Anello ferroviario di Palermo: da stamattina protesta di cittadini e commercianti di via Amari

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Gli abitanti e i commercianti di via Emerico Amari sono conviti che l’attuale Amministrazione comunale, invece di tutelarli, sta tutelando gli interessi della Tecnis, il gruppo che si è aggiudicato l’appalto per l’improbabile chiusura dell’Anello ferroviario: gruppo imprenditoriale sotto inchiesta da parte della magistratura. Da oltre sette mesi cittadini e commercianti sono intrappolati da cantieri bloccati. Da qui la protesta. Le responsabilità del Comune e, in generale, di un centrosinistra siciliano colluso fino al midollo con le peggiori logiche dell’appaltismo che in Sicilia si identificano con un convitato di pietro riconoscibilissimo…

 

Lavori per l’Anello ferroviario di Palermo: stamattina dovrebbe andare in scena una protesta da parte di alcuni commercianti e abitanti di via Emerico Amari che, da mesi, si battono contro i disagi provocati dal blocco di una delle vie più importanti del capoluogo siciliano.

Commercianti e abitanti di via Emerico Amari, da stamattina, per protesta, dovrebbero presidiare il cantiere di via Francesco Crispi, a due passi dalla stazione Giachery.

Perché questa protesta? Lo spiega nella pagina facebook “Commercianti e residenti di via Emerico Amari” (che potete leggere qui) Francesco Raffa, artigiano, ceramista e presidente dell’associazione Amari Cantieri:

“Cantiere per la chiusura dell’anello ferroviario di Palermo – Area 4 dal 20/01 sequestrata da un appaltatore che intasca solo denaro… ed il Comune di Palermo concede nuove aree (per consentire la riscossione del SAL) e fa ripartire da 0 il cronoprogramma per quest’area come se i 7 mesi e 13 giorni trascorsi non contassero nulla! Perchè dobbiamo morire per il lucro di gente senza scrupoli!?… Caro Sindaco sei la delusione peggiore ma anche tu avrai certo milioni di motivi per mandare avanti il vostro TRANELLO FERROVIARIO!”.

Per provare a comprendere le ragioni della protesta – a nostro avviso legittima – di commercianti e abitanti di via Emerico Amari dobbiamo fare qualche passo indietro.

L’Anello ferroviario di Palermo è una delle tre opere faraoniche che hanno messo a soqquadro la città di Palermo nel nome degli immancabili, soliti, grandi appalti di Palermo (le altre due opere sono il Passante ferroviario – opera in parte bloccata e costata fino ad oggi 800 milioni di Euro – e 15 km circa di Tram cittadino costato oltre 320 milioni di Euro: Tram che perde circa 10 milioni di Euro all’anno e che sta facendo fallire l’AMAT, l’Azienda del Comune che gestisce – male – il sistema di trasporto delle persone).

La scusa, come sempre, è quella di realizzare tre grandi opere pubbliche integrate: Passante, Tram e Anello ferroviario (anche se fino ad oggi le uniche cose ‘integrate’ di questa storia di appalti a ruota libera sono i piccioli a tignitè, come si dice dalle nostre parti, immolati per queste tre opere: oltre un miliardo e 200 milioni di Euro i soldi spesi fino ad oggi per avere un servizio mediocre che costa una barca di soldi!).

L’Anello ferroviario, in particolare, è, in realtà, una sorta di semicerchio che dovrebbe collegare la Stazione Centrale della città di Palermo con la Stazione Nortarbartolo, proseguendo, poi, per via Lazio e via Libertà (dove, per la cronaca, ci sono i cantieri bloccati), via Imperatore Federico, Fiera del Mediterraneo, via Sampolo, Piazza Giacchery, il Porto, il Politeama fino alla Stazione Lolli.

Su quello che hanno combinato con l’appalto per l’Anello ferroviario le ex ferrovie dello Stato, la Tecnis e il Comune di Palermo questo blog ha già scritto (come potete leggere qui).

A nostro avviso, via Amari e le altre aree della città (compresa la piazza più importante di Palermo: Piazza Politeama, dove i catanesi della Tecnis hanno piazzato il proprio deposito: chissà cosa avrebbero detto a Catania i cittadini se il sindaco Enzo Bianco avesse concesso via Etnea a un’impresa palermitana per metterci un deposito!) resteranno chiuse non cinque o sei mesi, come dicono al Comune di Palermo, ma altri cinque anni (almeno).

Questo perché, a nostro avviso, il sistema di potere di una certa sinistra siciliana – della quale la Tecnis (il gruppo imprenditoriale che si è aggiudicato l’appalto per l’improbabile realizzazione dell’Anello ferroviario di Palermo) è espressione – è collassato.

Siamo arrivati al dunque. Nei mesi scorsi i vertici della Tecnis sono finiti sotto inchiesta.

Vista la gravità delle accuse sarebbe stato logico rescindere subito il contratto con questa impresa e bandire un’altra gara.

Invece tutto è bloccato. Ed è anche logico: a Roma governa il centrosinistra, in Sicilia pure, al Comune di Palermo anche. Così i signori del centrosinistra, da Roma a Palermo, stanno cercando di salvare ciò che non è più salvabile. E lo stanno facendo sulla pelle dei cittadini di Palermo. Una vergogna!

Così la città è rimasta bloccata – come scrive Francesco Raffa – per 7 mesi e 13 giorni. Da sette mesi e 13 giorni i lavori sono bloccati. Piazza Politeama è bloccata dal deposito della Tecnis. Via Lazio è chiusa. E via Emerico Amari è chiusa.

Qui – in via Amari – già da qualche mese, cittadini e commercianti protestano. E hanno ragione: il Comune di Palermo non li sta tutelando. Commercianti e cittadini hanno già protestato davanti la Prefettura di Palermo.

Con parole di fuoco:

“TrAnello ferroviario

700 metri = 700 milioni

L’associazione Amari cantieri

denuncia

la connivenza di Tecnis col sindaco che autorizza varianti e finanziamenti milionari per un’opera che non va avanti provocando solo danni alla salute dei cittadini”.

E da stamattina dovrebbero occupare i cantieri di via Crispi.

 

P.S.

L’inchiesta che ha colpito la Tecnis segna la fine di una stagione politica e non soltanto politica. Ma gli esponenti del centrosinistra – da Roma a Palermo (Leoluca Orlando), a Catania (Enzo Bianco) – non l’hanno ancora capito.

Riaprire i cantieri di via Crispi, facendo ripartire da zero il cronoprogramma, è un’offesa all’intelligenza dei palermitani. 

La verità è che Orlando, sugli appalti ferroviari, si è già giocato la sua rielezione. 

Sul Tram ha commesso errori su errori. Prima la ZTL ‘pirandelliana’ (pagare per inquinare) per fare ‘cassa’. Poi l’obbligo di 50 km orari sulla Circonvallazione, salvo ritirare il provvedimento dopo le proteste dei cittadini.

Adesso la Tecnis che viene prima dell’interesse della città e dei cittadini.

Non è troppo?

Ci vediamo alle elezioni comunali del prossimo anno, sindaco Orlando.  

Foto tratta da siciliajurnal.it

 

 

 

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