Renzi, Baccei, il PD e Crocetta si mettono sotto i piedi l’Autonomia finanziaria della Sicilia

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Il bello è che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, annuncia con toni trionfalistici un accordo-capestro con il quale circa 3 miliardi di Euro dei Siciliani – che potrebbero essere spesi in Sicilia – finiscono a Roma. Nella nostra Isola mancano i soldi nei Comuni, le nove Province sono fallite, gli ospedali pubblici sono ridotti allo stremo. E che fanno il PD siciliano e Rosario da Gela? Regalano i nostri soldi a Roma! Nella speranza che la disinformazione trionfi e che i Siciliani non capiscano nulla…  

Con toni giustamente trionfalistici giornali e televisioni annunciano che le norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria sono state approvate dal Consiglio dei ministri e che presto andranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale della Repubblica.

Evviva! Come abbiamo anticipato lo scorso 20 ottobre (articolo che potete leggere qui), con queste norme, del 100% che ci spetta, lo Stato darà alla Regione, a regime, fra tre anni, il “giusto” 70%. E il restante trenta per cento? Se lo tratterà per sé. Perché? Perché, direbbe Fedro nella famosa favola: “Io sono il leone e tu sei la pecora”.

Così, lo Stato, a regime, ruberà alla Regione, 3 miliardi di Euro all’anno!

Invitiamo i Siciliani a ringraziare tutti i servi di Roma, quelli che hanno concorso a questo straordinario risultato, da Rosario Crocetta alla sua Giunta, dal PD e ai deputati della Assemblea regionale siciliana, e poi da Renzi al suo Consiglio dei ministri, fino alla sua lunga mano in Sicilia, ovvero l’assessore-commissario, Alessandro Baccei.

Un particolare ringraziamento va poi rivolto ai componenti siciliani della Commissione paritetica Stato-Regione che hanno sfornato questo capolavoro di diritto ed equità, con l’auspicio che l’impegno profuso trovi il giusto riconoscimento e che quindi da ben altra carica possano continuare la loro lotta in difesa dei diritti dei Siciliani.

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  • la cosa grave è che tutto questo avviene con la complicità della quasi totalità dell'assemblea regionale e degli ascari di roma.

  • Dal 2010, la Regione ogni anno mediamente perde € 2 miliardi (differenza tra entrate e uscite correnti), oltre € 10 miliardi negli ultimi 6 anni. In pratica, l’Ente era già fallito nel 2013, come illustrato dall’Assessore Bianchi nel DPEF 2013/2017 (votato favorevolmente da tutti i deputati) e resta tale in assenza di maggiori entrate, effetto di tributi propri come Irap, Irpef e Iva, che si riducono senza soluzione di continuità. Questo differenziale (€ 2 miliardi l’anno) è ormai strutturale perchè in assenza di crescita e sviluppo sostenibile (non drogato) le uscite, sebbene in riduzione di qualche centinaio di milioni, sono sempre superiori delle entrate correnti, in riduzione quale effetto della maggiore disoccupazione e del calo dei consumi delle famiglie, che non accennano a rallentare. Fino al 2015, per compensare a questo differenziale, il Governo con l’accordo del Parlamento, ha utilizzato tutte le entrate in conto capitale, destinate invece agli investimenti, per coprire la maggiore spesa corrente, cui si sono aggiunti anche altri mutui (circa € 3 miliardi). Questo intervento (senza entrare nel merito di legittimità e convenienza) progettato da Baccei, quale estrema ratio, tende a fare arrivare maggiori entrate (€ 1,5 miliardi l’anno) a compensazione delle maggiori spese correnti senza aumentare ulteriormente l'indebitamento, intaccando in parte le entrate in conto capitale. E' un intervento "tampone" (elettorale sarebbe meglio) che serve solo a consentire a questo Governo ed a questi pessimi parlamentari (nessuno escluso) arrivare al prossimo autunno limitando la crisi sociale in modo tale da affrontare le elezioni regionali senza spargimento di sangue. L'effetto di questo intervento svanirà nel 2017 assorbito dai costi della mancata crescita e dall'assenza di interventi strutturali che invece dovrebbero essere finalizzati alla massima occupazione e all'aumento della domanda interna.

  • Bravi!

    I titoli delle agenzie di stampa parlano di "più tasse per la Sicilia, 1,6 miliardi".

    Il lettore medio, non avendo i mezzi per capirlo, se la beve tutta d'un sorso.

    Ma il titolo corretto sarebbe: "dal 2018 lo Stato ruberà solo 3 miliardi l'anno dell'IRPEF dei Siciliani".

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