Referendum, è Siracusa la provincia con la più alta affluenza. Al Sud media più bassa

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Secondo i dati pubblicati alle 12, la Sicilia (come il resto del Mezzogiorno) al di sotto della media nazionale. Nell’Isola è la provincia aretusea che batte tutte le altre con il 14,82%, seguita da Messina. In coda Agrigento. Ma è nel catanese che troviamo due comuni che superano il 20%. Intanto, sulle polemiche legate alle matite, interviene il Viminale

Alle 12 di oggi, secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno,  il 20,14% degli italiani aventi diritto si era recato alle urne per il referendum costituzionale. Ricordiamo che trattandosi di un referendum confermativo, non è necessario il raggiungimento del quorum (come nel caso di un referendum abrogativo) e che si può votare fino alle ore 23 di stasera.

La Sicilia, nonostante si parli di una affluenza notevole (“Mai vista così tanta gente” dicono dai seggi), si mantiene al di sotto della media nazionale con il 13,63%. La prossima rilevazione è prevista per le 19, quando avremo davanti un quadro più definito.

Dai dati finora a disposizione, la provincia siciliana con la maggiore affluenza è Siracusa con il 14,82%, seguita da Messina (14,59), Catania (14,55), Palermo (14,10), Ragusa (14,08), Trapani (12,18), Enna (11,61), Caltanissetta (11,50). Ultima è Agrigento con il 10,71.

Ma è nel catanese che troviamo i comuni più ‘virtuosi (se è virtù andare a votare): a Sant’Agata Li Battiati, alle 12, si era recato a votare il 21,86% degli aventi diritto, ad Aci Castello il 20%. Nelle altre Province, a Trapani, ad esempio, brilla Favignana con il 18% e nel messinese, Castelmola con il 18.48%.

Nel resto d’Italia, l’Emilia Romagna è in testa con il 26%, mentre in coda c’è la Calabria con il 13.02. Nel resto del Sud si mantiene comunque una media più bassa di quella nazionale: la Campania è al 15,12, la Puglia al 16,37%, la Basilicata al 14.50.

Ferrara è la città dove si registra l’affluenza più alta, e con il 27,12% supera Bologna, al 27,02. Milano si ferma al 22,79, Firenze al 26,60, Roma al 19,9 e Napoli al 14,97.

Intanto, continuano le polemiche sulle matite che non sarebbero indelebili. Come vi abbiamo raccontato qua, in diverse città italiane, Sicilia inclusa, gli elettori si sono rivolti alla Digos. Il panico si è diffuso a macchia d’olio, tanto che sono intervenute le Prefetture, come quella di Catania, che ha invitato ad evitare allarmismi perché “la matita copiativa può essere cancellata da un foglio bianco, ma non dalla scheda elettorale” che se messa alla prova rischia di essere “bucata” e quindi di invalidare il voto e l’elettore è passibile di denuncia da parte del presidente del seggio”.

E’ intervenuto anche il Viminale: “Le matite cosiddette ‘copiative’ sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale”. 
“Il ministero – spiega la nota – ogni anno ne acquista un certo numero. Quest’anno ne ha acquistate 130 mila dalla ditta Luca srl, aggiudicataria dell’appalto, che, a sua volta, si rifornisce dalla Faber-Castell, direttamente in Germania. Di queste 130 mila, circa 80 mila sono state distribuite per il referendum costituzionale, mentre altre richieste delle Prefetture sono state soddisfatte per il referendum sulle trivelle e in occasione delle elezioni amministrative. Le Prefetture – è  bene precisare – possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti”.

AGGIORNAMENTO

I dati sull’affluenza delle 19

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