‘Caso’ Almaviva/ Rosario Crocetta e Gianluca Miccichè assenti, così il Prefetto sostituisce il Governo!

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La vicenda del call center Almaviva è istruttiva ed emblematica. Dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’attuale Governo regionale è fatto da incapaci che non sono degni di rappresentare la Sicilia e l’Autonomia siciliana. Se venisse applicato lo Statuto, le Prefetture dipenderebbero dalla Regione. Vista l’incapacità e la totale assenza di autorevolezza del presidente della Regione Crocetta e dell’assessore Miccichè, il Prefetto di Palermo – e lo dobbiamo ringraziare – sta difendendo i lavoratori, facendo quello che i due incapaci di cui sopra non sono in grado di fare. Ma perché non se ne vanno a casa?   

Chi volesse misurare lo stato in cui è giunta la percezione che i lavoratori siciliani tutti hanno della Regione siciliana e del suo Governo, in termini di autorevolezza, di capacità di mediare e incidere nei rapporti tra lavoratori, sindacati e impresa, e di portare a casa risultati positivi in termini di salvaguardia di posti lavoro, non ha bisogno d’altro.

Dove sono stati il Governo regionale, il presidente Rosario Crocetta e l’assessore al Lavoro Gianluca Micciché in tutta questa lunga e dolorosa vicenda? Quale contributo hanno dato ad una soluzione positiva?

Certamente non sono stati al fianco dei lavoratori licenziati o messi in una paradossale e strumentale mobilità.

Crocetta, che non si è persa nessuna occasione di pavoneggiarsi con Renzi, con il ministro Del Rio e con tutti i maggiorenti del PD che ci stanno spogliando di ogni nostro diritto, ha perso, tra tutte le altre, anche questa occasione per fare il presidente dei siciliani in difficoltà.

Consapevoli di tanto disinteresse e di tanta incapacità, i lavoratori di Almaviva nemmeno hanno preso in considerazione  la possibilità che il presidente Crocetta e l’assessore Miccichè potessero mediare alcunché e hanno giustamente cercato, e per fortuna trovato, un‘altra sponda cui aggrapparsi.

E loro (e noi con loro), debbono ringraziare il Prefetto di Palermo che, caricandosi di oneri e di competenze non suoi, sta facendo tutto quanto è in suo potere, e anche di più, perché si arrivi ad una soluzione soddisfacente per tutti.

Chi volesse misurare poi il livello cui questi imbelli ascari, con Crocetta in testa, hanno portato l’Autonomia regionale (loro e soltanto loro!), consideri che se fosse stato attuato lo Statuto, le Prefetture avrebbero cambiato volto: sarebbero anch’esse uffici regionali coordinati dal Presidente della Regione e invece, nel vuoto progressivo di autorevolezza politica, amministrativa e di rappresentanza dei governi regionali, le Prefetture si sono messe  a disposizione dei cittadini, colmando con la loro autorevolezza il vuoto lasciato da tanti sciagurati rappresentati delle istituzioni regionali.

Dunque dobbiamo concludere che è meglio così? Per niente!

Riflettiamo: solo una classe politica autorevole, schierata a difesa dello Statuto e della sua integrale attuazione avrebbe potuto ottenere il riconoscimento pieno dei poteri statutari del presidente della Regione e per conseguenza, anche il passaggio delle Prefetture alla Regione, le quali, non dimentichiamolo, sono oggi organi dello Stato e prendono ordini dallo Stato, non so se mi spiego.

E ancora: solo un Governo autorevole, espresso da una classe politica autorevole, eletta da cittadini consapevoli, può difendere e rappresentare con successo gli interessi dei Siciliani.

Fino a quando il voto di scambio prevarrà su quello d’opinione avremo questa politica e questa Sicilia. Governata da ascari. 

 

 

 

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