La Regione siciliana è in sostanziale default, anche se Baccei e i manifesti del PD dicono il contrario

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A mettere la Regione nelle condizioni di non pagare è stato il Governo nazionale, che ha svuotato le ‘casse’ regionali, con la connivenza di un Governo di ascari. Lo testimoniano le Province senza soldi, i Comuni al verde e il fatto che la stessa Regione non paga più nessuno. Ieri, a Palermo, un incontro surreale con due sottosegretari di Stato per cercare di convincere i 16 mila precari dei Comuni che verranno stabilizzati, però dopo le elezioni… Con Fabrizio Micari che è andato a metterci la faccia

… e quindi la Regione siciliana non avrebbe problemi di liquidità e potrebbe, addirittura, stabilizzare i circa 16 mila precari degli enti locali siciliani? Ma non lo farà, adesso: ci penserà il prossimo Governo regionale, possibilmente guidato da Fabrizio Micari. Parola di Alessandro Baccei, il commissario del Bilancio regionale imposto da Renzi al Governo regionale di Rosario Crocetta.

Insomma, ieri, a Palermo, le bugie del Governo regionale hanno superato il livello di guardia. Per l’occasione, all’incontro organizzato per raccontare frottole sui conti della Regione, oltre a Fabrizio Micari e a Baccei, si è presentato anche il sottosegretario, Davide Faraone, in compagnia di un altro sottosegretario, Angelo Rughetti, titolare della Pubblica amministrazione.

Provate a immaginare che cosa non hanno detto questi personaggi per cercare di convincere i già citati 16 mila precari che, dopo le elezioni, verranno stabilizzati.

Intanto lo slogan dei manifesti. Il Bilancio della Regione è sano. Anzi, è stato risanato. Ma se è stato risanato la Regione perché non paga? Visto che parliamo degli enti locali, perché Baccei e compagni non erogano ai Comuni dell’Isola le risorse 2017?

Ricordiamo che, tra Fondo per le Autonomie locali, fondi pagare le rate dei mutui e fondo per il precariato, la Regione dovrebbe erogare ai Comuni circa 650 milioni di euro. Ma allo stato attuale dei fatti, ha erogato appena 50 milioni di euro. E siamo già a fine settembre!

Perché queste bugie sui conti economici e finanziari regionali ribaditi in un incontro pubblico elettorale? Per lo stesso motivo per il quale sono stati diffusi i manifesti sul “Bilancio regionale risanato” con il “Fatto!”.

La Regione siciliana è default. Non dichiarato, ma default. A far fallire la Regione siciliana è stato il Governo nazionale, che ha svuotato il Bilancio regionale. Il tutto con la connivenza del Governo regionale degli ascari.

La dimostrazione del sostanziale fallimento della Regione sta nel fatto che non paga: non eroga i fondi ai Comuni, non li eroga alle >Province, non ha i soldi per gli operai della Forestale, non paga interi settori dell’Amministrazione regionale.

Ma questo non si deve dire. I cavoli amari arriveranno per il Governo regionale che verrà, che non sarà un Governo di centrosinistra. E’ inutile girarci attorno: il nuovo Parlamento siciliano che si insedierà dopo le elezioni del 5 novembre avrà enormi difficoltà a redigere la legge regionale di stabilità 2018, proprio perché non ci sono soldi.

I manifesti diffusi in tutta la Sicilia sul “Bilancio risanato” della Regione servono al PD siciliano per mettere le mani avanti. A dicembre, quando il nuovo presidente della Regione e i nuovi assessori si insedieranno, rispettivamente, a Palazzo d’Orleans e negli assessorati, troveranno le ‘casse’ vuote.

A quel punto gli esponenti del PD – o di quel che sarà rimasto del PD siciliano dopo le elezioni – diranno:

“Eh, ma noi il Bilancio regionale l’abbiamo risanato…”.

Insomma, siamo davanti a un goffo tentativo di scaricare su chi verrà le responsabilità del tracollo finanziario della Regione siciliana.

Così, a dicembre, gli esponenti del centrosinistra diranno di aver risanato il Bilancio regionale. Già, hanno risanato il Bilancio regionale così come hanno risanato le nove Province, che non hanno i soldi non per occuparsi delle strade provinciali abbandonate, o per occuparsi degli edifici scolastici: non hanno nemmeno i soldi per pagare i dipendenti…

 

 

Visualizza commenti

  • Intanto 16 mila "precari" sono un insulto al diritto al lavoro e proprio come non permette la vigente Costituzione, che invece fonda questo Paese - su lavoro- e non dice una parola sul "lavoro precario", che resta ed è anticostituzionale.
    Nessuno se ne è mai accorto?
    Poi, se un intero Paese precario, si dispone ad attendere elezioni che promettono stabilità, giustizia e progresso...credere agli stabilizzatori che non hanno mai stabilizzato se non mafie, sperequazioni sociali e privilegi, vuol dire diventare complici del malaffare politico.
    Ai qualunquisti rinunciatari che dicono : "tanto sono tutti uguali e non cambia mai niente" segnalo che continueranno a pagare i privilegi di chi grazie ai qualunquisti rinunciatari avranno piacere di essere tutti uguali nei privilegi per continuare a non fare cambiare nulla.
    Andiamo a votare e cambiamo politici e forze politiche.
    Io dico NO a chi è stato al governo negli ultimi trent'anni con tutte le alleanze ibride e incestuose, fino ai "patti del Nazareno" di matrice pd-piduista.

  • Ma non si potrebbe ipotizzare questa futura stabilizzazione dei precari come voto di scambio?
    Ma non si salva proprio nessuno. A chi credere?

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