Acqua: chiedere cose di sinistra a un Governo di centrodestra dopo che il Governo Crocetta ha fatto cose di destra…

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Sono i paradossi della politica siciliana. Per cinque anni un Governo regionale che si presentava di centrosinistra, in materia idrica, ha fatto cose di destra. Ora il Forum Acqua e Beni Comuni, che per cinque anni è stato ignorato da Crocetta, Cracolici e compagnia bella si rivolge al presidente Nello Musumeci, di centrodestra, per avere riconosciuti valori culturali e politici di sinistra

Chiedere a un presidente della Regione siciliana di centrodestra di rispettare i valori che il precedente Governo regionale di centrosinistra non ha rispettato? In Sicilia succede anche questo. Tema: la gestione dell’acqua.

Il Forum Acqua e Beni Comuni si rivolge al Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci:

“Stop agli adempimenti ATI in scadenza al 18/11. Revoca o proroga per scongiurare commissariamento. Cittadini e Comuni siciliani non possono continuare a pagare per la disamministrazione di Crocetta &Co. necessario un cambio di rotta verso la gestione pubblica e partecipata”.

Sotto accusa è il passato Governo regionale di centrosinistra di Rosario Crocetta:

“Il Governo Crocetta – si legge nella lettera del Forum Acqua e Beni Comuni – ha aggirato la legge sull’acqua approvata dal Parlamento siciliano nel 2015, non si è opposto all’impugnativa di Renzi, ha bloccato la revisione dei contratti coi gestori privati a partire da quello con Siciliacque spa senza mai analizzare tutte le inadempienze e le vessazioni a cui i cittadini sono sottoposti da anni. L’Atto d’indirizzo di cui il Forum chiede l’immediata revoca dimostra lo strabismo di una Amministrazione regionale che ha cercato tardivamente di imporre il rispetto di una legge, la legge n. 19 del 2015, che per prima ha eluso e violato”.

“I Comuni riuniti nelle ATI, Assemblee Territoriali Idriche – prosegue la lettera – non sono stati messi nelle condizioni di operare per sanare un disastro che si ripercuote pesantemente sulle tasche dei cittadini e sull’ambiente e che appare propedeutico a favorire nuove e più aspre privatizzazioni”.

“Anche alla luce delle tante denunce in corso e dei ricorsi passati in giudicato, non ultimi quelli sul tema depurazione, tariffe, assetti societari, nonché del rischio sempre più pressante di crisi idrica, desertificazione, dissesto idrogeologico, inquinamento delle falde etc. crediamo che l’intera partita della gestione delle risorse idriche in Sicilia vada riaperta complessivamente con il nuovo Governo regionale al quale chiediamo fin da ora di programmare un confronto non appena insediato”.

Questa lettera ci dà la misura di che cosa ha fatto, anzi di cosa non ha fatto, in cinque anni, il passato Governo di centrosinistra. E spiega, meglio di qualsiasi altra analisi, il perché la sinistra siciliana non goda, presso gli elettori, di grande e diffusa credibilità.

Pensate: nel 2011 un referendum ha sancito, a larghissima maggioranza, la volontà espressa dal popolo italiano di tornare alla gestione pubblica dell’acqua.

Sia il Governo nazionale, sia, in Sicilia, il Governo regionale – entrambi di centrosinistra – hanno ignorato a bella posta il risultato del referendum del 2011.

Ricordiamo che un disegno di legge di iniziativa popolare per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, nella passata legislatura, è stato insabbiato dalla presidenza dell’Ars in combutta con il Governo regionale di Rosario Crocetta e con la maggioranza di centrosinistra.

Sarà interessante capire cosa farà adesso il nuovo Governo regionale. Che, a differenza del precedente, come già ricordato, è di centrodestra.

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