Onorevole Miccichè, che fine ha fatto il candidato a sindaco di Palermo del centrodestra?

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Come in una scena di Fantozzi, il celebre personaggio inventato e interpretato da Paolo Villaggio – che diceva che non si sarebbe mai arreso mai per poi arrendersi – il commissario-coordinatore-dittatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, dopo aver rinnegato Ferrandelli, si accinge a ‘incoronarlo’ candidato a sindaco del capoluogo siciliano. La coerenza, prima di tutto: sua e dello stesso Ferrandelli…

Nella primavera del 2012 Fabrizio Ferrandelli era il candidato a sindaco di Palermo del PD di Antonello Cracolici, Giuseppe Lumia e di Rosario Crocetta. Oggi è il candidato a sindaco di Palermo del centrodestra di Gianfranco Miccichè, Saverio Romano e i cuffariani. Così almeno si dice. Destra, sinistra, destra sinistra, un po’ di centro e poi di nuovi destra, sinistra, destra sinistra…

Fino a poche ore fa il commissario-coordinatore-dittatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, diceva:

“Fabrizio Ferrandelli candidato del centrodestra a Palermo? Non se ne parla nemmeno. Tra qualche giorno il centrodestra presenterà un proprio candidato”.

Poi forse – così si dice – qualcuno gli ha fatto vedere la scena di uno dei tanti film di Fantozzi, dove il celebre personaggio inventato e interpretato da Paolo Villaggio, nel piano di una protesta contro i ‘padroni’ dice:

“Non ci arrenderemo mai”. Per poi aggiungere: “Forse…”.

Sì, forse. Forse Miccichè si è convinto ad appoggiare Ferrandelli: il quotidiano on line, Live Sicilia, scrive che l’avrebbe convinto Saverio Romano, il leader del Cantiere Popolare. E infatti i due – Miccichè e Saverio Romano – hanno firmato il seguente comunicato stampa:

“Leoluca Orlando vende una storia che non c’è: quella sua è intrisa di politica e molto spesso non è stata buona politica. Dire no ai partiti, più che un’abiura, appare come una catarsi che vive nel momento del declino della sua esperienza. Ognuno di noi è quello che è stato. Può essere diverso, forse, in futuro ma non nel presente, cercando di camuffare ciò che porta dietro di sé”.

Dopo l’attacco al sindaco uscente che si ricandida, ecco la sviolinata pro-ferrandelliana:

“Apprezziamo invece il tentativo di chi, come Ferrandelli, nonostante un percorso articolato e differente dal nostro, si mostra intenzionato ad unire le forze per un progetto nuovo per la città e non esclude quella buona politica, indicandola come una prospettiva politica – popolare ed europea – che ci piace e sulla quale intendiamo lavorare”.

Insomma, con Gianfranco Miccichè il rapporto tra linguaggio e realtà, nella politica di Palermo tocca le vette più alte di coerenza…

Insomma, rimasto senza un candidato credibile, autorevole e, soprattutto, forte, a Miccichè non rimane che mandare giù l’amaro fiele degli ex democristiani che sono i veri sponsor del ‘coraggioso’ Ferrandelli che, come certi personaggi de I vicerè di Federico De Roberto, fa politica mescolando vecchio e nuovo, destra, sinistra e centro, vino e aceto e, perché no?, magari anche diavolo e acquasanta (chissà cosa ne pensano i gesuiti: del diavolo mescolato con l’acquasanta e del papocchio tra ‘coraggiosi’ ferrandelliani e centrodestra). .

Ma si sa: per vincere tutto fa brodo. E infatti Ferrandelli gongola e scrive:

“Esprimo apprezzamento per le parole dei leader delle forze politiche che si riconoscono nell’area popolare europea. Insieme a loro, ai coraggiosi, alle cittadine ed ai cittadini palermitani e alle forze politiche che lo vorranno, continueremo a costruire il progetto politico per governare la nostra città. Sarà responsabilità condivisa stabilire con quale forma presentarsi alle elezioni nel rispetto di tutte le sensibilità”.

Il ‘matrimonio’ politico tra i ‘coraggiosi’ e i vecchi arnesi del centrodestra siciliano è fatto. E che gli elettori non osino separare ciò che ‘sti geni della politica-politicante hanno unito…

 

 

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