Formazione professionale: ancora a proposito degli ‘esami a pagamento’ di fine corso

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Nei giorni scorsi abbiamo denunciato una pratica che definire strana è poco: dirigenti e funzionari dell’assessorato regionale alla Formazione professionale che, per svolgere una funzione istituzionale (quando vanno a presiedere le commissioni d’esame alla fine dei corsi di formazione) incassano soldi dai titolari di enti e società di questo settore. Un sindacalista dell’UGL siciliana, Ernesto Lo Verso, ci scrive per giustificare tale pratica. Ma non si rende conto di aver incrementato i dubbi

Il nostro articolo sui funzionari dell’assessorato regionale alla Formazione professionale che intascano soldi per assistere agli esami – sia con riferimento ai corsi di formazione finanziati con fondi pubblici, sia con riferimento ai corsi organizzati e gestiti con fondi privati – sta suscitando commenti e dibattiti.

Ci scrive Ernesto Lo Verso, reggente federazione autonomia locai dell’UGL siciliana:

“In riferimento al Vs. articolo dal titolo: ‘Formazione, i ritardi inflitti al CEDIFOP e l’incredibile storia dei funzionari pagati per gli esami!’ (che potete leggere qui) si chiede di diffondere la posizione ed i chiarimenti della Federazione delle Autonomie dell’UGL siciliana in merito al pagamento del gettone di presenza delle commissioni d’esami.

Va precisato a rigor di verità che il dipendente del dipartimento viene nominato dal dirigente generale presidente della commissione ai sensi dell’art. 12 della l.r. 24/76 il quale recita:

“Alle prove finali sovraintende una commissione nominata dall’Assessore (con l’entrata in vigore della l.r. 10/2000 Dirigente Generale) composta: da un dirigente, assistente (oggi funzionario direttivo ed equiparati) scelto tra i funzionari in servizio presso gli uffici dell’amministrazione centrale e periferica dell’assessorato Lavoro (oggi Istruzione e formazione) in qualità di presidente e da 2 docenti del corpo insegnanti del corso. Ai componenti la commissione spetta un gettone per ogni giorno di effettiva presenza ecc. ecc. spetta inoltre il rimborso delle spese di viaggio nella misura prevista dalle vigenti disposizioni di legge. Rimborso che l’amministrazione non corrisponde da circa 4 o 5 anni per mancanza di fondi.

Ad oggi la legge di riferimento non è stata modificata o abrogata ed il gettone trova giustificazione nel fatto che il presidente svolge la sua funzione di pubblico ufficiale fuori dalla propria sede di lavoro abituale e si assume in prima persona la responsabilità degli atti consequenziali che scaturiscono dallo svolgimento degli esami (firma sui verbali della riunione preliminare e verbale degli esami) cosa che non avviene nello svolgimento delle mansione nella sede di lavoro abituale in quanto gli atti che hanno rilevanza all’esterno vengono firmati dal dirigente del servizio o dal dirigente generale.

A rafforzare maggiormente la responsabilità unica del presidente della commissione è intervenuto ultimamente un decreto del dirigente generale (D.D.G. 2922 del 29 maggio 2015) che attribuisce al presidente di commissione anche l’onere della firma degli attestati di qualifica, che hanno validità in ambito Europeo, alla conclusione delle operazioni di esami e di scrutinio.

Precisazioni doverose per evitare facili strumentalizzazioni sul gettone di presenza ad oggi attribuito in forza di in quadro normativo chiaro che legittima tale ‘introito'”.

Confessiamo che non riusciamo a capire dove porti il ragionamento del signor Lo Verso. I dirigenti e i funzionari dell’assessorato regionale alla Formazione professionale, che vanno a presiedere gli esami, svolgono o no una funzione istituzionale per la quale sono già pagati dall’Amministrazione regionale?

Il sindacalista dell’UGL scrive che “Ai componenti la commissione spetta un gettone per ogni giorno di effettiva presenza ecc. ecc. spetta inoltre il rimborso delle spese di viaggio nella misura prevista dalle vigenti disposizioni di legge”.

Se l’esponente di questa organizzazione sindacale dice che c’è una legge che prevede questo rimborso, ebbene, noi non abbiamo motivo di non crederci.

Ma il signor Lo Verso ci dovrebbe indicare in base a quale legge gli enti e le società che operano nel mondo della Formazione professionale della Sicilia debbono pagare i dirigenti e i funzionari regionali che svolgono una funzione istituzionale!

Il sindacalista precisa che ai componenti delle commissioni di esame – cioè ai dirigenti e ai funzionari dell’assessorato regionale alla Formazione professionale spetta un gettone di presenza che dovrebbe essere pagato dalla Regione. “Rimborso che l’amministrazione non corrisponde da circa 4 o 5 anni per mancanza di fondi”, scrive Lo Verso.

Siccome l’Amministrazione regionale non paga più “per mancanza di fondi” facciamo pagare il conto agli enti e alle società di questo settore, che sono private?

Il discorso di Lo Verso è molto pericoloso. A giudicare da quello che scrive i fondi per pagare tali rimborsi a questo personale sono regionali. Ma seguendo il metodo che il sindacalista difende questi dirigenti e funzionari regionali non solo verrebbero pagati da soggetti privati – e questo già è anomalo – ma verrebbero pagati con i fondi europei, perché la Formazione professionale siciliana, dal 2011, è tutta a carico dei fondi europei.

Quindi il sindacalista ci sta dicendo che una funzione istituzionale della Regione verrebbe pagata non soltanto da privati, ma con fondi europei. Una sovrapposizione che a noi sembra ancora più anomala dei privati chiamati, non si capisce bene a che titolo e sulla base di quali leggi, a sostituirsi ai privati!

Insomma, a noi questa storia non convince affatto.

Fatti quattro conti, abbiamo scoperto che, solo con i corsi finanziati con i fondi pubblici, ogni anno, circa 400 mila Euro vengono utilizzati per pagare dirigenti e funzionari regionali. A questi si aggiungono i pagamenti dei titolari dei corsi di formazione privati, come nel caso del CEDIFOP.

Tutto questo è normale? A nostro avviso, no.

Noi ci auguriamo, tanto per cominciare, che qualche parlamentare di Sala d’Ercole di buona volontà presenti subito un’interrogazione al Governo. Sarebbe bene,infatti, che l’assessore regionale alla Formazione professionale, Bruno Marziano, vada in Aula a spiegare il perché di questi pagamenti atipici e quali sarebbero le leggi che giustificano una cosa del genere.

 

Visualizza commenti

  • Senza nulla voler difendere l'amministrazione regionale, la cui attività perde acqua da ogni parte, ritengo necessario un maggiore approfondimento sulla questione. La punta dell'ceberg sono i funzionari sempre più spesso costretti ad assumersi responsabilità. Il sistema va informatizzato e i processi didattici organizzativi andrebbero monitorati telematicamente, sia da parte degli enti che dei funzionari. Non è certo il gettone di presenza il problema; sollevare la questione sulle nomine o sui compensi dei presidente non mi pare attuale nè il vero male della formazione.
    Non bisogna mai generalizzare, e non commettere lo stesso errore della caccia alle streghe che hanno subito gli enti o i suoi gestori.
    Vi sono alcuni servizi del dipartimento che vanno "ribaltati" ma il servizio in questione è tra quelli che sta operando con innovazione, capacità amministrativa e disponibilità.

  • Vorrei intervenire sul caso dei corsi liberi. Collegandomi all'articolo di G. Ambrosetti, sul gettone di presenza per gli esami: considerano questi corsi alla pari dei corsi a finanziamento pubblico, per equipararli alle circolari che parlano del gettone di presenza.

    Però, quando questi corsi devono essere valutati come "esperienza maturata dall'ente", per l'attribuzione del punteggio nei bandi, i medesimi corsi non vengono considerati come tali, anzi vengono esclusi perché corsi liberi.

    In particolare durante la valutazione del nostro ente per l'attribuzione del punteggio per il bando del 2011 (bando che ha attribuito l'assegnazione dei corsi per un triennio arrivando fino ai nostri giorni) nei verbali del nucleo di valutazione (avuto con richiesta di accesso agli atti) come motivo di esclusione dell'esperienza è riportato "... e i corsi autofinanziati dichiarati dal soggetto proponente..."; frase tra l'altro che non è riportata nel bando stesso. Questo ha penalizzato il nostro ente di ben 24 punti sui 15 necessari per entrare nel finanziamento. Naturalmente come continuità di intendimenti, nei nuovi bandi diventano determinanti i punteggi attribuiti all'esperienza maturata nella gestione di corsi a finanziamento pubblico negli ultimi 3 anni, per non cambiare il solito circolo vizioso e clientelare.

    Cioè due pesi e due misure, quando all'amministrazione regionale fa comodo, i corsi liberi sono equiparati a tutti gli effetti a quelli a finanziamento pubblico e quando non fa comodo vengono esclusi.

    Un atteggiamento di una amministrazione pubblica in questo settore, che non vorrei usare le parole "giuste" che vanno usate per definirlo, ma direi semplicemente vergognoso.

    Occorre sistemare prima la rispettabilità e credibilità di regole certe e giuste, inclusa, anche, la equiparazione dei gettoni di presenza, e non fare questi discorsi solo quando fa comodo,

    Per me è semplicemente vergognoso e indegno di una amministrazione pubblica.

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