Ma cos’è venuto a fare Matteo Renzi a Palermo?

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La domanda è legittima. Perché a parte le chiacchiere e i luoghi comuni, dal segretario nazionale del PD ci si aspettavano indicazioni precise sulle elezioni regionali siciliane di novembre. A cominciare dal nome del possibile candidato. Invece… Invece Renzi ha lasciato la patata bollente ai dirigenti del PD siciliano. In questo caso, ma solo in questo caso l’autonomia va bene…

Il candidato alla presidenza della Regione siciliana? Vedetevela voi! Eh sì, da Renzi, ieri a Palermo, per la precisione a Mondello, non è arrivata alcuna indicazione sulle elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre. Chi si aspettava la sorpresa, magari il nome del candidato – magari il nome di un candidato alla guida della Sicilia scelto all’interno del PD – è rimasto deluso. Insomma, dal segretario nazionale del Partito Democratico nessun nome.

Dopo il presidente del Senato, Piero Grasso – che ha gentilmente rifiutato la candidatura a presidente della Regione siciliana – anche Renzi si è chiamato fuori dalle vicende politiche dell’Isola.

Da Renzi è arrivata solo una frase che, invece, deve destare un po’ di paura tra i Siciliani:

“La coalizione – ha detto il segretario del PD a proposito delle elezioni siciliane di novembre – si fa con chi ha la nostra stessa idea della Sicilia”.

Una frase ‘ferale’ per la Sicilia e per i Siciliani. Renzi, per la cronaca, è il capo del Governo nazionale che ha imposto alla Regione siciliana un assessore-commissario – Alessandro Baccei – che ha fatto solo gli interessi di Roma. Non lo diciamo solo noi: l’ha lasciato intendere, con estrema chiarezza, anche la Corte dei Conti per la Sicilia, con riferimento alla Procura generale, che non ne voleva sapere di approvare il Bilancio della Regione.

Il messaggio lanciato dalla Procura generale della Corte dei Conti è stato chiarissimo: la Regione siciliana è a rischio default. Ed è a rischio default non perché, negli ultimi anni, la Regione siciliana ha buttato i soldi al vento, ma perché lo Stato – proprio con Baccei sulla plancia di comando della finanze regionali – ha svuotato le ‘casse’ regionali in favore di quelle romane.

Proprio di Renzi noi ricordiamo due ‘Patti scellerati’ che ha imposto al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta: due ‘Patti’ che hanno ‘dissanguato’ il Bilancio della Regione.

Non a caso, ieri, a Mondello, Crocetta – che sostiene di essere ricandidato alla presidenza della Regione – si è presentato, panza & presenza, quasi per dire a Renzi:

“Bello mio, io ho firmato con te tutto quello che hai voluto, spiega ai tuoi amici siciliani che io non mi faccio buttare via da loro!”.

Renzi, da parte sua, non ha certo ‘benedetto’ la ricandidatura di Crocetta. Del resto, ormai i soldi della Sicilia Roma se li è ‘pappati’ e… e la patata bollente – con 5 milioni di Siciliani pronti a presentare il conto a Crocetta, al PD e agli altri partiti di centrosinistra – la dovranno gestire i siciliani…

Della serie: quell’Autonomia siciliana che Crocetta, il PD e gli altri partiti di centrosinistra hanno calpestato adesso gli si ritorce contro: perché è nel nome dell’ ‘Autonomia’ della politica siciliana da quella romana che PD e partiti di centrosinistra dell’Isola dovranno trovare il candidato alla presidenza della Regione!

In prima fila, ad ascoltare il ‘verbo’ renziano c’era il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Al quale Renzi – che forse dello spoglio ‘rococò’ andato in scena nei seggi elettorali del capoluogo siciliano non sa nulla – ha dedicato una mezza sviolinata, ricordando la vittoria di Palermo.

Un passaggio dovuto, perché il segretario del PD sa benissimo che, a gioco regolare, le elezioni regionali del prossimo novembre, per il centrosinistra siciliano, si annunciano come un mezzo disastro: non a caso anche i bersaniani di Articolo 1 e Sinistra Italiana stanno cercando di tirarsi fuori dall’alleanza con il PD per non finire massacrati.

Su BlogSicilia leggiamo una frase di Renzi che è un vero e proprio concentrato di ipocrisia:

“Noi come partito nazionale siamo al vostro fianco, ma non possono arrivare diktat da Roma o editti col nome del candidato”.

Ma come: per imporre Baccei come commissario della Regione siciliana i “diktat” e gli “editti” andavano bene, per fare firmare a Crocetta i due ‘Patti scellerati’ gli ordini sono stati impartiti, e ora che c’è da togliere le castagne dal fuoco Renzi concede al PD siciliano l’autonomia per scegliere il proprio candidato alla presidenza della Regione…

Un vero dritto, Renzi, no?

Vi risparmiamo le auto-celebrazioni sul proprio libro (Renzi ha scritto persino un libro!): per questo vi rimandiamo alla televisione.

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