La storia si ripete: Israele vuole una legge per limitare le preghiere nelle moschee

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Di fatto, gli israeliani stanno entrando in una spirale che potrebbe portarli a ripercorrere una pericolosa strada che è stata dolorosamente sperimentata contro di loro. Riportiamo un passo del Diario di Anne Frank nel quale vengono descritti i divieti imposti agli ebrei dopo il maggio del 1940 

Ultime dalla cancelleria del fuhrer Netanyau: lo Stato di Israele ha approvato una legge che limita gli appelli alle preghiere ai muezzin dalla moschee.

La storia, la storia peggiore, quella dei miserabili, dei peggiori, si ripete. E c’è ancora tanta strada da fare verso l’abisso.

Il 20 giugno 1942 Anne Frank scrive nel diario un lungo elenco di tutti i divieti che limitano la vita degli ebrei:

“Dopo il maggio del 1940 la situazione è precipitata: prima la guerra, poi la capitolazione, l’invasione tedesca e l’inizio dei tempi duri per noi ebrei. Venivano continuamente emanate leggi antisemitiche che limitavano gravemente la nostra libertà. Gli ebrei devono portare la stella di David; gli ebrei devono consegnare le biciclette; gli ebrei non possono prendere il tram; gli ebrei non possono andare in auto, nemmeno di privati; gli ebrei possono fare la spesa solo tra le 15 e le 17; gli ebrei possono andare solo da parrucchieri ebrei; gli ebrei non possono uscire per strada dalla 20 alle 6 della mattina; gli ebrei non possono frequentare teatri, cinema e altri luoghi di divertimento; gli ebrei non possono andare in piscina né nei campi da tennis e di hockey né in altro tipo di campi sportivi; gli ebrei non possono andare in barca; gli ebrei non possono praticare nessuno sport all’aperto; gli ebrei non possono trattenersi nel proprio giardino né in quello di conoscenti dopo le otto di sera; gli ebrei non possono andare a casa dei non ebrei; gli ebrei devono frequentare scuole ebraiche” e così via.

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  • Ritengo la proposta del governo israeliano inappropriata: devo però far notare che nel titolo si dice che "Israele vuole una legge per limitare le preghiere delle moschee", nell'articolo si corregge poi precisando che si tratta di un provvedimento per limitare "gli appelli", cioè l'uso degli altoparlanti per richiamare i fedeli. In questi casi credo che l'approssimazione possa ingenerare confusioni pericolose.

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