Massimo Costa: “Grillo indipendentista e il M5S siciliano, invece, no? Come funziona”?

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Il leader di Siciliani Liberi interviene sulle parole di Beppe Grillo a proposito di Unità d’Italia rivolgendo alcune domande agli esponenti siciliani del movimento. Che né in passato, né ora hanno posto il tema dell’indipendenza della Sicilia. Siamo dinnanzi ad una boutade o deputati e candidato sindaco non sono d’accordo col capo?

Il mondo indipendentista siciliano, quello attuale, quello che sta arrivando nelle case di sempre più siciliani grazie a progetti concreti, analisi approfondite, coerenza e rifiuto di ogni radicalismo, affascina sempre di più. Lo si deduce da tante cose. Una tra queste è la strizzatina d’occhio che molti politici di carriera provano a fare arrivare a tanti esponenti di questo ambiente. Senza successo, va da sé. Nessun partito manovrato da segreterie romane può fare breccia quando si parla di indipendentisti veri.

Ci prova anche Beppe Grillo che, nell’intervista rilasciata al mensile S (che sta facendo discutere per le dichiarazioni sul PD siciliano, potete leggere qui le anticipazioni) fa un chiaro riferimento a questo tema: “L’Italia non ha fatto bene alla Sicilia. Forse, da sola, la Sicilia può risorgere. Con l’Italia, questa Italia, può solo affondare. ‘U pisci feti da testa’ (il pesce puzza dalla testa, ndr). E la testa è a Roma”.

Una frase che prima di questa legislatura poteva suscitare qualche entusiasmo anche tra gli indipendentisti, ma che ora sorprende, considerando che nessun deputato siciliano del M5S in questi ultimi cinque anni ha battuto un colpo in questo senso. Né lo fa quello che dovrebbe essere il candidato alla Presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri.

Da qui le considerazioni del professor Massimo Costa, leader di Siciliani Liberi, che rivolge qualche quesito agli esponenti siciliani di questo movimento.

Intanto, il docente universitario, fa notare che “Grillo non è nuovo a questa boutade. La fece già nel 2009, catalizzando l’entusiasmo di decine e decine di attivisti indipendentisti, allora senza una casa politica sicura e affidabile, e che da allora sono rimasti attaccati al Movimento 5 Stelle come le mosche impiccicate nel miele: non volano più ma sono felici, quasi ubriache di tanto profumo. Quante volte, di fronte ad alcune incongruenze dei grillini locali sulla Questione Siciliana ci siamo sentiti dire; ma non hai letto ciò che ha scritto Grillo sulla Sicilia?. Inutile fare osservare che quello “scritto” poi non è nei programmi del movimento non c’è, è solo una sua idea personale”.

“Non vogliamo fare – prosegue Costa- come quel simpatico leader indipendentista del ‘900, che tenne alta la bandiera del FNS per decenni, che però aveva il difetto di stizzirsi quando sentiva dire che c’erano “altri” indipendentisti. Il bollino era solo suo. No, il bollino dell’indipendentismo non è solo nostro, dei “Siciliani Liberi”, ci mancherebbe, però alcune domande e considerazioni le facciamo e soprattutto le poniamo ai portavoce siciliani del 5 Stelle: 

“U pisci feti dâ testa, e la testa è a Roma. Siamo d’accordo. Facciamo umilmente notare, però, e andiamo così dritti al cuore del problema, che anche dentro il Movimento 5 Stelle la testa è a Roma (o forse a Genova). Se la testa non è in Sicilia come si può essere indipendentisti? Ci vuole tanto a capire che è una cosa che logicamente non sta in piedi? Se militi in un partito italiano, fosse anche il migliore del mondo, NON PUOI essere o dichiararti indipendentista. È come dire che vuoi una cosa e contemporaneamente il suo contrario”.

Ma non si tratta solo di questo:

“Noi – dice il leader di Siciliani Liberi- saremmo veramente lieti se un partito italiano, finalmente, dichiarasse che la causa della Questione Siciliana sta proprio nella sua condizione di Colonia. Sarebbe, culturalmente parlando, la vittoria di “Siciliani Liberi”, anzi della Sicilia. Ma, il giorno dopo, questo stesso partito dovrebbe CON COERENZA, organizzare una scissione della sua componente locale siciliana, la quale non dovrebbe più sottostare non solo a nessun capo o leader d’Oltrestretto, ma neanche ad alcuna regola che non sia fissata in Sicilia stessa e dai Siciliani. Altrimenti è solo il solito inganno. Avete creduto all’autonomismo “dentro” la DC? Ve la siete bevuta? Ora bevetevi pure persino l’indipendentismo “dentro” il 5 Stelle? Logicamente è CONTRADICTIO IN TERMINIS”.

Altro particolare: “Sulla pagina Facebook del 5 Stelle Palermo, compare l’ultima frase del post di Grillo dedicato alla Sicilia, proprio quella sull’indipendenza. Allora, senza polemica, possiamo chiedere ai meet-up di Palermo se sono diventati indipendentisti fino in fondo? Davvero? Anche Forello? Che ne pensa Forello dell’indipendenza siciliana? Ci piacerebbe sentire il suo parere in merito. Chiediamo troppo? Se non si risponde resta la sensazione che si voglia pescare elettoralmente da due parti: unitari tra gli unitari e indipendentisti tra gli indipendentisti. Eh no! Ci vuole chiarezza nella vita. Altrimenti che fate, come Orlando, che fa un po’ il garibaldino e un po’ il neoborbonico per non scontentare nessuno? Fateci sapere”.

E ancora: “Il 5 Stelle, nei suoi programmi, non ha MAI parlato di indipendenza della Sicilia. Tutt’al più di quella “bufala” degli “Stati Uniti d’Italia” (già il nome…), che – sotto la coltre del federalismo – rende la Sicilia una regione, più o meno autonoma, ma sostanzialmente uguale a tutte le altre.  Ricordava il patriota Santo Trovato: «Parliamo di autonomismo, di confederalismo o di indipendentismo, ma non parliamo di federalismo, perché nel federalismo, al di là dei nomi, la Sicilia perde la propria specificità e diventa come tutte le altre regioni d’Italia, e quindi diventa Italia». Bella fregatura”!

Poi, i deputati siciliani che “tutt’al più, sono per l’attuazione dello Statuto. Ma come, di grazia? Non sanno che per il Governo italiano e la Corte costituzionale questo sarebbe “già attuato”? L’hanno compreso anche loro e sono passati all’idea di “Stato di Sicilia”. Lavoriamo insieme per la Zona Economica Speciale come tappa intermedia verso l’indipendenza? Dai documenti ufficiali questo ancora non risulta.

“A questo punto,- aggiunge Costa-  qui noi vogliamo sapere, con chiarezza, se – anche a medio termine – i pentastellati siciliani sono o no per l’indipendenza della Sicilia. Non possono esserlo “in parte”. Se lo sono, ci devono dire come intendono raggiungere questo obiettivo e quand’è che staccano la spina con Grillo e la loro “rete”. Sarebbe un confronto interessante. Perché, per fare l’indipendenza siciliana ci vuole una “macchina”, un “braccio armato”. E questo non può che essere un PARTITO, SICILIANO aggiungiamo. Non vi piace Siciliani Liberi? Fatene un altro, purché abbia la forma di Partito e sia solo ed esclusivamente Siciliano, non federato, confederato o che altro. Per ora ci siamo solo noi, guarda guarda. Ma non ci dispiacerebbe un po’ di compagnia. Con i partiti italiani, solo chiacchiere e brodo. Imitazioni, in una parola. A questo punto perché i Siciliani non dovrebbero scegliere l’originale e votare il partito indipendentista VERO”?

“Ma certamente ci diranno che non lo sono, che questa è una “opinione di Grillo”, strettamente personale, e nient’altro. Ma allora, di che stiamo parlando? Cos’è, promozione ad uso degli ingenui? Come si vede – chiosa il leader indipendentista- non sono domande polemiche, ma solo di chiarezza, su un tema cruciale per il futuro della nostra Terra. Alle quali, senza alcun astio, sarebbe bene che i 5 Stelle siciliani dessero una risposta chiara e ufficiale. Anche perché non siamo più un’associazione culturale o un “dopolavoro”, ma un soggetto politico che si sta confrontando proprio con voi alle elezioni comunali di Palermo”.

 

Visualizza commenti

  • non ho letto tutto ma mibasta quanto ..... la peggiore BOUTADE di GRILLO è quella del ** ..BRITANNIA ... 1992 ..*** con le farneticanti smentite ... tentativo di smentire .... sempre combattute da GIOVANNI SANDI nei confronti di GRILLO ... & ... MENTANA ...... confermate però dalla BONINO, anke lei presente sul BRITANNIA, nadella skiuma dei traditori del popolo italiano ... POPOLO SOVRANO SPUTTANATO poi da RE GIORGIO ..... sia in GERMANIA ke da NOI CON LA CESSIONE DELLA SOVRANITA' ... mi fermo xkè è molto facile perdere il buonsenso .... !!!

  • Altro che Roma o Genova, qui
    andiamo fuori dall'Italia.
    Beppe Grillo, al momento dello
    sbarco in Sicilia, dopo la nuotata
    nelle acque dello stretto, disse
    che dobbiamo diventare indipen-
    denti. All'inizio i grillini parlavano
    perfino di Statuto Speciale, dopo
    si sono appiattiti e hanno ignorato
    il problema, la mancata attuazione
    del nostro Statuto. Giancarlo
    Cancelliere, bontà sua
    disconosce la specificità della
    Sicilia, che è governata (male)dal
    più antico Parlamento del mondo
    che lui, invitato alla trasmissione
    radiofonica la Zanzara, lo ha
    declassato a consiglio regionale.
    E questo dovrebbe essere il
    candidato alla Presidenza della
    regione siciliana? Intanto,l'Italia
    non ha fatto bene alla Sicilia, ma
    neanche al meridione d'Italia,
    a Beppe Grillo interessa solo la
    Sicilia? E come mai? I Grillini
    cosa hanno fatto alla regione
    siciliana, hanno appoggiato
    Crocetta, a parte qualche
    fiammata subito spenta.
    Considerato che tutta l'Italia
    meridionale è una colonia
    auspico un riscatto di tutto
    il meridione, compresa la
    Sardegna, io per indipen-
    denza intendo tutto il meri-
    dione.

  • Beppe e il Terzo Stato: un’ipotesi irrealistica di sovranità assoluta o futura nota di approfondimento di taluni testi settoriali?
    I due stati umorali caratterizzanti l’Italia Bipolare della seconda repubblica (il sorriso di Berlusconi e il muso triste di Bersani) si sono splittati producendo un Tripolarismo che sembrerebbe non ammettere misture d’equilibrio. Il campo di forza responsabile dello spitting appare ai miei occhi essere l’insoddisfazione collettiva. Dei tre stati formatisi il nuovo sembrerebbe degenere ammettendo al suo interno una (ipotetica e auspicabile) pluralità di estrazioni la cui statica ed improduttiva coesione d’azioni ed intenti è oggetto della mia più sconcertata curiosità speculativa e mi induce a formulare irrealistiche ipotesi di imminente dittatura. Tutto ciò che nasce dall’insoddisfazione può infatti produrre:
    - un miglioramento se al suo interno vi sono risorse in grado di trasformare in idee spendibili ideali nati da confronti costruttivi;
    - una dittatura se un popolo di insoddisfatti si affida ad uno ed un solo salvatore della patria
    - note di approfondimento di testi settoriali storico-politici ossia “chicche” per addetti ai lavori del futuro
    La mia semplicistica opinione è che il coraggio mediatico di Grillo sia l’unico traino del movimento 5 stelle e che se tale traino venisse meno lo stesso si dissolverebbe senza lasciare grande traccia se non che nelle note di approfondimento di taluni testi settoriali. Grandi ideali nel suo dire ed agire non ne colgo. L’esistenza di questo traino è, però, indiscutibile come storicamente provata è l’attrazione dell’insoddisfatto per chi sa dar voce a un sentimento collettivo facendosi carico di portare la bandiera del potere prescindendo dal suo valore politico, culturale e morale, come storicamente provata è l’atteggiamento dispotico del portabandiera dell’insoddisfazione che con colpo di mano (di cui oggi l’astuzia mediatica è, probabilmente , un’espressione) inverte i ruoli di potere. Non mi stupirei, dunque, se un giudicatore del potere corrotto diventasse il potere assoluto che i nostri pronipoti giudicheranno non con insoddisfazione ma con disgusto.
    Se il Terzo Stato resta coeso nel mantenere unico il livello di energia a noi accessibile e si mantiene disaccoppiato dalle altre due parti e/o non struttura una pluralità di vedute al suo interno potrebbe determinare un gioco di ruoli che vedono nella centralizzazione di un verbo di mediocre livello l’incarnarsi di una ed una sola identità o il dissolversi della stessa

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