere eletti solo nelle liste bloccate.

Ebbene, in Sicilia, 19 seggi della Camera dei deputati e 9 seggi del Senato verranno eletti con il sistema maggioritario, cioè nei collegi uninominali, come avveniva con le legge elettorale Mattarellum.

Poi ci sono  33 seggi della Camera e 16 seggi del Senato che, invece, verranno assegnati con il metodo proporzionale sulla base di liste bloccate in collegi plurinominali.

Ci avevano detto che il numero di parlamentari scelti dai cittadini-elettori di sarebbe stato maggiore dei parlamentari-camerieri eletti nelle liste bloccate. Invece, come potete notare, è l’esatto contrario!

Sotto questo profilo, il Rosatellum ha ottemperato in modo parziale alle prescrizioni della Corte Costituzionale che, nel ‘cassare’ il Porcellum (la vecchia legge elettorale) aveva invitato le Camere a restituire al corpo elettorale la facoltà di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento: questo punto potrebbe essere già oggetto di ricorso.

Entriamo, adesso, nel dettaglio.

La Sicilia viene suddivisa in due circoscrizioni elettorali per l’elezione della Camera dei deputati, come avveniva nella cosiddetta Prima Repubblica: Sicilia 1 (occidentale) e Sicilia 2 (orientale).

Alla circoscrizione della Sicilia occidentale (o Sicilia 1) sono assegnati nove collegi uninominali e 16 seggi plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati (in totale sono 25 seggi).

Alla circoscrizione della Sicilia orientale (o Sicilia 2) sono assegnati dieci collegi uninominali e 17 seggi plurinominali per la Camera (in totale sono 27 seggi).

Per il Senato la Sicilia avrà a disposizione 9 seggi uninominali e 16 seggi plurinominali (per un totale di 25 seggi).

I nuovi collegi uninominali della Camera dei deputati per la Sicilia sono:

Sicilia 1 – 01 (Palermo, Capaci, Torretta, Isola delle Femmine e Ustica);

Sicilia 1 – 02 (Palermo centro);

Sicilia 1 – 03 (Palermo sud);

Sicilia 1 – 04 (Gela e la provincia di Caltanissetta);

Sicilia 1 – 05 (Bagheria e il versante orientale della provincia di Palermo);

Sicilia, 1 – 06 (Monreale e i Comuni dell’interno e del versante occidentale della provincia di Palermo);

Sicilia 1 – 07 (Agrigento);

Sicilia 1 – 08 (Trapani e Marsala: questo è il collegio più grande);

Sicilia 1 – 09 (Sciacca e alcuni Comuni dell’Agrigentino e del Trapanese).

Già da questa prima descrizione si capisce il papocchio che è stato ‘ammannito’. I Comuni – anche di province diverse – sono stati messi insieme con l’obiettivo, nemmeno troppo velato, di favorire alcuni schieramenti politici a danno di altri sulla base – come già sottolineato – dei risultati delle elezioni regionali della Sicilia.

Nella Sicilia orientale invece i nuovi collegi uninominali per la Camera sono:

Sicilia 2 – 01 (Messina);

Sicilia 2 – 02 (Barcellona Pozzo di Gotto);

Sicilia 2 – 03 (Enna);

Sicilia 2 – 04 (Acireale);

Sicilia 2 – 05 (Catania);

Sicilia 2 – 06 (Misterbianco);

Sicilia 2 – 07 (Paternò);

Sicilia 2 – 08 (Ragusa);

Sicilia 2 – 09 (Avola e una parte consistente della provincia di Siracusa);

Sicilia 2 – 10 (Siracusa e i Comuni limitrofi).

Adesso esaminiamo le ‘greppie elettorali’ per i candidati senza voti destinati a fare i ‘camerieri’ dei ‘capi’ dei partiti: parliamo dei collegi plurinominali con le solite liste bloccate.

Cominciamo con i seggi dei futuri parlamentari ‘nominati’ della Sicilia occidentale:

Il primo mega-collegio plurinominale unisce Palermo e Capaci con Palermo centro (Sicilia 1 – 02) e Palermo sud (Sicilia 1 – 03); questo mega-collegio eleggerà 4 parlamentari.

Il secondo mega-collegio plurinominale unisce i collegi uninominali della Camera di Trapani-Marsala (Sicilia 1 – 08), Monreale (Sicilia 1 – 05) e Bagheria (Sicilia 1 – 06); questo mega-collegio eleggerà sei parlamentari.

Il terzo mega-collegio plurinominale associa i collegi uninominali della Camera di Sciacca (Sicilia 1 – 09), Agrigento (Sicilia 1 – 07) e Gela (Sicilia 1 – 04); questo collegio eleggerà sei parlamentari.

Qui di seguito i seggi dei futuri parlamentari ‘nominati’ nella Sicilia orientale:

Il primo mega-collegio plurinominale è costituito dai collegi uninominali della Camera di Messina (Sicilia 2 – 01), Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia 2 – 02) ed Enna (Sicilia 2 – 03), con una popolazione totale di 823.275 abitanti; questo  mega collegio eleggerà 5 parlamentari.

Il secondo mega-collegio plurinominale è costituito dai collegi uninominali Camera di Acireale (Sicilia 2 – 04), Catania (Sicilia 2 – 05) e Misterbianco (Sicilia 2 – 06), con una popolazione di 792.641 abitanti; questo mega-collegio eleggerà 5 parlamentari.

Il terzo mega-collegio plurinominale – al quale andranno 7 seggi – è costituito dai collegi uninominali di Paternò (Sicilia 2 – 07), Ragusa (Sicilia 2 – 08), Avola (Sicilia 2 – 09) e Siracusa (Sicilia 2 – 10).

Nella nuova legge elettorale lo sbarramento nella quota proporzionale è stato fissato al 3% su base nazionale: sbarramento che vale sia per la Camera, sia per il Senato, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche: per queste ultime la soglia è al 20% nella regione di riferimento.

In aggiunta alla soglia del 3% è prevista anche una soglia minima del 10% non per le coalizioni, ma per gli apparentamenti.

La differenza non è formale, ma sostanziale. Le coalizioni debbono avere programmi politici condivisi, gli apparentamenti sono semplici alleanze elettorali dettate dalla convenienza numerica.

Gli apparentamenti danno la possibilità di accedere a seggi se almeno una delle liste apparentate supera il 3%.

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