Ars: la Finanziaria del tu dai una cosa a me e io due cose a te, senza fare capire nulla ai cittadini

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Le Leggi dovrebbero essere fatte per i cittadini. Invece si fanno per gli amici e i parenti. Per ‘sbranarsi’ quel poco che è rimasto. Senza fare capire nulla ai cittadini siciliani sempre più maltrattati e impoveriti. Così la lingua italiana viene fatta a pezzi, ‘masticata’, ‘digerita’, arrotolata, in una parola, piegata all’interesse supremo dell’incomprensibilità generale. Molti degli stessi deputati dell’Ars non sanno nemmeno cosa approvano. Un banchetto indegno al quale non si sono sottratti nemmeno i grillini  

Cari lettori, abbiate la compiacenza di leggere con la massima attenzione questo articolo contenuto nella legge finanziaria in discussione all’Assemblea regionale siciliana. E’ uno dei più semplici, tra i tanti che anime diaboliche stanno elaborando in quel sito infestato da predoni e banditi di passo, uomini e donne senza scrupoli, desiderosi soltanto di proteggere i propri interessi e garantirsi la sopravvivenza “politica” (= la mangiatoia). Tutti, tutti, nessuno escluso.

Eccolo il piccolo capolavoro:

Art. 69

Interpretazione autentica del comma 7 dell’articolo 68 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9

1. Il comma 7 dell’articolo 68 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9, si interpreta autenticamente nel senso che le disposizioni del comma 2 dell’articolo 43 della legge regionale 15 maggio 2013, n. 9 hanno efficacia esclusivamente in relazione alle azioni contrarie all’ordine pubblico e/o al patrimonio e/o alle persone commesse successivamente alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 2013.

Qualcuno ha una pallida idea di che cosa significhi? Io sì. Come so che cosa significa ogni altra contorta norma che questi compari si stanno scambiando. Tu ne approvi una a me, io ne approvo due a te. I due terzi dei proponenti di questi articoli non sono in grado nemmeno di leggere le cose che gli fanno firmare e presentare. Fanno solo quello che gli dicono di fare.

E’ in corso un genocidio di Siciliani, un tiro ad un piccione chiamato futuro, il tutto per salvare una truppa di schiavi sottomessi, ma in grado di votare. I giornalisti, astutamente depistati, si disperdono a cercare le tracce della sanatoria e distolgono l’attenzione dal massacro in corso. Non c’è più in Sicilia un giurista, un intellettuale che alzi la voce contro questo scempio. Sono tutti bravi a sottoscrivere proclami astratti, fini a se stessi, e soprattutto innocui per la propria incolumità.

C’è addirittura chi ha lavorato per chi è morto difendendo lo Statuto e adesso canta il “de profundis” per quello stesso Statuto, non capendo che canta la morte di se stesso. Mentre l’Isola è posta a ferro e a fuoco, come Nerone, pizzicano la cetra.

Con queste norme, che non sono affatto di carattere generale e astratto, ma particolari e specifiche, per casi facilmente identificabili anche dalla magistratura ordinaria, oltre che, ovviamente, dalla magistratura contabile, ogni cane politico afferra il suo osso, e noi paghiamo. Chi afferra un turco è suo.

Nessuno grida allo sdegno, nessuno chiede l’arresto di questi cialtroni per offesa alla giustizia, all’equità. Tutti sperano, ognuno fa ressa, ciascuno prega e supplica per avere quello che in un altro mondo sarebbe già suo. Una bufera infernale.

Per fortuna tutte queste norme, scritte per non far capire niente a chi non deve capire, altrimenti li vanno a linciare, difficilmente saranno capite anche da chi le dovrà applicare. E sì, perché se alla Regione fanno comodo ingegneri e architetti costretti a fare i giuristi, questi stessi diventano un peso se debbono decrittare i rebus giuridici scritti da marpioni e traffichini del diritto che se ne stanno acquattati nell’ombra e colpiscono con emendamenti da Settimana enigmistica.

E i 5 Stelle? Stanno a guardare, ovviamente, quando non si voltano dall’altra parte, o, addirittura partecipano al banchetto. Se qualcuno è in cerca di prove di quanto ho asserito gli indicherò quali articoli hanno negoziato e a favore di chi. Anche loro si sono calati nel personaggio inciucista. Dite di no? Non gli va meglio, perché, se non sono collusi, sono bamboccioni ignoranti e pericolosamente fuori mestiere, che non stanno capendo una mazza di quello che sta succedendo alle loro spalle.

Chi predica onestà senza sapere riconoscere un ladro mentre ruba è un cretino.

Vado contro i miei interessi, ma consiglio a Grillo, se vuole ripetere il bel risultato delle scorse elezioni, di presentare candidati nuovi di zecca. Questi sono “usati”.

Foto tratta da sauraplesio,blogspot.com

Visualizza commenti

  • Leggendo l'articolo così com'è, non essendo addetto ai lavori, non ho capito niente: si costringe il lettore ad andare a cercare gli articoli di legge online... io lo farò anche, ma quante persone credete che lo faranno oltre me? Questo articolo non è più comprensibile degli articoli di legge che si vogliono denigrare...

  • Inizia ad avere un senso: gli assegni di sostegno al reddito per i PIP. Prima si dice che non si danno a chi commette reati contro l'ordine pubblico, le cose o le persone (L.R. 15/05/2013 n.9, art 43, comma 2); poi si dice che questo articolo è abrogato tout-court, quindi gli assegni si danno anche a chi ha commesso i predetti reati (L.R. 7 maggio 2015, n.9, art. 68, comma 7); e infine si vuole dare un'interpretazione autentica all'abrogazione del limite dicendo che il limite non è abrogato se i suddetti reati sono stati commessi dopo il 15/05/2013. Che ci voleva a spiegarlo?

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