Elezioni siciliane alle comiche finali/ Micari & Armao: tutti li vogliono, ma nessuno se li prende

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In realtà, Fabrizio Micari lo vogliono Matteo Renzi e Leoluca Orlando. Mentre Armao è l’ultima trovata di Berlusconi e Miccichè che ormai, in Sicilia, contano, rispettivamente, quanto il due di spade e il due di coppe con la briscola a denari. Il Carnevale estivo di Sciacca preso come modello dal centrosinistra. Mentre in Forza Italia di Sicilia monta la ‘Rivolta degli schiavi’…   

Renzi vuole Fabrizio Micari. Berlusconi vuole Gaetano Armao. Il problema è che nel centrosinistra, a parte il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (e i ‘renziani’ dell’ultima ora, ovvero Articolo 1 MDP e i vendoliani di Sinistra Italiana) nessuno vuole Fabrizio Micari, mentre nel centrodestra, a parte Berlusconi, Gianfranco Miccichè e lo stesso Armao, nessuno vuole Gaetano Armao (a parte il Fronte Nazionale Siciliano, che è passato da Antonio Canepa al candidato ‘indipendentista’ appoggiato da Forza Italia…).

Insomma, ormai nel centrodestra e nel centrosinistra della Sicilia siamo non alle battute finali, ma alle comiche finali! I due schieramenti dovrebbero designare i rispettivi candidati alla presidenza della Regione siciliana, ma i conti non tornano. Anzi, si ingarbugliano, acchiananu, scinninu, vanno di qua e di là, come la pallina di un flipper.

Nel centrosinistra sembra di essere a Carnevale quando, notoriamente, ogni scherzo vale. A quanto pare, in questa parte politica hanno preso come elemento di riferimento non ‘Il caso di Sciacca’, ma il Carnevale estivo di Sciacca. A un certo punto nel paese delle Terme ormai chiuse (grazie a Forza Italia: gli azzurri saccensi avianu pitittu e si ‘manciaru’ puru ‘i stufe i San Caloriu…) si decise che il Carnevale – che in questa cittadina vanta una lunga tradizione – avrebbe dovuto avere luogo in estate. E così fu!

La stessa cosa hanno fatto i vari Raciti, Cracolici, Orlando, D’Alia, Ardizzone. Che, insieme, hanno sentenziato:

“Rosario Crocetta si vuole ricandidare a appizza (leggere affiggere) i manifesti elettorali? E allora tutti pronti per il Carnevale estivo!”.

A Carnevale, si sa, tutti in maschera, magari per interpretare ruoli opposti. Così i ‘compagni’ di Articolo 1 MDP, che hanno lasciato il PD in polemica con Renzi, vogliono come candidato alla presidenza della Regione siciliana il renziano rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari, sponsorizzato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Che, di fatto, ha sostituito Fausto Raciti alla segreteria regionale del PD siciliano (infatti ormai Raciti manco parla più: pare sia stato inviato, a tipo pacco postale, a Enna alta, a prendere il fresco con Mirello Crisafulli…).

Ma ‘a Carruzzata più bella (si dice che dovrebbe vincere) – parliamo ovviamente dei carri allegorici – è quella di Sinistra Italiana di Sicilia che, come segretario regionale ha scelto, tenetevi forte, il leder dei No Global e dei Disobbedienti del G8 di Genova, Luca Casarini.

Luca Casarini, nell’attuale ‘Carnevalata’ del centrosinistra siciliano, va in giro vestito da orlandiano e anche lui – come i ‘duri e puri’ di Articolo 1 MDP di Sicilia – vuole Fabrizio Micari come candidato alla guida della Sicilia.

Ma anche se protagonista d’a Carruzzata in versione sicula-saturnale, Sinistra Italiana è pur sempre uno schieramento di sinistra (o quasi…). Così Luca Casarini ha rilasciato un’intervista nella quale, rivolgendosi a Ottavio Navarra, candidato alla presidenza della Regione siciliana della Sinistra senza Carnevale e Carruzzate, gli ha detto:

“Caro Ottavio, per ora tratto con Leoluca Orlando, sai si chiama come me. Ma se dovesse andare male con Fabrizio Micari, con Leoluca Orlando siamo rimasti d’accordo che passiamo con voi. Però tu ‘ti devi scandidare’, insomma devi fare un passo indietro e devi lasciare a me e a Leoluca Orlando la scelta del candidato della sinistra alla presidenza della Regione”.

Sembra che Ottavio Navarra abbia dato mandato ai suoi amici palermitani di rispondere. Sembra che la risposta, messa per iscritto, raccolta da Luca Casarini, da parte degli amici palermitani di Ottavio Navarra, sia stata la seguente, in perfetta rima baciata:

“Luca Casarini, va cogghiti ‘i luppini“.

Dopo la rima, un verso libero:

“Puoi dire all’altro Luca, Orlando, di dividere con te i luppini e, se vuole, di saziarsi con la frittola del Capo”.

Ora dovete sapere che Luca Casarini, prima di trasferirsi a Palermo e di diventare segretario di regionale Sinistra Italiana di Sicilia per conto di Leoluca Orlando, ha orchestrato i centri sociali a Padova, ha fatto il No Global a Vicenza contro l’Alta velocità ferroviaria, poi il Disobbediente al G8 di Genova, ma è pur sempre nato a Venezia, dove il mare è molto diverso da quello di Sciacca e di Palermo.

Sembra che dopo aver portato la risposta scritta degli amici palermitani di Ottavio Navarra a Leoluca Orlando, Luca Casarini abbia chiesto allo stesso sindaco di Palermo:

“Ma che significa?”.

Sembra che Orlando gli abbia risposto:

Futtitinni. Per ora lavoriamo per far passare Micari per un candidato di sinistra. Dei luppini e della frittola ne parliamo dopo le elezioni”.

Grande Leoluca Orlando: trasformare il rettore dell’università del capoluogo dell’Isola, Fabrizio Micari, nel candidato del centrosinistra alla guida della Sicilia è veramente ‘grandioso’.

Per la cronaca, il rettore Micari è quello che, durante la campagna elettorale per il referendum renziano dello scorso 4 dicembre, invitava una settimana sì e l’altra pure Renzi a Palermo con i celerini in strada pronti a manganellare gli studenti che protestavano contro lo stesso Renzi.

Sconfitti al referendum dello scorso 4 dicembre con il 70% dei no (questo il risultato in Sicilia), Renzi e Orlando vorrebbero imporre Micari come candidato del centrosinistra in Sicilia. Complimenti!  

E nel centrodestra siciliano? Dal Carnevale estivo di Orlando & Casarini si passa alla ‘Rivolta degli schiavi’ di Forza Italia nell’Isola. Non avendo mai celebrato un congresso e avendo sempre deciso tutto lui, come usano fare i dittatori sudamericani appoggiati dalla CIA, Berlusconi pensava di avere in pugno Forza Italia in Sicilia.

L’ex Cavaliere ha detto:

“Il nostro candidato è l’avvocato Gaetano Armao!”.

Non potete immaginare i ‘rumori’ che hanno accolto tale proposta!

Dopo di che mezza Forza Italia di Sicilia avrebbe replicato così:

“E noi dovremmo appoggiare uno che, da assessore regionale all’Economia, in coppia con l’allora assessore regionale alla Salute-Sanità, alle elezioni comunali di Palermo del 2012 non ha preso nemmeno il quorum? Silvio, va curcati!“.

Sembra che Berlusconi sia rimasto interdetto. Nemmeno ai tempi di Milano 2, in Sicilia, gli davano del tu! Per non parlare degli stallieri, che erano educatissimi!

Sembra che l’ex Cavaliere si sia rivolto a Miccichè chiedendo:

“Gianfranco, ma che succede?”.

Già che succede? Succede che mezza Forza Italia di Sicilia, già da mesi, è passata, armi e bagagli, con Nello Musumeci. Berlusconi, che pensa sempre di potere fare tutto, aveva già il progetto in testa: Armao candidato alla presidenza della Regione siciliana, Musumeci con la coda tra le gambe che va a fare il vice di Armao, Salvini e la sua Lega che si accodano, Saverio Romano e Totò Cuffaro che scattano sull’attenti e gridano: “Comandi!”. E, per chiudere il cerchio, Miccichè candidato nel collegio di Palermo alle elezioni regionali, mettendo fuori dalla lista Giuseppe Milazzo (con Milazzo in lista nel collegio di Palermo quando lo eleggono Gianfranco Miccichè?).

Alla fine – con gli elettori siciliani che Berlusconi immagina ai suoi piedi come nel 2001, l’anno del 61 a zero – Armao presidente della Regione e Miccichè ri-presidente dell’Assemblea regionale siciliana (ri-presidente perché Miccichè è stato già un pessimo presidente dell’Ars: è quello, tanto per ricordarlo agli ‘Indipendentisti’ del Fronte Nazionale Siciliano post-Pippo Scianò, che ha fatto togliere la Trinacria dalla bandiera!).

Questo era il ‘cinema’ che si era già ‘disegnato’ nella propria testa di Berlusconi che, dopo aver preso in giro i siciliani nel 2001 con il Ponte sullo Stretto di Messina (ma dov’è?), con la riapertura del Casinò di Taormina (ancora lo aspettano) e con i “grandi e tanti investimenti” (centinaia di milioni di euro del FAS della Sicilia dirottati dal Governo Berlusconi, tra il 2008 e il 2011, dirottati in Lombardia e in Veneto: ennesima beffa!), pensava di trovare nell’Isola sempre gli stessi fessi che l’acclamano:

“Silvio di qua, Silvio di là”.

Invece non se lo fila nessuno. E pochi, ormai, dentro Forza Italia in Sicilia, si filano Miccichè.

A questo punto lanciamo una proposta: perché Fabrizio Micari e Gaetano Armao non vanno in coppia? Volendo, sono docenti della stessa università di Palermo. L’ingegnere & e il giurista. Centrosinistra e centrodestra insieme – magari con l’appoggio di Articolo 1 e Sinistra Italiana – per battere il ‘populismo’ dei grillini.

Direte: chi dei due farebbe il candidato presidente e chi il vice?

Vabbè, questo lasciamolo decidere a Berlusconi e a Leoluca Orlando, magari con una partita a dadi: testa Armao, croce Micari…

P.S.

Chiediamo scusa ai nostri lettori: ci siamo infatti dimenticati del Ministro Angelino Alfano e della sua band. A questi dove li mettiamo? A Sciacca – questo paese è una fonte inesauribile di idee – fanno bene il pesce salato. Alfano potrebbe lavorare le acciughe, il simpatico Dore Misuraca potrebbe occuparsi delle sarde e, magari, degli sgombri, mentre Simona Vicari, tolto il Rolex, che in questo genere di attività si potrebbe rovinare, potrebbe portare nella tradizionale lavorazione del pesce azzurro di Sciacca una grande novità: le aringhe affumicate…    

 

 

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