IL PD che ‘scarica’ Crocetta. E l’interrogativo: Totò Cuffaro appoggerà l’inciucio PD-Forza Italia in Sicilia?

Condividi

Dopo aver ‘spremuto’ come un limone Rosario Crocetta, il PD lo vorrebbe mettere di lato. All’orizzonte si profila l’inciucio tra PD e Forza Italia nella ‘corsa’ per la presidenza della Regione. Nell’alleanza ci sarà anche Totò Cuffaro, tornato in auge come grande mentore del centrodestra siciliano. La doppia morale del centrosinistra: Cuffaro va bene quando apprezza Renzi, andrà bene se ‘benedirà’ l’alleanza tra Partito Democratico e berlusconiani alle prossime regionali. Sul Comune di Palermo, invece, non va bene perché va contro Leoluca Orlando…

Rosario Crocetta fa finta di cadere dalle nuvole. Il presidente della Regione siciliana si dice stupito che sia iniziata la resa dei conti tra lui e il PD (appoggiato da Forza Italia, che già si preparerebbe a ‘correre’ con il Partito Democratico alle elezioni regionali del prossimo novembre). Fa finta di non sapere che i suoi compagni di partito – perché Crocetta, fino a prova contraria, è ancora iscritto al PD – guardano come fumo negli occhi la sua ricandidatura alla presidenza della Regione. Del resto, perché Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia hanno fondato il movimento Riparte Sicilia? Proprio per partecipare – con lo stesso Crocetta ricandidato – alle elezioni per la presidenza della Regione.

Non è facile stabilire chi ha ragione o torto tra Crocetta e il PD: cosa che, tra l’altro, ci interessa poco o nulla. L’unico dato certo è che, insieme, hanno portato la Regione siciliana verso un sostanziale default. Anche se le maggiori responsabilità sono del Partito Democratico, che ha imposto al Governatore dell’isola ‘Patti scellerati’ che hanno ‘svuotato’ le ‘casse’ della Regione siciliana.

Certo, Crocetta questi ‘Patti’ li ha firmati: e, con molta probabilità, è proprio per questo che oggi si sente tradito dal PD:

“Ma come, ho fatto tutto quello che mi avete detto di fare e, adesso, mi volete scaricare?”.

Di fatto – questo è un elemento politico oggettivo che è sotto gli occhi di tutti – il PD, in tutte le sue espressioni, romane e siciliane, come già accennato, ha ‘usato’ Crocetta e ora vorrebbe disfarsene. Lo vorrebbe gettare via, accollandogli tutte le responsabilità del fallimento di cinque anni di Governo, peraltro non ancora conclusi (Crocetta non ha torto quando dice che il PD ha iniziato troppo presto la ‘guerra’ contro di lui, perché mancano ancora otto mesi alla conclusione di questa legislatura).

Il PD siciliano, ormai, è un partito imperscrutabile. I dirigenti di questa formazione politica – a Roma come in Sicilia – sono convinti, per ignoti motivi, che, pur avendo trattato con i piedi 5 milioni di Siciliani, gli stessi Siciliani, per gli stessi motivi, dovrebbero rivotarli. I motivi non si conoscono, restano ignoti, ma loro, i dirigenti del PD, li danno per scontati.

Hanno pronti anche i candidati per la presidenza della Regione: il sottosegretario Davide Faraone, renziano della prima ora, o l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, renziano della seconda ora.

Sempre per gli stessi motivi, ma questa volta con qualche spiegazione in più, i dirigenti del PD sono convinti non solo che esprimeranno il candidato alla presidenza della Regione – o Faraone, o Cracolici – ma sono anche convinti che Forza Italia e Cantiere Popolare appoggeranno il candidato del Partito Democratico.

Insomma, i dirigenti del PD danno ormai per cosa fatta l’inciucio con Forza Italia e gli ex democristiani oggi nel centrodestra.

Del resto, Totò Cuffaro, tornato in auge dopo le note disavventure, lo ha anche detto: lui vede bene l’accordo tra PD e Forza Italia. Cuffaro non può candidarsi più, ma nessuno gli può impedire di fare politica. Ha persino detto di apprezzare Renzi e nessuno ha fiatato.

Però se Cuffaro appoggia Fabrizio Ferrandelli nella ‘corsa’ a sindaco di Palermo, questo no, non va più bene. Gli orlandiani ci sono rimasti male. Lo stesso Leoluca Orlando ha tuonato contro Cuffaro.

Insomma, a giudicare da quello che abbiamo capito, Cuffaro potrebbe anche andare bene se manifesta simpatie per Renzi, andrà anche bene se ‘benedirà’ l’inciucio tra PD e Forza Italia nella ‘corsa’ alla presidenza della Regione siciliana (anche se, in verità, Cuffaro vorrebbe come candidato Roberto Lagalla). Ma non va più bene a Palermo se appoggia il candidato contrario al centrosinistra.

Domanda: e se il centrosinistra dovesse perdere a Palermo e, poi, anche alle elezioni regionali del prossimo novembre?

Risposta: continuando di questo passo i due obiettivi non sembrano irraggiungibili…

 

Pubblicato da