Palermo, ‘radiografia’ della povertà. Che fa la politica? Poco o nulla!

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Dalla pagina facebook del Comitato di lotta per la casa 12 luglio pubblichiamo questa riflessione di Nino Rocca. Partendo dagli esempi del passato – L’albergo delle povere voluto dal principe di Palagonia, Il Boccone del povero di Giacomo Cusmano e i bambini orfani salvati da Padre Messina – l’autore di questo scritto arriva alla conclusione che né la Giunta comunale di Diego Cammarata, né la Giunta di Leoluca Orlando hanno affrontato il problema in modo adeguato. Delegando tutto al volontariato  

Sulla propria pagina facebook Toni Pellicane riporta una nota di Nino Rocca. Si parla di Palermo. Dei poveri di Palermo. Ci sembra molto importante sottoporla ai nostri lettori:

“La povertà è il frutto della iniqua distribuzione delle risorse. Negli ultimi anni della seconda sindacatura di Cammarata, quando la lunga onda della povertà aveva raggiunto anche la piccola borghesia e Biagio Conte aveva riempito le sue strutture di accoglienza oltre ogni misura, si videro in città molti uomini, in prevalenza stranieri, che fecero della strada la loro casa. Non erano clochard, cioè persone che volontariamente avevano scelto di vivere in strada, essi ci sono sempre stati, ma il loro numero non supera le dita di una mano, erano uomini e qualche famiglia che viveva in macchina con i loro figli, che avendo perso il lavoro non potevano più pagare un affitto!

L’Amministrazione Cammarata aveva del tutto ignorato il fenomeno, nonostante vi fossero le risorse economiche e le strutture che si sarebbero potute utilizzare, basti pensare a quante caserme vuote avrebbero potuto ospitare tutte le persone che si trovavano per strada. Gli unici a soccorrere i fratelli sfortunati che vivevano, loro malgrado, in strada, furono, alcune associazioni di volontariato, che si organizzarono per distribuire di notte un pasto caldo e d’inverno le coperte!

Le persone che vivevano per strada nel corso degli anni si moltiplicarono. Alla sindacatura di Cammarata si avvicendò la sindacatura di Orlando. L’Amministrazione di Orlando si fece attenta al fenomeno, ma finì per affrontarlo nel modo sbagliato!

Sostenne le associazioni che si prodigarono con maggiore lena per alleviare la sofferenza delle persone che vivevano per strada con un numero maggiore di coperte e organizzandosi con dei turni la sera per evitare che qualche notte rimanesse scoperta! Biagio Conte con la missione ‘Speranza e Carità’, ospitava, ormai, più di mille persone a cui offriva giornalmente vitto e alloggio. Egli, così come avevano fatto i suoi illustri predecessori, si era sostituito alle Istituzioni che non erano stati capaci di offrire una alternativa alla strada!

Il principe di Palagonia, con “L’albergo delle povere” aveva accolto, in pieno epidemia del colera in città, più di mille persone, Giacomo Cusmano aveva creato diverse strutture per accogliere i poveri con la sua, a noi nota, istituzione religiosa, del “Boccone del povero”, Padre Messina, aveva accolto nella sua struttura i bambini orfani della città…

Oggi l’incapacità delle Istituzioni chiama in causa il generoso mondo del volontariato che supplisce alla mancanza progettuale e amministrativa di una classe politica che, pur sensibilizzata al problema, non sa affrontarlo in modo adeguato ad una città europea, e ad una città moderna!

Ma ciò che è più grave è che le numerose associazioni di volontariato non si pongono il problema di rimuovere le cause per le quali il numero di coloro che vivono in strada aumentano a vista d’occhio! Presi dall’immediatezza del problema e dall’emergenza di coloro che sono senza fissa dimora, non si pongono il problema di sollecitare la stessa Amministrazione, tra l’altro sensibile al problema, per utilizzare le risorse non spese, e il patrimonio immobiliare inutilizzato.

Eppure a noi consta che vi è, almeno, più di un milione di Euro, destinato ai senza casa, non speso, e vi sono le strutture di proprietà comunale o istituzionali come le caserme abbandonate e inutilizzate! E’ come se il volontariato composto da tanti giovani di buona volontà e animati da buoni sentimenti si fossero identificati con i tempi in cui era la Chiesa dei poveri a dover provvedere agli ultimi, del tutto trascurati dalle Istituzioni!

Quando crescerà una coscienza civica più attenta ai ruoli Istituzionali che sono ben foraggiati dalle nostre tasse?

Il primo compito del volontariato è quello di denunziare una cattiva amministrazione, quando questa non riesce, per incapacità, o per altro motivo, a trovare le soluzioni adeguate per offrire ai disagiati un tetto sopra la testa e un reddito minimo di cittadinanza.

La povertà, lo abbiamo già detto, non è dovuta ad una calamità naturale, ma alla iniqua distribuzione della ricchezza pubblica, e se la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre di più nel mondo intero e nella nostra città, dovremmo chiederci se il modello politico ed economico di chi ci governa non sta all’origine di questa ingiustizia!

Cinque centri commerciali estesi in tutta la città hanno avuto come conseguenza il fallimento del tessuto connettivo del piccolo commercio su cui si reggeva la città e gli stessi mercati storici!

I politici sono da noi profumatamente e generosamente retribuiti, ma a noi cittadini consapevoli dovrebbero darci conto e ragione del loro operato politico!

Come è possibile che in una città con un livello di impoverimento così alto da paragonarci alla crisi del dopo guerra non si riescono a spendere le risorse economiche destinate ai senza casa?

Come è possibile che il vastissimo patrimonio immobiliare pubblico del Comune e delle Istituzioni Statali, Regionali non viene utilizzato, dai politici da noi eletti?

Perché non è possibile sapere dai bilanci consuntivi cosa è stato speso e soprattutto come è stato speso delle risorse pubbliche, frutto delle nostre tasse?

Nel sito del Comune sono state pubblicati soltanto le somme complessive delle entrate e delle uscite senza specificare i capitoli di spesa da cui si evince ciò che è stato realmente speso nello specifico capitolo e come è stato speso!

Noi cittadini attivi non abbiamo il diritto di sapere dall’Amministrazione come ha custodito le risorse della città e come ha speso i nostri soldi?

E’ così che si cresce nella consapevolezza democratica e nella coscienza di cittadinanza attiva”.

Foto tratta da conquistedellavoro.it

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