Lampedusa, lettera aperta del sindaco: “Le regole valgono anche per i migranti”

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Totò Martello, primo cittadino dell’isola, sfida l’ipocrisia e il buonismo acchiappa copertine e denuncia una situazione fuori controllo dal punto di vista dell’ordine pubblico: “Devo constatare che chiedere che anche i migranti rispettino le stesse regole che valgono per i lampedusani e per gli altri cittadini italiani, secondo qualcuno significa essere razzista…” AGGIORNAMENTO: “ALLARME RIENTRATO”

“Chiudere il Centro di accoglienza di Lampedusa: sapevo che pronunciando queste parole avrei creato un “caso”, che mi sarei attirato critiche e apprezzamenti, sguardi di indignazione e messaggi di incoraggiamento. Ma era l’unico modo per accendere i riflettori su quello che da alcune settimane sta avvenendo nella nostra isola”. Lo scrive Totò Martello, sindaco dell’isola che sfidando ipocrisia e buonismo acchiappa copertine, non esita a denunciare la situazione in cui si trova la sua isola:

Totò Martello, sindaco di Lampedusa

“In troppe occasioni i migranti sbarcano, vengono soccorsi ed accolti, e subito dopo vengono lasciati liberi di muoversi come vogliono senza che nessuno intervenga per verificare se soggiornano o meno all’interno del Centro.
Se qualcuno vuole speculare sulle mie parole è libero di farlo, ma qui il tema non è né il razzismo né l’intolleranza: il punto è il rispetto dell’ordine pubblico e delle regole. Un rispetto che non può valere solo per i lampedusani, mentre chiunque altro viene lasciato libero di agire come vuole.

“Se un cittadino italiano -continua il sindaco-  avesse fatto quello che ho visto fare a molti migranti giunti sull’isola in queste settimane (vagabondare e ubriacarsi per il centro cittadino, importunare passanti, utilizzare le strade come fossero toilette a cielo aperto) e avessi chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare. Purtroppo però devo constatare che chiedere che anche i migranti rispettino le stesse regole che valgono per i lampedusani e per gli altri cittadini italiani, secondo qualcuno significa essere “razzista” se non addirittura “terrorista”. Chi parla così vive in un mondo capovolto: un terrorista è colui il quale sovverte l’ordine pubblico, non chi chiede che venga rispettato.
“Lampedusa è stata, è, ed intende continuare ad essere un’isola di accoglienza: è mio dovere però chiedere che l’accoglienza sia organizzata all’interno di un contesto di regole di ordine pubblico e di decoro. È quello che un sindaco deve fare, anche a costo di risultare “scomodo” e di vedere utilizzate e strumentalizzate le proprie affermazioni da parte di chi, in malafede, non ha a cuore né il bene dei migranti né il bene di Lampedusa”.

AGGIORNAMENTO:

“Dopo il clamore mediatico determinato dalle mie dichiarazioni, la situazione a Lampedusa è tornata alla ‘normalità’: sono aumentati i controlli sui migranti e il Centro di accoglienza ha ripreso le sue funzioni. Purtroppo a volte nel nostro Paese è necessario ‘alzare la voce’ per ottenere il rispetto dei diritti e delle regole: questo è un aspetto che da cittadino mi dispiace e mi fa riflettere, perché quello che dovrebbe essere ‘normale’ spesso viene considerato pretestuoso”. Lo dice Totò Martello, sindaco del Comune di Lampedusa e Linosa.

“Ringrazio le forze dell’ordine e le istituzioni per il loro impegno che, ne sono certo, da adesso in poi resterà costante e permetterà il regolare funzionamento delle procedura di accoglienza. Non intendo alimentare altre polemiche – aggiunge Martello – né commentare prese di posizione da parte di chi cerca solo di ritagliarsi piccoli spazi di visibilità: il mio unico interesse è il bene di Lampedusa e dei lampedusani. I veleni e gli insulti non m intimidiscono e non mi fanno paura. Continuerò a lavorare, come ho sempre fatto, per tutelare i miei concittadini e per fare in modo che il meccanismo di soccorso ed accoglienza dei migranti nell’isola proceda regolarmente e nel miglior modo possibile”.

NDR, PER SAPERNE DI PIU’ SULLA SITUAZIONE A LAMPEDUSA ECCO UN APPROFONDIMENTO SU UN QUOTIDIANO DELL’ISOLA:

http://www.mediterraneocronaca.it/2017/09/16/ancora-tunisini-a-lampedusa-ed-il-sindaco-propone-chiusura-hotspot-perche-inutile/

 

 

Visualizza commenti

  • L'ordine pubblico è di competenza delle forze dell'ordine che sono coordinate dal Prefetto.
    Il sindaco, prima di esternare sui media le sue considerazioni, avrebbe dovuto rivolgersi al rappresentante dello Stato: lo ha fatto?
    Altrimenti, tutto ciò appare solo un pretesto per guadagnare visibilità, dopo le frequenti "passerelle mediatiche" del suo predecessore o, peggio, rafforzare l'opera persuasiva del ministro Minniti e del suo sciagurato "regolamento".....

  • Gentile sindaco Martello,
    ho soggiornato a Lampedusa ( al tempo del missile-burla del koreano-libico Gheddafi), ho avuto modo di conoscere l'ineguagliabile ospitalità e gentilezza dei lampedusani, che si sono riversate anche sui "profughi".
    So che si sono privati, i suoi concittadini, del loro cibo, degli abiti e di quanto altro a supporto materiale e psicologico verso i nuovi arrivati su barconi.
    Mi meraviglio, come tanti, che si possa partire da Tunisia e Senegal, due Paesi di sicura crescita economica; il Senegal da anni ha il P.I.L. maggiore di tutta l'Africa.
    Qualche cosa stona in tutta questa operazione,
    Il primo razzista è uno Stato assente nel garantire diritti costituzionali a tutti gli italiani, caricandoli di oneri insostenibili.
    Il problema dei problemi è il conflitto, permanente tra Democrazia, la nostra, risultato di una guerra mondiale antifascista e antinazista, e la teocrazia, la loro nella più parte, dove nel "Kuran" si può leggere che "L'Islam è la legge delle leggi, superiore a tutte, perché così vuole Allah", quindi anche "superiore" al nostro ordinamento, alla nostra Costituzione.
    Un obbrobrio teocratico patente contro migliaia di anni di lotte per arrivare a società civili, di respiro democratico partecipativo.
    i nostri governi di indegni e incapaci, sanno di questo conflitto, ma continuano a farci invadere da "profughi" islamici, quando basterebbe accogliere donne e bambini, la parte più debole di questa catena di nuovo schiavismo in capo alle tribù libiche cui non si finisce di dare i nostri soldi, per soluzioni ai problemi creati dai nuovi negrieri e schiavisti libici.
    Ancora oggi un sequestro di un peschereccio siciliano, in acque internazionali, ad opera di militari tunisini, magari imbarcati su motovedette regalate loro con i nostri soldi, quelli dei siciliani sequestrati compresi.
    E la nostra Marina?
    Caro sindaco, io le consiglio di chiamare tutti i suoi ospiti, di tutte le etnie, portarli in municipio, leggere loro gli articoli della nostra Costituzione e fare loro sottoscrivere il rispetto e l'osservanza della Stessa. Traducendo loro ( ormai siete esperti di lingua araba...) articolo per articolo.
    Segnatamente l'articolo 3 dove viene sancito che "Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza nessuna distinzione"; allora anche le donne come tutti, e non "un gradino sotto l'uomo , perché così piace ad Allah, potente e misericordioso" (pure!) a leggere il "Kuran.
    Ecco perché vogliono fare i padroni in casa d'altri, sono loro che si reputano "superiori" a tutti.
    E a quel prete dica che nei Paesi arabi della penisola arabica, si rischiano carcere e pene corporali se colti a portare un crocifisso al collo!
    Ma conosciamo l'improntitudine dei preti di "santoaromanachiesa" come quella dei tribunali della "Santa Inquisizione", mai santa perché mai umana e tanto meno evangelica.
    Questo è il problema dei problemi: teocrazia contro DEMOCRAZIA. Sarà un conflitto permanente, dove rischiamo di soccombere per viltà e rinuncia a fare valere secoli di Storia di una umanità che si è liberata di tutte le dittature, ma non ancora da quelle delle religioni!
    Dr. Filippo Grillo

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