Grano duro: gli industriali vorrebbero metterci il bavaglio. Noi andiamo avanti. Perché non argomentano?

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Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia – ci chiede di togliere dal blog l’intervista con il micologo pugliese, Andrea Di Benedetto (qui potete leggere l’intervista). Non possiamo che respingere questa intimazione. La nostra replica, che potete leggere in calce alla lettera di “intimazione e messa in mora” da parte dell’Associazione Mugnai d’Italia, la affidiamo al nostro avvocato, Lillo Massimiliano Musso  

STUDIO

LEGALE BERTUCCI

Spett.le Associazione “I Nuovi Vespri”

Egr. Sig. Francesco Paolo Busalacchi

Oggetto: Intimazione e messa in mora

Spett.le Associazione I Nuovi Vespri,

La presente in nome e per conto di Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, con sede in Roma, Via Lovanio, 6 (c.f. 80045090588) in persona del legale rappresentante p.t. per rappresentare quanto segue.

Riferisce la mia assistita che sul sito di vostra proprietà o comunque da Voi gestito, è stato pubblicato al seguente link http.lwww.inuovivespri.it/2016/10/01/11-  grano-canadese-che-ani va-in-mnlri fiuto-special e-che-finisce-sulle-nostretavole/ l’articolo intitolato “Il grano canadese che arriva in Europa è un rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole”.

In esso, l’articolista e l’intervistato – dott. Andrea Di Benedetto – formulano affermazioni estremamente gravi, diffamatorie e lesive della reputazione e dell’immagine della mia assistita e dei suoi consociati, poiché nell’articolo si sostiene — falsamente — che il frumento duro canadese, trasformato in significative quantità dai Mulini italiani per la produzione di semole di frumento duro, mette a repentaglio l’incolumità e la salute dell’intera popolazione italiana, e ciò al fine di minimizzare i costi e massimizzare i profitti.

Si legge infatti nell’articolo menzionato che il grano duro di importazione canadese acquistato dai mulini italiani„ è “rifiuto speciale”, “rifiuto tossico”. Tale grano duro tossico finire così sulle tavole delle famiglie italiane poiché base  per la preparazione di “pasta. pane, pizze, semola per cus cus, merendine e dolci”,  che così si trasformerebbero in “prodotti derivati dal grano duro inquinati”,  “prodotti avvelenati”, sarebbe fonte di gravi patologie quali “morbo di Crohn, Parkinson, Autismo e altre patologie autoimmuni. E anche la Gluten sensitivity scambiata per celiachia”.

La conseguenza che se ne deve trarre è chiaramente esplicitata poco dopo:

Lei ci sta dicendo che tantissimi derivati del grano duro che circolano in Italia e in Europa – pasta, pane, dolci – vengono prodotti con grani duri che dovrebbero essere considerati rifiuti speciali? 

Purtroppo è così”.

Sì inferisce dunque che chi acquista  tale grano – vale a dire i mulini italiani – delibernamente e scientemente mette a grave repentaglio la salute pubblica a fini economici, poiché il grano duro canadese avrebbe costi decisamente inferiori a quello nazionale (informazione peraltro del tutto priva di fondamento come accertato dai listini prezzo delle Camere di commercio): “un grano che ha viaggiato molto deve costare di più. Invece, con riferimento al grano duro che arriva dal Canada, avviene l’esatto contrario: alcune partite di grano duro costano poco”.

L’articolo prosegue specificando che il grano di importazione canadese conterrebbe livelli di DON (Deossinivalenolo) tali che non ne consentirebbero la vendita e l’uso in territorio canadese. Secondo l’articolista e il micologo intervistato, l’alternativa allo smaltimento del grano duro canadese- ed dei relativi costi di smaltimento- consiste nell’importazione in Unione Europea e in Italia:

“Certo. Stranamente nell’Europa unita tutto il grano duro che in Canada non si potrebbe utilizzare nemmeno per gli animali si dà… all’uomo. Si tratta, con queste percentuali di DON, di un grano che, di fatto, è un rifiuto tossico e speciale, che dovrebbe essere smaltito con certi costi. Un prodotto che, invece, finisce sulle tavole dei consumatori europei”.

Di tal che il Canada- che da quando si arriverebbe a desumere dal tenore dell’articolo avrebbe adottato una normativa ben più restrittiva rispetto a quella europea sui livelli consentiti di DON- “invece di pagare per smaltire questo grano avvelenato dalle micotossine lo portano qui in Italia”.

Notizia, anche questa, falsa tenuto che il Canada non ha una regolamentazione che fissa tenori massimi di presenza di Don nei cereali destinati al food.

Tale situazione, proseguono articolista e intervistato, andrebbe avanti “da anni” e causerebbe diverse patologie fra cui la Gluten sensitivity:

“A causare patologie è invece la micotossina DON, che provoca una sorta di allargamento delle ‘giunture serrate’ a livello dei villi intestinali. In condizioni normali i villi intestinali non assorbono il glutine. Il DON, come ho già accennato, altera la funzione dei villi intestinali che iniziano ad assorbire il glutine dall’intestino che, a propria volta, va nel sangue e crea problemi al nostro organismo”.

Ancora il grano duro di importazione canadese, in ragione dei livelli di DON, sarebbe alla base di altre gravi patologie:

“E’ vero che il DON può creare problemi all’intestino?

Sì. Può creare seri problemi al nostro intestino: per esempio, il morbo di Crohn. Poi ci sono malattie del sistema nervoso: per esempio Parkinson, Autismo e altre patologie autoimmuni”.

Si tratterebbe quindi di una situazione di emergenza nell’intera Uniobe Europea a e ancora più in Italia, Paese in cui notoriamente si consumano maggiori quantità di derivati dal grano duro:

“Tornando al grano duro che arriva con le navi – e a tutti i derivati di questo prodotto – si può parlare di emergenza? “Sì, si deve parlare di emergenza!”

In altre parti d’Europa ne consumano molto meno e quindi il problema è meno sentito?

 “Il problema riguarda tutta l’Europa. Ma, lo ribadisco, in particolare riguarda il Mezzogiorno d’Italia, dove si fa largo uso di pasta e pane. Da noi, nel Sud, il pane lo mangiamo almeno due volte al giorno”.

****

Si tratta di affermazioni non veritiere che di tutta evidenza ledono gravemente l’onore, la reputazione e l’immagine della mia assistita e dei suoi consociati. La scelta del mezzo di diffusione dell’articolo, pubblicato sul web, amplifica enormemente la gravità della condotta contestata e costituisce ad ingenerare serio- quanto falso- allarme nella popolazione.

Tutto ciò premesso Italmopa-  Associazione Industriali Mugnai d’Italia,

intima e mette in mora

l’associazione “I nuovi Vespri” e il sig. Francesco Paolo Busalacchi affinché provvedano entro e non oltre 48 ore dal ricevimento della presente alla rimozione dal web dell’articolo intitolato: ““Il grano canadese che arriva in Europa è un rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole” e pubblicato al seguente link http://www.inuovivespri.it/2016/10/01/il-grano-canadese-che-arriva-in-europa-e-un-rifiuto-speciale-che-finisce-sulle-nostre-tavole/ nonché alla modifica del file robot.txt, al fine di assicurare l’immediata esclusione dell’articolo dai risultati dei principali motori di ricerca italiani, con l’avvertenza che in caso di inottemperanza sarà Suo malgrado costretta a tutelare i propri interessi in tutte le competenti sedi giudiziarie.

Salva ogni riserva in merito al risarcimento del danno patito e patiendo.

In attesa di pronto riscontro, cordiali saluti

Firenza, 17 ottobre 20016

avv. Emmanuela Bertucci

 

La nostra replica:

Alla Gentile Attenzione dell’Avv. Emmanuela Bertucci e P.C. Associazione Italmopa ai rispettivi indirizzi PEC OGGETTO: replica a vostra intimazione del 17.10.2016

In nome e per conto del dott. Francesco BUSALACCHI, che elegge domicilio in Ravanusa in P.za Crispi n. 1, presso lo studio dello scrivente, il sottoscritto avv. Lillo Massimiliano Musso, del Foro di Agrigento, espone quanto segue.

1. Il mio assistito ha ricevuto una diffida a firma dell’avv. Emmanuela Bertucci, su incarico dell’associazione Italmopa.

2. Viene contestata la pubblicazione di un’intervista in cui si palesano le condizioni in cui versa una parte del grano utilizzato in Italia, principalmente quello proveniente dal Canada.

3. Ritenendosi lesivo il contenuto dell’intervista, si pretenderebbe la rimozione della stessa.

4. Senza entrare nel merito scientifico della questione, che non mi compete, invito chiunque si senta leso dal contenuto dell’intervista a tentare almeno di indicare una ricostruzione alternativa della vicenda, argomentando, ad esempio, sulle caratteristiche del grano proveniente dal Canada.

5. Con vivo augurio di essere utile per l’apertura di un confronto sul tema, restiamo in attesa di un vostro comunicato da pubblicare sul blog, tuttavia non potendo accettare alcuna forma di censura rispetto a tematiche di sicuro interesse collettivo.

Palermo, 22 ottobre 2016 Avv. Lillo Massimiliano Musso

 

 

 

 

 

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  • I dati sulla tossicità di erbicidi e pesticidi usati in Nordamerica ci sono, così come la loro stretta correlazione epidemiologica con una gamma di gravi patologie cronico-degenerative, che stanno aumentando in USA e Canada.

  • Sicurezza alimentare: La battaglia murgiana arriva al Senato
    Scritto da Onofrio Bruno
    Venerdì, 28 Settembre 2012 12:43
    Economia
    c_170_140_15658734_00_images_archivio_nol_volume4_grano.jpgLa IX Commissione agricoltura del Senato, presieduta dal Sen. Paolo Scarpa Bonazza (relatrice la senatrice Maria Antezza) ha ascoltato in audizione nei giorni scorsi la Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli, sull’ impatto derivante dalla presenza di micotossine nella filiera del grano duro.
    Su questo tema sono fortemente impegnati gli agricoltori della Murgia appulo-lucana ed in particolare il Consorzio Campo che conduce una severa campagna di sensibilizzazione contro le micotossine ed in particolare il micidiale "Don".

    Alla presenza di numerosi senatori, sono intervenuti, accanto al coordinatore nazionale Fima Saverio De Bonis, Alberto Ritieni docente di Chimica degli Alimenti dell’Università di Napoli Federico II, Maurizio Proietti tossicologo ambientale e Andrea Di Benedetto, esperto di micotossine e Presidente del Consorzio Campo.

    La IX Commissione al termine degli interventi ha deciso di sottoporre al Ministro Catania le linee guida per il settore, attraverso una risoluzione che solleciti le autorità italiane ad armonizzare i limiti di legge, avviare maggiori controlli, riportare nella etichetta di tutti i prodotti a base di cereali il titolo di micotossine e obbligare la preventiva colorazione per i grani duri importati dalla Ue non idonei alla alimentazione umana.

    "Una risposta doverosa e incoraggiante, data la gravità della situazione in cui versa la filiera, che soffre da troppi anni di problemi antifrode e antitrust e richiede l’ istituzione di una Commissione unica nazionale per la determinazione trasparente dei prezzi all’ origine, la tutela del reddito dei produttori e l’incentivazione della produzione italiana di qualità anche attraverso un marchio di tutela". Secondo il coordinatore Fima De Bonis, che si ritiene soddisfatto del risultato raggiunto, “se per gli industriali il vincolo normativo europeo viene vissuto come una garanzia, per noi, invece, rappresenta un limite; infatti, considerato il maggior consumo di cereali degli italiani vi è una maggiore esposizione al rischio che richiederebbe l’ applicazione del principio di salvaguardia di protezione della salute dei consumatori da parte del nostro Governo”.

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