Omaggio a Nino Martoglio nella ricorrenza dell’anniversario della sua nascita

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Oggi ricordiamo un grande artista della nostra terra che ha reso famoso, a livello nazionale, con commedie memorabili, il teatro in lingua siciliana. Di Nino Martoglio ricordiamo il sodalizio con Angelo Musco che, nei primi del ‘900, portò a conoscenza del grande pubblico autori del calibro di Rosso di San Secondo. E’ stato lui a prtare per la prima volta in scena le opere teatrali di Luigi Pirandello 

Nino Martoglio nacque a Belpasso, in provincia di Catania, il 3 dicembre del 1870. Abbandonate ben presto le sue ambizioni di diventare capitano di marina, fondò nel 1889 un settimanale umoristico e satirico, scritto anche in lingua siciliana, Il D’Artagnan, dove pubblicò le sue poesie, che si trovano per gran parte nella famosa raccolta, Centona, e apprezzate per il verismo descrittivo delle bellezze del caratteristico paesaggio dell’isola.

Di lì a poco si dedicò con maggiore attenzione al teatro: creò la Compagnia drammatica siciliana, della quale fecero parte attori come Giovanni Grasso e Virginia Balistreri. La sua nobilissima ambizione fu quella di rendere famoso a livello nazionale il teatro in lingua siciliana.

Nella stagione 1907/1908 comincia il fruttuoso sodalizio artistico con il grande Angelo Musco che portò al lancio di autori nuovi (l’allora ventunenne Rosso di San Secondo, con la sua “Madre” del 1908, sia alla messa in scena di molte commedie da lui scritte, tra le quali le più famose sono “San Giovanni decollato”, del 1908 e “L’Aria del continente”, del 1910, da allora stabilmente nei cartelloni delle compagnie italiane e siciliane

Fu attivissimo. Nel 1910 fondò a Roma la struttura stabile del primo “Teatro Minimo” presso il Teatro Metastasio, curando la regia di numerosi atti unici del repertorio italiano e straniero, e soprattutto incoraggiando e portando sulla scena le prime opere teatrali di Luigi Pirandello, già famoso come novelliere e scrittore (tra tutte, “Lumie di Sicilia” e “La Morsa”, entrambe del 1913). Insieme a Luigi Pirandello scrisseA Vilanza” (La bilancia), e Cappidazzu paga tuttu”.

Dal 1913 e per due anni si dedicò anche al cinema, producendo (per la sua Morgana film di Roma) e dirigendo molte pellicole, oggi andate tutte perdute. Ricordiamo: “Il Romanzo”, quindi “Teresa Raquin”, tratto dal dramma omonimo di Emile Zola, e soprattutto quello al quale restò legata la sua notorietà, il celebre “Sperduti nel buio”, la prima opera realista del cinema nostrano, considerata a posteriori da molta critica come antesignana del neorealismo, che ebbe un remake sonoro nel 1947, con Vittorio De Sica.

“Tutta la sua opera, intrisa di forte sicilianità, è caratterizzata, oltre che dal verismo e dalla bellezza dei paesaggi, anche da una forte contrapposizione tra ricchezza e povertà: fu il cantore dei lussuosi palazzi aristocratici e dei tuguri, dei caffè di lusso di fine Ottocento e dei vicoli affollati”.

Foto tratta da siciliainrosa.it

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