Il flop del Sì a Messina: e il sottosegretario Davide Faraone restò solo (ragazzi, chi malafiura!)

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Oggi pomeriggio, a Messina, incredibile flop del sottosegretario Davide Faraone e del vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. A una manifestazione per il Sì si sono presentate appena trenta persone o già di lì. Un disastro! Il tutto mentre fuori centinaia di studenti e iscritti alla CGIL distribuivano volantini per il No. Il ‘caso’ di Emilio Miceli, il sindacalista della CGIL che ha preferito non recarsi alla manifestazione 

Avrebbe dovuto essere un convegno in pompa magna per i fautori del Sì al referendum del 4 dicembre. Per l’occasione si era mobilitato il sottosegretario di Stato, Davide Faraone, accompagnato dal vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, dal commissario del PD di Messina, Ernesto Carbone, e dai rappresentanti di CGIL, CISL e UIL. Insomma, oggi pomeriggio, al Palacultura della Città dello Stretto si aspettavano il pienone. Invece è andato in scena un incredibile flop. In sala si contavano, sì e no, trenta persone. Tutto questo mentre fuori centinaia di studenti e i dirigenti della sinistra della CGIL (Democrazia e Lavoro) protestavano distribuendo volantini per il No.

Insomma, una scena incredibile: il numero di chi protestava fuori era di gran lunga maggiore del numero dei presenti al convegno. Ribadiamo: stando a quello che ci hanno raccontato al telefono, mentre la manifestazione andava in scena, il flop è stato micidiale. Raccontano che Faraone era funereo: quando ha visto la sala vuota non riusciva a crederci.

I sindacalisti invitati a illustrare le ragioni del Sì erano Maurizio Petriccioli della CISL, Salvatore Ugliarolo della UIL e Emilio Miceli della CGIL. Quest’ultimo, però, non si è presentato. Motivo: la CGIL – che è impegnata per il NO, gli ha fatto sapere a chiare lettere che lui, Miceli – siciliano (è stato segretario della Camera del Lavoro di Palermo), dirigente nazionale – avrebbe potuto partecipare senza problemi al convegno. Ad una condizione, però: senza il simbolo della CGIL.

La cosa non deve essere piaciuta a Miceli, che ha preferito non partecipare alla manifestazione renziana di Messina 8e, tutto sommato, è stato fortunato, perché non è stato coinvolto nel flop).

“La CGIL è impegnata direttamente in questo referendum, sostenendo le ragioni del No – ci dice Saverio Cipriano, esponente della CGIL di Palermo -. Stiamo organizzando manifestazioni ovunque. la nostra è un’organizzazione seria. I dirigenti della CGIL non possono presentarsi con il simbolo dell’organizzazione sindacale alle manifestazioni in favore del Sì. Perché questo rischierebbe di confondere i nostri iscritti”.

In realtà, Emilio Miceli ha già partecipato a un convegno sul Sì al referendum: convegno organizzato dagli ex ‘miglioristi’ dell’ex Pci, oggi renziani rampanti (qui potete leggere l’articolo che parla di di questo convegno).

P.S.

Che dire? Che a Messina, nella migliore delle ipotesi, il PD è in maggioranza schierato con il No. Lo stesso discorso vale per gli iscritti a Messina di CISL e UIL, che hanno fatto mangiare la polvere ai dirigenti delle tre organizzazioni sindacali… Discorso a parte per la CGIL che sta tenendo dritta la barra del timone contro Renzi e la sua banda…

 

 

Visualizza commenti

  • Il SI è l'unico modo per salvare i lavoratori dello stato, i sindacati e tutto l'apparato dei lavoratori del terziario statale che vivono esclusivamente di debito dello Stato e che sono i più ciechi sostenitori del NO. Da imprenditore vorrei finalmente che questo sistema saltasse grazie alla antistorica e assurda vittoria del NO e finalmente vedere - come è accaduto in Grecia - migliaia di statali per strada (fenomeno che interesserebbe molto di più il Sud purtroppo). Ma come cittadino italiano non mi auguro di dover assistere al tracollo economico di decine di migliaia di persone e soprattutto non desidero come i D'Alema i Bersani i Berlusconi i Di Maio i Grillo e i Salvini (certo con uno solamente di loro al governo o anche tutti insieme sarà semplice trattare e ottenere la fiducia di chi ha investito sul debito italiano!!!) rimandare a chissà quale generazione il compito di rinnovare la Costituzione che da decenni non rappresenta più la società italiana e non ne può nemmeno aiutare ormai la minima salvaguardia.

    • Si studi un testo di diritto costituzionale, uno qualsiasi, e poi rivaluti il suo commento. Un aiutino, studi prima i principi fondamentali, la prima parte della Costituzione che a detta dei 'patrigni costituenti' non è stata toccata pena il cambiamento della forma di Stato, e poi valuti come questa prima parte viene ad essere attuata nella seconda come ( vorrebbero) modificata.
      Se si mette di buona lena entro il 4 riuscirà a capire. Buon lavoro!

  • Nobile sentimento quello di voler vedere gli statali (!?)per strada come in Grecia. ...cose da pazzi
    Sulla costituzione poi...il buio

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