PD e Forza Italia (e Cuffaro) uniti contro i grillini (e contro Nello Musumeci)

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I vertici di Forza Italia e del PD hanno capito che presentare due candidati diversi alle prossime elezioni regionali avvantaggerebbe solo i grillini. Così meditano di andare insieme. Portandosi dietro le varie ‘frattaglie’ (UDC, Nuovo Centrodestra Democratico e roba varia). Nell’illusione che la somma di più debolezze possa dare una forza. L’accordo tra Miccichè e il Partito Democratico è destinato a ‘stritolare’ Nello Musumeci. Magari per spianare la candidatura a Palazzo d’Orleans di Leoluca Orlando. Grande spazio d’azione per gli indipendentisti. A Palermo, intanto, il ‘Coraggioso’ Fabrizio Ferrandelli annuncia la sua candidatura a sindaco, sostenuto dal ‘Nuovo che avanza’: PD e Forza Italia…

Gianfranco Miccichè ci ha provato. Ma, a quanto pare, ha fatto un buco nell’acqua. Avrebbe voluto rimettere in pista ‘L’invincibile armata’ del centrodestra siciliano, l’alleanza politica ed elettorale del 61 a zero del 2001 e delle elezioni regionali del 2008, quando questo schieramento raggiunse il 70% di voti di lista (nonostante lo stesso Miccichè e l’allora appena eletto Raffaele Lombardo fossero già d’accordo con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia). Ricordi. Pallidi. Perché nonostante il gran lavoro, il ‘capo’ di Forza Italia ha capito che in Sicilia non c’è più aria di centrodestra. Da qui l’epilogo quasi inevitabile: l’alleanza con il PD per provare a fermare l’avanzata dei grillini.

Dall’altra parte – dalla parte del PD siciliano – lo scenario non è diverso. Ormai il partito è dentro il Governo regionale. Il capo dei renziani, Davide Faraone, e i suoi si stanno facendo i ‘bagni’ con la gestione delle energie. Antonello Cracolici spatulia in tutta la Sicilia promettendo mirabolanti interventi a colpi di PSR (Piano di Sviluppo Rurale). Bruno Marziano tiene in pugno la Formazione professionale.

Ma nonostante questo, i consensi del PD dell’Isola, invece di crescere, diminuiscono. I sondaggi ‘giusti’ danno questo partito sotto il 10%. E questo sta facendo letteralmente impazzire i vertici del PD siciliano.

Nella storia dell’Autonomia siciliana non c’è mai stato un Governo – o meglio, un partito di Governo – che, tra gestione diretta (Governo regionale, sindaci dei Comuni e posti di sottogoverno) e indiretta (migliaia di commissariamenti), controllava oltre il 90 per cento della Sicilia. Oggi il PD controlla oltre il 90 per cento del potere Sicilia. Ma i Siciliani, invece di avvicinarsi al potere (come di solito fanno), si allontanano. Perché?

Con molta probabilità, nell’immaginario della maggioranza dei Siciliani, è passato il messaggio che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sta provocando un sacco di disastri. Ma questo, in ogni caso, non spiega la diffusa disaffezione di tantissimi siciliani verso questo partito.

Con molta probabilità, le spacconate di Renzi non piacciono ai Siciliani. A parte la ridicola riforma costituzionale (se vi volete divertire, leggete qui), basta parlare con le persone per capire che, al referendum del prossimo Autunno, in molti voteranno No per mandare via Renzi. Se provate a parlare con tanti Siciliani ascolterete un coro quasi unanime: “Non ne possiamo più delle panzanate che racconta”.

Ma i disastri di Crocetta (che sono oggettivi) e l’antipatia crescente che Renzi provoca con le sua continue sbruffonate non spiegano del tutto la crisi del PD siciliano. E’ proprio il partito che non funziona. Prendiamo il caso del suo segretario regionale, Fausto Raciti. Pur avendo ‘imbarcato’ frotte di cuffariani va dicendo in giro che il ‘suo’ PD non farà mai accordi con Cuffaro. Un atteggiamento che non solo infastidisce i cuffariani che da tempo si sono acquartierati nel PD, ma che, ormai, nemmeno lo stesso Cuffaro sopporta.

Cuffaro, uomo politico di pazienza infinita, ieri, dopo l’ennesima recita-racitiana anticuffarosa, è sbottato:

“‘Sono in viaggio di ritorno dal Burundi e leggo le dichiarazioni dell’On. Fausto Raciti che insiste e si ripete in questa stucchevole quanto inutile polemica su di me e sugli ex cuffariani. Inutile e stucchevole per almeno due motivi veri. Il primo: non sono interessato a tornare a questa politica; ho scelto di dar corso alla mia sempre viva passione impegnandomi nella politica con la P maiuscola per il Burundi. Il secondo: l’onorevole Raciti non ha da imbarcare nella sua coalizione nessun ex cuffariano, per il semplice motivo che ce li ha già a bordo, come ben gli è noto: alcuni nel suo PD e altri nelle organizzazioni partitiche satellite del suo PD. Le sue dichiarazioni però hanno sortito in me una riflessione: tornando mi assale come una pena profonda nell’aver lasciato un popolo povero, ma capace di sorriso e di stare tornando in un mondo che pare abbia perso la voglia di gioire. Sono consapevole però che è la mia terra che amo oltre ogni cosa e oltre ogni sofferenza patita. E per questa riflessione credo debba ringraziarlo”. 

Cuffaro, che ha studiato da salesiani, nel corso degli anni è diventato un ‘gesuita’ (inteso come aggettivo). Sa benissimo che, senza di lui, il PD e Forza Italia ormai non avrebbero dove andare. La speranza di battere i grillini è legata al suo carismo (e ai suoi voti). Ma, ovviamente, certe cose si pensano, ma non si possono dire (noi che le scriviamo siamo esentati da questi ‘esercizi di stile’).

Insomma, per provare a fermare il Movimento 5 Stelle – che in Sicilia è molto attivo e battagliero – PD e Forza Italia debbono andare insieme. Con Cuffaro. Come? E con quale possibile candidato?

Di certo non con Nello Musumeci e con il suo movimento Diventerà bellissima. Riuscite a immaginare i ‘mastini’ di Forza Italia e del PD siciliano che affidano la presidenza della Regione a Nello Musumeci? Ammesso che vincano le elezioni regionali del prossimo anno, si ritroverebbero, come si dice dalle nostre parti, cu l’occhi chini e i manu vacanti: perché Musumeci a Palazzo d’Orleans, è chiaro, per dirla in gergo calcistico, non gli farebbe toccare palla…

Tra l’altro, l’ipotesi è in ogni caso sbagliata. Musumeci, che dall’inizio della legislatura è uno dei pochi che fa veramente opposizione al Governo Crocetta, molto difficilmente si alleerebbe con il partito di Crocetta.

E allora? Se ci sarà un – probabile – accordo tra PD e Forza Italia in chiave anti-grillina, beh, non crediamo che Musumeci si accoderà. Anzi, avrebbe l’occasione di restituire pan per focaccia a Miccichè (che nel 2012, di fatto, gli ha fatto perdere le elezioni candidandosi contro di lui), candidandosi e ‘ammazzando’ sul nascere l’eventuale candidato PD-Forza Italia.

Resterebbe da definire il contorno. L’UDC e il Nuovo Centrodestra Democratico, due partiti-fantasma che, con molta probabilità, non raggiungerebbero il 5%. Anche se senza consenso popolare – o forse proprio per questo – queste due formazioni politiche entrerebbero nell’ammucchiata antigrillina.

E le parole acide pronunciate da Giampiero D’Alia all’indirizzo di Miccichè? Passerebbero in cavalleria anche queste.

Ovviamente, della partita sarebbero anche le ‘frattaglie’ in parte tenute insieme da Totò Cardinale da Mussomeli, in parte a ruota libera.

Alla fine, insomma, il vecchio sistema farebbe muro contro i grillini.

Questo potrebbe aprire grandi spazi agli indipendentisti siciliani. Perché gli elettori siciliani del PD, di Forza Italia e del Nuovo centrodestra, abbondantemente nauseati, potrebbero o non andare a votare (probabile), o votare per i grillini, o per gli indipendentisti.

Intanto ieri – tanto per anticipare l’accordo PD-Forza Italia – Fabrizio Ferrandelli ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Palermo. Raccogliendo il plauso del parlamentare regionale di Forza Italia, Vincenzo Figuccia. E, sembra, da una parte del Partito Democratico.

Il ‘Coraggioso’ Ferrandelli non è molto fortunato. Quattro anni fa, quando si candidò contro Leoluca Orlando, aveva accanto a sé gli ‘spompati’ Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. Oggi, ai senza voti del PD, unisce Forza Italia. Insomma, per chi si presenta come il ‘nuovo’ della politica di Palermo, il PD e Forza Italia non sono il massimo.

Lei che ne pensa, Ferrandelli?

P.S.

Fabrizio Ferrandelli candidato sindaco di Palermo. In contrapposizione a Leoluca Orlando? Non ci crediamo. Perché tale scenario spianerebbe la strada a un sindaco grillino. E allora? Che sia Orlando il possibile candidato alla presidenza della Regione, sponsorizzato da PD e Forza Italia? Ormai dalla vecchia e ciabattona politica siciliana c’è da aspettarsi di tutto… 

 

 

 

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