Migranti, Zuccaro: “Contatti tra Ong e trafficanti di uomini”

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Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, intervistato da la Stampa, torna a parlare del ruolo delle navi delle organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo. E dei loro finanziatori… Tra questi anche Geoge Soros

“Abbiamo evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati”. Lo ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, intervistato da la Stampa.

Come si ricorderà, il procuratore aveva già parlato dell’elevato numero di Ong dinnanzi alla commissione parlamentare europea di controllo per l’attuazione di Schengen. Aveva sottolineato che molte sono tedesche e aveva posto il tema del loro finanziamento,

“Su Ong come Medici senza frontiere e Save the Children davvero c’è poco da dire. Discorso diverso per altre, come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte”, ha ribadito Zuccaro nell’intervista pubblicata oggi. “L’inchiesta richiede tempi che l’Europa non si può permettere e d’altronde la risposta giudiziaria non è sufficiente, nonostante la notevole collaborazione che riceviamo da tutti. Il problema resta essenzialmente politico e i governi europei, non solo quello italiano, devono intervenire subito”. “Per me – conclude Zuccaro -, quei 250mila in arrivo quest’anno sono una stima per difetto”.

I dubbi sul ruolo delle Ong erano stati espressi chiaramente anche da Frontex. Fabrice Leggeri, direttore  dell’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, in un’intervista a Die Welt il 27 febbraio del 2017, aveva accusato le navi delle Ong di spingersi troppo vicino alle coste libiche: “Dobbiamo evitare di sostenere il business dei trafficanti andando a prendere i migranti davanti alle coste libiche”.

Da allora le polemiche sul tema non si sono placate.

Le Ong, ovviamente, si difendono:

“L’accusa di un coordinamento con i trafficanti è infondata- ha dichiarato Riccardo Gatti di Proactiva open arms, lo scorso aprile nel corso di una conferenza stampa a Roma- per il semplice motivo che seguiamo alla lettera le indicazioni che ci vengono fornite dalla guardia costiera e dal ministero dell’interno e siamo tenuti a comunicare alle autorità tutti gli spostamenti e salvataggi che facciamo”.

E, oggi, come riportano i Tg nazionali, stanno facendo lo stesso.

Ma è indubbio che ormai il caso è aperto.

Qui potete leggere l’articolo de la Stampa, dove, fra le altre cose, ci si chiede “che ci fa uno come Robert Pelton, che produce coltelli da guerra, o l’ex ufficiale maltese Ian Ruggier, noto per non essere mai stato tenero con i migranti sbarcati sulla sua isola, tra le persone vicine ai ricchi coniugi maltesi Cristopher e Regina Catambrone che nel 2014 si sono «inventati» l’Ong Moas; o perché tra i finanziatori di alcune Ong ci sia il miliardario George Soros”.

 

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