Nuova bufera sui Genovese: indagato per riciclaggio anche Luigi, recordman di voti a Messina

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Il giovane rampollo della potente famiglia messinese, appena eletto all’Ars con 18mila preferenze, accusato di riciclaggio nell’ambito di una inchiesta che riguarda i beni del padre Francantonio, ex parlamentare del PD passato tra le fila di Forza Italia. La replica del legale della famiglia Genovese

C’e’ anche Luigi Genovese, 21 anni,  neo eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia con oltre 18mila voti, tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta per riciclaggio, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta di beni della Procura di Messina, che ha portato ad un sequestro di beni per 100 milioni.

Parliamo del figlio di Francantonio, noto ras della politica messinese passato con Forza Italia dopo una militanza nel PD: primo segretario regionale del PD siciliano (voluto dall’allora segretario nazionale, Walter Veltroni), già sindaco di Messina, già parlamentare nazionale del PD, poi coinvolto nello scandalo della Formazione professionale e condannato in primo grado a 11 anni.

La candidatura del figlio, come ricorderete, aveva suscitato un mare di polemiche. E la notizia di oggi non potrà che alimentarle e riproporre la questione degli “impresentabili” di cui tanto si è chiacchierato in campagna elettorale.

Nel dettaglio, come racconta l’agenzia di stampa Italpress, “i  finanzieri del Comando provinciale di Messina stanno procedendo al sequestro di beni per oltre 100 milioni riconducibili all’ex parlamentare Francantonio Genovese, al figlio Luigi, neo deputato regionale, ed ai suoi più stretti familiari, nell’ambito di un’inchiesta per riciclaggio, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta di beni. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni, su richiesta della locale Procura. Le indagini hanno inizialmente consentito di rinvenire fondi esteri per un ammontare pari ad oltre 16 milioni di euro, schermati da una polizza accesa attraverso un conto svizzero presso la società Credit Suisse Life Bermuda Ltd”.

“Gli indagati, anche avvalendosi di alcune società a loro riconducibili, avrebbero posto in essere diverse operazioni immobiliari volte a trasferire ad altri soggetti beni immobili e disponibilità finanziarie in possesso di Francantonio Genovese per eludere il possibile sequestro dei 16 milioni e per sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte e delle correlative sanzioni amministrative che frattanto venivano ad ammontare a circa 25 milioni di euro”.

“In tal modo Genovese, nel tentativo di sfuggire all’aggressione patrimoniale nei suoi confronti, si sarebbe spogliato di tutto il patrimonio finanziario, immobiliare e mobiliare a lui riconducibile, in via diretta e indiretta, trasferendolo al figlio Luigi insieme a denaro proveniente dal precedente riciclaggio”.

I finanzieri di Messina hanno dunque messo i sigilli a società di capitali, conti correnti, beni mobili ed immobili e azioni riconducibili all’ex deputato e al figlio Luigi.

Leggiamo sul Giornale di Sicilia on line:

Sulla vicenda interviene l’avvocato Nino Favazzo, legale della famiglia Genovese:

“Non ho ancora avuto modo di leggere nè la richiesta dei Pubblici Ministeri nè, tanto meno, gli esiti delle attività di indagine che, della richiesta, costituiscono il necessario presupposto. Ogni considerazione a riguardo, quindi, sarebbe, allo stato, solo affrettata”.

“Tuttavia, senza voler immaginare scenari ‘complottistici’ – aggiunge il penalista – di certo colpisce la tempistica del provvedimento che, in relazione ad una notizia di reato risalente a circa tre anni addietro viene, forse richiesto, ma certamente emesso dopo che la dottoressa Chiara Schirò ha definitivamente regolarizzato, attraverso lo strumento della ‘voluntary disclosure’, la propria posizione con lo Stato italiano versando quanto dovuto a titolo di imposta sanzioni ed interessi ed all’indomani della recente tornata elettorale, in cui Luigi Genovese è stato eletto alla Assemblea Regionale Siciliana, registrando un significativo consenso”.

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