Inchiesta sui rifiuti in Sicilia: di disastro in disastro mentre arriva l’estate e sarà, ancora una volta, emergenza

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Di fatto, l’unica organizzazione sindacale che pone la questione rifiuti in tutta la sua drammaticità – ambientale e sociale – è la CISL siciliana. L’estate è praticamente arrivata e non si capisce chi raccoglierà l’immondizia (in aumento con l’arrivo dei turisti) e chi pagherà i lavoratori. L’incredibile caso della discarica di Cozzo Vuturo, nell’Ennese. Intanto la parlamentare nazionale grillina Claudia Mannino fa i conti: e scopre che l’Italia, a causa delle discariche, pagherà multe all’Unione Europea fino al 2020. Però la ‘Grande stampa’ parla di Roma e della sindaca Raggi…

In queste ore, a Roma, è in corso una polemica sui rifiuti. A quanto pare, i ‘palazzinari’, dopo aver ottenuto il via libera per fare ‘operazioni’ qua e là, vorrebbero realizzare qualche inceneritore di immondizia. E in Sicilia? L’estate è ormai alle porte, forse è pure arrivata, la situazione è esplosiva, ma non gliene frega niente a nessuno. Ieri, ad esempio, la politica siciliana – parliamo del Parlamento dell’Isola – era troppo concentrata sulla manovra finanziaria bis (disegno di legge battezzato ‘Collegato alla Finanziaria’). Com’è finita? Con un rinvio alla prossima settimana.

Di questa manovra finanziaria bis non si conoscono nemmeno le disponibilità finanziarie. E questo è veramente paradossale, se è vero che la riforma della contabilità pubblica del 2011 (il Decreto n. 118), di fatto, ha imposto il Bilancio di ‘cassa’. La politica dovrebbe lavorare solo con le risorse finanziarie disponibili, accertando ed eliminando i cosiddetti residui attivi, cioè le entrate dubbie o fittizie.

Invece assistiamo – per l’appunto – al già citato paradosso: qualche anno fa, sbrigativamente, Governo e Ars hanno eliminato dal Bilancio regionale circa 10 miliardi di Euro di residui attivi, che sono stati considerati entrate fittizie (in parte non era vero). Ora, però, nella Finanziaria hanno inserito entrate che non ci sono: come i 162 milioni che lo Stato avrebbe dovuto già erogare alla Regione dopo l’accordo siglato lo scorso anno.

La confusione di cifre, adesso, si sta trasferendo sulla Finanziaria bis, che alla fine è l’ultimo treno, o meglio l’ultima ‘diligenza’ per i parlamentari in carica che, a sei mesi dalle elezioni, vorrebbero farsi rieleggere. Come? Inventando leggi di spesa che dovrebbero servire come specchietto per le allodole, perché quest’anno, buona parte dei provvedimenti che verranno inseriti nel ‘Collegato alla Finanziaria’ non si potranno concretizzare per mancanza di fondi. Insomma: una presa per i fondelli!

Ma, a parte questo tema, in Sicilia incombe, come detto all’inizio, la questione rifiuti. Che, a nostro modesto avviso, esploderà tra qualche mese. Le prime avvisaglie ci sono, ma la politica siciliana fa finta di non accorgersene.

Da Casteldaccia, cittadina alle porte di Palermo, lato orientale, arrivano notizie non confortanti:

““Intervengano al più presto le autorità e le istituzioni attraverso procedure d’urgenza per arginare l’emergenza rifiuti che in queste settimane ha caratterizzato la quotidianità dei cittadini di Casteldaccia, e che ha spinto ieri, uno di loro, a inscenare una protesta simbolica, gettandosi letteralmente tra i cumuli di rifiuti”.

A parlare è Alessandro Miranda, della Fit CISL Ambiente. Il sindacalista ricorda la vicenda dei dipendenti del Coinres, un consorzio che si occupa della raccolta dei rifiuti. Con i dipendenti che non percepiscono stipendi da 4 mesi.

Dice ancora Miranda:

“Abbiamo inoltrato una nota al Prefetto di Palermo e alle Procure di Palermo e Termini Imerese propedeutica all’adozione di ogni procedura d’urgenza per affrontare la problematica dei lavoratori che vivono in un limbo di mortificazione ed esasperazione e che da mesi non ricevono le retribuzioni. La vicenda ha messo in ginocchio l’intera platea di lavoratori. La nostra preoccupazione è rivolta ovviamente alla tutela della salute pubblica ed al futuro dei lavoratori che giornalmente svolgono i servizi senza percepire con regolarità le retribuzioni. Si faccia presto qualcosa”.

“Oltre al disastro economico-finanziario, il Comune di Casteldaccia è piombato anche in una situazione igienico-sanitaria a dir poco critica, considerato anche l’approssimarsi della stagione estiva. In questi giorni abbiamo assistito all’ennesima mortificazione subita da un’intera comunità, i cittadini sono esasperati, ovviamente a pagare il prezzo più alto sono i lavoratori, che vivono il disagio in duplice veste, da cittadini e da lavoratori. Se il Comune ha dichiarato il proprio dissesto finanziario, figuriamoci in che condizioni si trovano le famiglie di questi lavoratori, costretti ad espletare il servizio senza retribuzioni”.

Il Comune di Casteldaccia è in dissesto finanziario, non si capisce se si voterà o non si voterà (l’Ars ha bloccato la legge regionale che avrebbe dovuto mandare a casa i sindaci dei Comuni senza Bilanci approvati, ma alcuni sindaci – è il caso di Casteldaccia – si erano già dimessi): ma soprattutto non si capisce come finirà con la raccolta dei rifiuti, dal momento che, di solito, non si lavora gratis.

La politica siciliana ha capito quello che sta succedendo? Non sembra. Eppure di quello che potrebbe succedere tra qualche mese, quando la produzione di rifiuti, con l’arrivo dei turisti, aumenterà non parla nessuno. Per la politica siciliana non bisogna mai prevenire, ma farsi precipitare addosso i problemi per creare l’emergenza, da gestire con interventi (leggere appalti e forniture) senza controlli (quando c’è l’urgenza non c’è evidenza pubblica e si possono favorire gli amici).

La CISL siciliana – che, di fatto, è l’unica organizzazione sindacale che torna spesso sulla disastrosa gestione dei rifiuti in Sicilia, con Dionisio Giordano, annota:

“Nulla è cambiato, si ha persino l’impressione di un peggioramento della situazione soprattutto per ciò che attiene il destino dei lavoratori del settore e consequenzialmente dei servizi di raccolta”.

Giordano, che è il segretario regionale Fit Cisl Ambiente, traccia un quadro a più di un mese dalla nomina del commissari regionali nel settore dei rifiuti, denunciando la mancata soluzione di tutte le questioni per le quali erano stati nominati, fra cui il transito del personale dagli Ato alle Srr.

“Le ultime ordinanze del Governo regionale in tema di rifiuti e la direttiva 526 del Presidente della Regione del mese di marzo con la nomina regionale di commissari straordinari delle Srr con poteri sostituvi finalizzati alla redazione dei piani d’ambito e al passaggio dei lavoratori dai vecchi Ato alle Srr, si sono di fatto dimostrate solo fiumi di parole”.

Gli Ato erano gli Ambiti territoriali ottimali – società costituite tra i Comuni – soggetti che, in un decennio circa di vita, hanno ‘ottimizzato solo 13 mila assunzioni per chiamata diretta. Personale che dovrebbe essere trasferito presso le Srr, Società per la regolamentazione della raccolta dei rifiuti. C’è un ‘piccolo’ problema: i Comuni sono senza soldi e non si sa chi deve pagare questo personale. Da qui il caos.

Alcuni Comuni – forzando la legge – hanno avviato la raccolta dei rifiuti in proprio, altri fanno lavorare i dipendenti degli ex Ato (in liquidazione e alcuni in fallimento), ora pagando, ora non pagando. Ognuno fa ciò che crede. Sembra una follia, ma è così.

Giordano traccia così il punto della situazione che mostra la stasi, nelle varie province :

“I 180 lavoratori ex Coinres nella provincia di Palermo continuano a essere senza lavoro, i 275 lavoratori del fallito Ato Alto Belice Ambiente, sempre nel Palermitano, non sono ancora transitati nella Srr Palermo Provincia Ovest, se pur bisogna precisare che chi ha rivestito ruoli di vertice nel precedente Ato fallito è già transitato alle dipendenze della Srr, ma la totalità dei lavoratori ancora no”.

“Nella Srr Palermo provincia Est, zona madonita – prosegue il sindacalista della CISL – una parte dei lavoratori è già transitata dagli Ato alla Srr che ha avviato nei fatti il passaggio dei lavoratori e il rispetto delle norme, ma stranamente pure in questo caso in cui il compito della Società è stato svolto, il Governo (regionale ndr) ha comunque nominato un commissario con poteri sostitutivi. Nella Srr di Enna, il commissario Alfano che ha tentato di trovare soluzioni trovando lo sbarramento di alcuni sindaci, è dimissionario. I lavoratori sono senza retribuzione da 10 mesi, il loro transito nella Srr non si è ancora concretizzato e in questo caso il Governo regionale tentenna invece di sostenere il commissario nella sua opera di demolizione dei sostenitori del vecchio sistema, e non solo, di fatto, non nomina in alternativa un nuovo commissario”.

“Nella SRR Palermo Area Metropolitana, oltre alle vicende dei 180 lavoratori ex Coinres e dei 275 ex Alto Belice Ambiente – prosegue Giordano – si continua a registrare una situazione di impasse e, quindi, di mancato rispetto delle ordinanze regionali. Perfino nella Srr Trapani Nord, che racchiude i territori del Trapanese storicamente identificati quali appartenenti ad un Ato ‘virtuoso’, si registra il mancato rispetto delle norme e delle clausole sociali sul passaggio dei lavoratori e sul mantenimento dei livelli occupazionali”.

“Nulla – conclude Giordano – nello sgangherato sistema dei rifiuti in Sicilia viene modificato e il cambiamento è lontano. C’è stata una totale assenza di governance, a questo punto l’auspicio è che i siciliani non abbiano la memoria corta”.

Intanto – nella “totale assenza di governance” denunciata dalla CISL siciliana (legegre ognuno fa quello che vuole…) si va avanti con le discariche. E’ una follia, visto che con le discariche si inquina l’ambiente e si mette a repentaglio la salute pubblica. Ma c’è chi ci guadagna una barca di soldi: e questo basta.

E’ il caso di Enna, dove la discarica di Cozzo Vuturo è finita nel mirino del Movimento 5 Stelle, che contesta il progetto di ampliamento di questa discarica. Ieri mattina i grillini hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Enna, a firma del senatore Mario Giarrusso, della deputata all’Ars Angela Foti e dei consiglieri comunali ennesi Cinzia Amato e Davide Solfato. Tutti esponenti del Movimento 5 Stelle che, prima di depositare la denuncia, hanno incontrato lo stesso procuratore Massimo Palmeri. Oggetto della denuncia: la mancata messa in sicurezza della vasca B2, l’imminente pericolo frane, nonché gli studi medici che accertano l’aumento dei tumori nelle aree vicine alle discariche.

I grillini denunciano “il trabocco di percolati dalle vasche B1 e B2 della discarica, di recente confermato anche dalla Procura di Enna che, lo scorso febbraio, ha concluso le indagini con la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del direttore tecnico dell’Ato Enna Euno, Salvatore Rindone, del direttore tecnico di Sicilia Ambiente, Roberto Palumbo, e di Luigi Lanza, direttore dei lavori. Nella stessa indagine sono state riscontrare condotte omissive relative alla mancata adozione di misure e di iniziativa volte a evitare l’evento e che avrebbero pertanto concorso a causare il ricorrente versamento dalle vasche dell’impianto di percolato contenente sostanze ritenute pericolose che avrebbero, contaminato i terreni limitrofi e quelli a valle, nonché le sottostanti falde acquifere”.

Come detto, le discariche inquinano l’ambiente. Quasi tutte le discariche in Sicilia hanno inquinato e, in parte – come nel caso di Cozzo Vuturo – inquinano l’ambiente. In questo caso l’inquinamento è stato accertato, in altri casi non si sa.

“La contrada di Cozzo Vuturo non si presta ad ospitare una discarica – affermano i consiglieri comunali grillini Amato e Solfato – visto ché si tratta di una zona a calanchi, tra due valloni naturali, e pertanto soggetta al pericolo di frane imminenti”.

Viene denunciato anche “il grave danno che ne deriva anche per la salute pubblica, confermato da uno studio medico condotto dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario della Regione Lazio e che dimostra come vivere vicino a una discarica aumenti il rischio di cancro.

Ne devono essere convinti anche gli abitanti di Misterbianco, in provincia di Catania, costretti, da anni a vivere con i veleni di una mega discarica che invadono il centro abitato. A Misterbianco il sindaco, Nino Di Guardo, ha condotto una lunga battaglia che, a quanto pare, ha perso.

Invece a Cozzo Vuturo la battaglia contro la discarica prosegue:

“Anche nelle nostre zone ci sono casi che sembrerebbero confermare questa ricerca – continuano i due consiglieri 5Stelle – come ad esempio i quattro componenti dello stesso nucleo familiare che vivono e lavorano a circa 500 metri dalla discarica di Cozzo Vuturo, e che si sono ammalati di tumore”.

“Abbiamo anticipato al procuratore che faremo altri passi per approfondire aspetti giuridici sull’ampliamento – ha detto il senatore Mario Giarrusso – a breve, infatti, potremmo trovarci a presentare un altro esposto. Se una vasca è di 350 mila metri cubi e l’ampliamento è di 470 mila metri cubi, non si dovrebbe parlare di ampliamento, ma di nuova realizzazione. Probabilmente, di fronte a noi si profila un escamotage furbetto; riteniamo, infatti, che la procedura di ampliamento possa essere stata illecitamente e illegittimamente utilizzata al solo scopo di bypassare la normativa per i nuovi insediamenti e, quindi, le procedure che sarebbero state altre e diverse, ben più onerose”.

“La mancata messa in sicurezza non è solo un dramma ambientale, ma anche economico – ha detto la parlamentare regionale grillina Angela Foti -. Diversi grandi Comuni in questa provincia, inclusa Enna, hanno delle percentuali di raccolta differenziata praticamente inesistenti. E’ indispensabile individuare le responsabilità politiche e per questo stiamo sollecitando l’assessorato regionale affinché venga verificato tutto il procedimento amministrativo. L’ampliamento, infatti, è stato firmato anche dai due funzionari Cannova e Zuccarello, già conosciuti alla Procura di Catania per le note inchieste sul mondo delle discariche in Sicilia”.

Fine del caos? Ma quando mai! Le discariche ci sono, alcune sono fuori legge, in alcuni casi addirittura abusive. Che succede in questi casi? L’Unione Europea commina multe salatissime allo Stato italiano. Che paga e si rivale sulle Regioni e sui Comuni. Questi ultimi ‘girano’ la patata bollente agli cittadini, aumentando la TARI. Ma nessuno parla. O meglio, qualcuno che parla c’è: sono i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle che stanno provando a fare pagare il conto – cioè le multe della UE – ai responsabili, cioè agli amministratori regionali e comunali. Ci riusciranno?

I conti li sta facendo la parlamentare nazionale grillina eletta in Sicilia, Claudia Mannino:

“Come ho avuto modo di dire e di scrivere, la Corte di giustizia dell’Unione Europea – scrive Claudia Mannino nel suo blog – in data 2 dicembre 2014, ha condannato il nostro Paese per 200 invasi non bonificati, localizzati nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.La Corte ha quindi condannato l’Italia a pagare una multa forfettaria di 40 milioni di Euro più quelle semestrali a partire da un importo iniziale di 42.800.000 Euro. Da tale importo sono detratti 400.000 Euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 di Euro per ogni altra discarica messa a norma. Quindi, ad oggi, ed in attesa di conoscere l’ammontare della quarta multa semestrale, l’Italia ha già versato alla Commissione Europea, 40 milioni di Euro come multa forfettaria e 39.800.000, 33.400.000, 27.800.000 Euro come multe relative al primo, secondo e terzo semestre successivo alla sentenza. In totale 141 milioni di Euro”.

Insomma, nel silenzio generale i cittadini italiani – con le ‘bollette’ aumentate – hanno pagato 141 milioni di Euro!

In Italia ci sono 8 milioni di poveri, ma regaliamo 141 milioni di Euro all’Unione Europea che ci multa per le discariche! Renzi, Gentiloni e il PD hanno qualcosa da dire? E la ‘Grande stampa’ che fa? 

Il Governo nazionale ha già pagato. E sta provando a rivalersi su Regioni e Comuni. Ma…

“Ma circa un mese fa, il TAR del Lazio – scrive Claudia Mannino – con una serie di sentenze con le quali ha accolto i ricorsi proposti dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni siciliani di Leonforte, Paternò, Siculiana, Racalmuto e del Comune di La Spezia, ha disposto che nessuna azione di rivalsa dovrà essere esperita dallo Stato su Regioni e Comuni”.

Prima di rivalersi, questo il significato dell’iniziativa dei giudici amministrativi, bisognerà individuare le responsabilità, “che postulano il mancato esercizio del potere di provvedere, e che possono astrattamente sussistere sia in capo allo Stato sia in capo alle Regioni sia in capo agli enti locali”.

Insomma: non è detto che debbano pagare i cittadini.

Claudia Mannino ha presentato un’interpellanza. Dalla risposta che ha ricevuto in Parlamento è venuta fuori una notizia allucinante: l’Italia pagherà multe fino al 2020, perché nel frattempo non si fa nulla per evitare questi esborsi!

E’ incredibile: Renzi attacca la sindaca di Roma, Virginia Raggi, sulla gestione dei rifiuti (disastri che la sindaca di Roma ha ereditato dalle Amministrazioni comunali del passato) e la notizia finisce su giornali e Tv. Ma nessuno dice quello che sta succedendo a milioni di italiani: perché i soldi pagati a Bruxelles dal Governo italiano li pagano i cittadini con minori servizi e maggiore povertà.  

Claudia Mannino scrive – sempre nel suo blog – che se la risposta del Governo Gentiloni alla sua interpellanza è stata “palesemente insufficiente”, ha comunque fatto venire fuori un’altra notizia alluncinante: e cioè la quarta rata pagata dall’Italia alla UE, ovvero 21, 2 milioni di Euro per 98 discariche ancora da bonificare.

Scrive ancora la parlamentare grillina:

“Non ci dicono nulla sull’attività del Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, il Generale Vadalà, fresco di nomina. E per quanto riguarda il procedimento di rivalsa si parla nella risposta del Ministro di un tavolo tecnico, che non si riunisce praticamente mai e allo stato attuale è del tutto inutile e serve solo a temporeggiare, mentre gli importi da pagare continuano a crescere. Attendiamo di conoscere anche l’entità della quinta rata, attesa per Agosto ma, visto lo stato delle bonifiche, probabilmente pagheremo fino al 2020, se non oltre. Nella risposta non viene detto nulla anche riguardo alla Corte dei Conti della Campania, che sta individuando i soggetti responsabili delle inadempienze”.

E la Sicilia? Emergono altri problemi:

“In particolare per la Sicilia – scrive sempre Claudia Mannino – a fronte di più di 12 milioni di Euro già pagati (dagli ignari cittadini siciliani con l’aumento della TARI ndr), assistiamo alla preoccupante inerzia dell’assessore Vania Contrafatto e del Governo Crocetta, che sulle bonifiche hanno fatto soltanto dichiarazioni a mezzo stampa, senza mai portarle avanti concretamente e sono dunque corresponsabili. Due anni fa, nel marzo 2015, la Contrafatto dichiarava: ‘La procedura è dunque stata già avviata da un mese e per quanto riguarda le rimanenti discariche ho già trasmesso ieri gli atti in giunta per cui durante la prossima riunione verrà deliberato l’Accordo e si potrà procederà alla bonifica delle altre strutture’. Oltre 24 mesi dopo in realtà nulla è stato fatto per evitare di continuare a pagare queste somme ingenti. Ora l’assessore dichiara di voler attingere ai fondi europei per le bonifiche. Ma i fondi stanziati in precedenza che fine hanno fatto? Non ci è dato saperlo”.

I grillini, come già accennato, stanno provando a fare pagare il conto agli amministratori e non ai cittadini. Ci riusciranno?

Il 17 dicembre del 2014 Claudia Mannino ha presentato “un dettagliato esposto alla Corte dei Conti al fine di segnalare come i responsabili del danno erariale erano i presidenti del Consiglio ed i ministri dell’Ambiente facenti funzione all’epoca dei fatti ed i sindaci e presidenti delle Regioni pro tempore, i quali hanno amministrato i territori dove sono ubicate le discariche oggetto della seconda sentenza della Corte di Giustizia europea”.

Conclude Claudia Mannino:

“Ho presentato un esposto alla Procura di Palermo (so che molti miei colleghi hanno depositato i medesimi esposti nelle altre 18 Regioni coinvolte) del 18 settembre 2015, depositato al fine di sollecitare i Magistrati a disporre gli opportuni accertamenti per la violazione dell’art. 452 terdecies del codice penale, in quanto la ‘bonifica, il ripristino o il recupero dello stato dei luoghi’ per ciò che riguarda le 11 discariche siciliane oggetto della causa, non è stata effettuata”.

Aggiornamento: sulla sua pagina facebook l’ex sindaco di Vittoria, Francesco ‘Ciccio’ Aiello, denuncia una cattiva gestione dei rifiuti:

“Troppa confusione, troppe illegalità. Gli interrogativi crescono con il passare delle ore. Chi guida il baraccone? Chi controlla i processi? Chi decide l’utilizzazione illegale di spazi pubblici a vantaggio della ditta? Chi autorizza le modifiche contrattuali a una ditta in proroga per lo svolgimento di lavori non appaltati?”.

E ancora:

“I DISINFORMATORI
MA A VITTORIA IL DISASTRO E’ INCOMBENTE
100 VOLTE PEGGIO CHE A ROMA

Nessuna foto,nessun servizio giornalistico, sulla nostra iniziativa, che ha disvelato i pericoli gravi e la sporcizia assoluta, tranne Video Regione. E vorrebbero farci credere che e’ giornalismo. A parte ogni considerazione e nel rispetto dovuto a qualche giornalista: avete il dovere di informare non quello di disinformare.
E sulla discarica, sui pericoli incombenti su una intera popolazione, avete taciuto, muti, mutangoli, velinati dal Palazzo.
Ma tanto la gente lo sa e i vostri squallidi trucchi non vi salveranno dal ridicolo”.

Forse si parla della discarica municipale di Vittoria?

E ancora:

“EMERGENZA RIFIUTI
VITTORIA NON LO MERITA
Sabato 13 Maggio ore 10 Occupazione Simbolica della
DiSCARICA ABUSIVA DI GIARDINAZZO, IL LUOGO DELLA MUFFUNATA
Non sono graditi lecchini e muffunati.
TUMMARRU TUTTI !
SI CURCARRU E MUTI!”

I lettori potranno segnalarci problemi di rifiuti da qualunque parte della Sicilia: se lo faranno daremo loro voce.

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