L’Ars frega Crocetta: le sue nomine potranno essere revocate

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Approvata una norma che prevede lo spoils system, ovvero la possibilità, per il nuovo Presidente della Regione che si insedierà alla fine di quest’anno, di revocare tutti gli incarichi assegnati in questa legislatura al vertice di enti, aziende, consorzi e agenzie 

A quanto pare l’Assemblea regionale siciliana ha trovato il modo di stoppare la furia ‘nominatrice’ del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che in quest’ultimo periodo della legislatura sforna una nomina al giorno. Tutti nomi, va da sé, del suo ‘cerchio magico’ che il prossimo Governo si troverebbe come ‘regalino’ non gradito.

Oggi pomeriggio, infatti, Sala d’Ercole, oltre ad approvare la proroga fino al 30 aprile dell’esercizio provvisorio (leggere ultimo mese consentito dalla legge per amministrare con il Bilancio in dodicesimi) ha detto sì ad una norma, già passata con una larga maggioranza in Commissione Bilancio e Finanze, che prevede la possibilità di revocare tutti gli incarichi assegnati in questa legislatura al vertice di enti, aziende, consorzi e agenzie. Potrà farlo il nuovo presidente della Regione entro 90 giorni dal suo insediamento previsto per il prossimo novembre, quando verranno celebrate le elezioni regionali.

La norma è stata proposta dal Movimento 5 Stelle ed inizialmente era stata inserita nel disegno di legge sull’esercizio provvisorio. Trattandosi, però, di materia estranea al documento finanziario, è stata inserita nel disegno di legge sui Comuni (la decadenza dei Consigli comunali in caso di mancata approvazione dei bilanci, tema sul quale torneremo e che merita un approfondimento, visto che sono tantissimi i Comuni che non potranno approvare i bilancio e non per responsabilità degli attuali amministratori, come ci ha spiegato, ad esempio, qui il vice presidente dell’ANCI, Paolo Amenta).

“Era assurdo – dice Giancarlo Cancelleri – che chi vinceva un’elezione non potesse nominare figure chiave e si dovesse ritrovare fra i piedi nominati di partito nei posti fondamentali, per giunta blindati per anni, senza potere provvedere a sostituirli. Era una grossa anomalia che andava corretta. Nel resto del Paese c’è questa possibilità, era ora che si applicasse anche in Sicilia”.

“Verrebbe da dire – aggiunge Cancelleri – che si è fatto tanto rumore per nulla. Le cronache di questi giorni sono state riempite da notizie e sterili polemiche su incarichi e nomine fatti da una Giunta regionale impegnata a confezionare regalie piuttosto che ad occuparsi degli enormi problemi dei siciliani. A questa gente arriva dall’Ars un preciso messaggio. Tutto quello per il quale si è sbracciata ed accapigliata l’attuale Giunta potrebbe non valere nulla. In pratica, gli abbiamo rotto il giocattolo”.

Che la norma sia stata proposta dal M5S non stupisce, visto che questo schieramento punta alla vittoria alle prossime elezioni regionali. Ma l’ampio consenso con cui è stato sostenuto la dice lunga sui rapporti interni alla stessa maggioranza di centrosinistra che regge le sorti del Governo Crocetta: a dichiararsi favorevole, infatti, è stato anche il PD per bocca del suo capogruppo, Alice Anselmo. Favorevoli al provvedimento anche i deputati del partito Democratico che fanno parte della Commissione Bilancio e Finanze. Segno che ormai l’insofferenza nei confronti di Crocetta ha raggiunto l’acme.

Ricordiamo che, anche nel 2012, negli ultimi mesi del Governo regionale retto all’epoca da Raffaele Lombardo, la Sicilia ha vissuto una situazione simile: con lo stesso Lombardo che effettuava nomine a ritmo continuo. Cinque anni fa l’Ars varò una legge in verità un po’ strana, chiamata “legge blocca-nomine”.

Perché la definiamo strana? Perché a tanti osservatori, cinque anni fa, la legge sembrò un’ingerenza – in quanto tale impropria – del potere legislativo sul potere esecutivo.

Diverso, invece, è il provvedimento approvato oggi dal Parlamento siciliano che adegua la Sicilia a quanto già stabilito a livello nazionale, se è vero che a Roma il cosiddetto spoils system esiste già da tempo.

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