Crisi e aste giudiziarie/Vittoria, continua lo sciopero della fame di Rosetta Piazza

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E’ una storia emblematica dell’abbandono in cui versa l’agricoltura siciliana. La donna protesta da 15 giorni. Al suo fianco, Maurizio Ciaculli, l’imprenditore noto alle cronache per avere denunciato infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore della grande distribuzione agroalimentare

Sono passati 15 giorni da quando ha iniziato lo sciopero della fame. E’visibilmente debilitata, ma continua. E’ la storia di Rosetta Piazza, imprenditrice agricola di Vittoria. La sua è una protesta contro le aste giudiziarie e contro la strafottenza della politica che ha messo in ginocchio un settore strategico per quell’area e non solo.

La sua azienda, valutata dal perito nominato dal tribunale 390 mila euro, sta per essere venduta  all’asta per 70 mila euro.  Lei e suo marito, Giuseppe Bucchieri, hanno già perso la casa, anch’essa svenduta all’asta: 27 mila euro, contro i 200 mila stimati dagli immobiliaristi.  L’odissea della famiglia Bucchieri è partita da un debito di 80 mila euro.

Ma non è certo l’unico caso. Al Tribunale di Ragusa sono circa 2400 i procedimenti iscritti nel registro delle esecuzioni immobiliari. E molti riguardano proprio aziende agricole della zona.

Simbolo di una Vittoria che non vuole arrendersi  è l’imprenditore, Maurizio Ciaculli, noto alle cronache per avere denunciato infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore della grande distribuzione agroalimentare e presidente del movimento ‘Riscatto. Vive sotto protezione per le intimidazioni subite. Da mesi organizza sit-in e proteste in piazza contro lo stato d’abbandono dell’agricoltura e contro l’indifferenza delle istituzioni. E, in questi giorni è al fianco della signora Piazza.
Non sono mancati messaggi di solidarietà, ma di  azioni concrete non se ne vedono.

Sul tema è intervenuto anche il presidente di Azione Civile, l’ex magistrato Antonio Ingroia che ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

“Ci sono donne in sciopero della fame da giorni – scrive Ingroia – che chiedono invano di essere ascoltati. C’è un mondo, quello della piccola imprenditoria, ridotto in macerie dai grossi gruppi di potere, il caso di Maurizio Ciaculli a Vittoria ne è una prova, ma in tutta Italia sono tantissimi i casi analoghi. Agricoltori strangolati dalla crisi e dalle pratiche spesso illegali operate da alcuni gruppi della grande distribuzione, che si scoprono ora anche essere stati infiltrati, addirittura, dalle organizzazioni mafiose”.
“Ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia, alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, alla Commissione Antimafia perché diano ascolto ai tanti agricoltori onesti ormai da tempo in ginocchio e accettino di confrontarsi con loro per trovare soluzioni in grado di rilanciare il settore nel segno della trasparenza, della giustizia e della legalità. Non si può far finta di niente – conclude la nota – la politica deve fare la sua parte e farla subito. Intanto, un piccolo imprenditore coraggioso come Maurizio Ciaculli rischia quotidianamente la sua stessa vita, come tanti suoi compagni di lotta, e nessuno solleva un dito per proteggerli e difendere i loro sacrosanti diritti”.

foto tratta da hashtagsicilia.it

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